L’Editoriale

Cari lavoratori,

anche queste ultime due settimane sono state caratterizzate da eventi importanti che hanno visto un impegno straordinario della nostra organizzazione a tutti i livelli, nazionali e territoriali.

Il 16 ottobre abbiamo ricevuto il risultato definitivo del referendum promosso da noi insieme a Fim e Fiom dopo una vastissima fase assembleare che è durata oltre un mese e mezzo. Non accadeva da molti anni un tale coinvolgimento da parte dei lavoratori. Con la nostra ipotesi di piattaforma contrattuale abbiamo ristabilito un clima di fiducia molto più forte tra noi e i lavoratori.

Alle assemblee hanno partecipato decine di migliaia di lavoratori e il voto è stato schiacciante: i sì hanno rappresentato un elemento positivo di questa importante fase del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici.

Il 5 novembre alle ore 11 presso la sede del Cnel ci sarà il primo incontro con Federmeccanica e Assistal.
Sarà una data da ricordare e sarà l’inizio di una trattativa molto impegnativa, considerando il contesto economico e industriale negativo che vede il nostro settore in gravissime condizioni.

Il rinnovo del contratto in tempi brevi potrà rappresentare anche un’iniezione di fiducia nei confronti dei lavoratori e soprattutto nella prospettiva produttiva delle aziende. Quindi un appuntamento da non perdere.

Dopo l’esaltante manifestazione dei lavoratori della Whirlpool del 4 ottobre a Roma, si sono svolti diversi incontri, compreso quello con il presidente del Consiglio Conte. Dobbiamo registrare con grande amarezza di non essere riusciti a convincere il governo e l’azienda a continuare l’attività produttiva presso lo stabilimento campano. Giovedì 31 ottobre, data simbolicamente importante, Cgil Cisl e Uil di Napoli hanno indetto uno sciopero generale a sostegno della vertenza dei lavoratori Whirlpool.

In queste settimane stanno continuando a scioperare e a tenere manifestazioni in tutti i luoghi simbolo di Napoli: dobbiamo inchinarci di fronte a questi lavoratori per la nostra forza.
In concomitanza dello sciopero di Whirlpool, insieme a Fim e Fiom, abbiamo deciso di proclamare uno sciopero generale di 2 ore con assemblee in tutti i luoghi di lavoro italiani per protestare contro il governo per la mancata attenzione nei confronti delle crisi industriali. Ormai siamo arrivati al punto di non ritorno.

Centinaia di aziende in crisi e migliaia di posti di lavoro che rischiano di essere persi. L’elenco è infinito e rischierei di fare un torto a qualcuno, ma le aziende che ricorrono alla cessazione e alla delocalizzazione sono ormai tantissime. Abbiamo anche deciso di programmare insieme a Fim e Fiom per il 20 di novembre una grande assemblea nazionale, con la partecipazione di mille delegati provenienti da tutta Italia per analizzare e organizzare tutte le iniziative conseguenti su tre grandi questioni: crisi industriali e investimenti, sicurezza sui luoghi di lavoro e ammortizzatori sociali.

Riteniamo, con queste due iniziative, di dare un messaggio molto forte a Confindustria, a Federmeccanica e, in modo particolare, al governo. Non siamo più disponibili a svolgere un ruolo di notai delle crisi industriali, vogliamo che la politica esca da questa condizione paurosa di insensibilità e inconsistenza di fronte alle crisi industriali.

In questi giorni è scoppiata nuovamente la vicenda dell’ex Ilva. Il governo 5 stelle e Pd hanno rinnegato se stessi, cancellando l’articolo 14 del Decreto Imprese che assicurava la tutela legale ai responsabili dello stabilimento di Taranto limitatamente al periodo di adeguamento degli impianti alle nuove normative di legge previste dal Dpcm del settembre 2017. Per una faida interna al Movimento 5 stelle, un gruppo di parlamentari ha smentito quanto fatto dall’ex ministro dello Sviluppo economico, con uno strumento a tempo per la continuità produttiva di Taranto. Non comprendiamo la posizione del Partito Democratico: ben 13 decreti salva Ilva e invece ora è complice di mettere a repentaglio la continuità produttiva e la messa in discussione del piano ambientale, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.

Proprio mentre stiamo andando in pubblicazione con questo numero, si sta svolgendo l’incontro con il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli. Non ci aspettiamo risultati positivi ma una cosa è certa: abbiamo registrato l’insensibilità da parte del governo e della politica nel difendere il nostro sistema industriale e manifatturiero.

Noi continueremo a batterci affinché si salvaguardino la salute di migliaia di lavoratori, ora messa in discussione da questo assurdo atteggiamento, e migliaia di posti di lavoro.
Mai come in questo momento la coesione tra le organizzazioni sindacali e l’unità dei lavoratori ci permetterà di arrestare questa deriva e il lungo e inesorabile degrado in cui il nostro Paese rischia di precipitare. Ci auguriamo che il prossimo numero di Fabbrica società abbia meno notizie negative e soprattutto che ci siano prospettive lavorative e negoziati. Infatti alla vertenza di Leonardo, ormai in una fase avanzata nel rinnovo di secondo livello, si aggiungerà quello del rinnovo contrattuale.
Ci aspettiamo una svolta a partire da questi due importanti appuntamenti.

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