La Summer School di IndustriAll Europe

di Luca Maria Colonna

Il 9, il 10 e l’11 settembre si è svolta la Summer School del nostro sindacato europeo, IndustriAll Europe, con la partecipazione di quasi 40 rappresentanti dei sindacati europei dei metalmeccanici e degli altri settori manifatturieri come la chimica, l’energia e il tessile, che sono appunto quelli di competenza di IndustriAll. Quest’anno la sede del seminario è stata la “scuola della Cisl” di Fiesole, storica e bella struttura di quella Confederazione a mezz’ora a piedi dalla stazione di Firenze, ma immersa nel verde delle colline che la circondano.

ARGOMENTI TRATTATI
Il confronto tra i partecipanti si è svolto sostanzialmente su tre aspetti.

Il primo stato quello relativo all’esame della situazione complessiva europea e alle vicende nazionali. Si è discusso della possibilità che – anche alla luce del rallentamento dell’economia europea – la nuova Commissione europea possa attenuare la politica di austerità e finalmente ascoltare le istanze delle organizzazioni sindacali che chiedono da tempo il ritorno a una politica di espansione a livello europeo. Certo le incognite sono molte: la “guerra commerciale” tra USA e Cina, la Brexit, alcuni appuntamenti elettorali in Paesi europei, ma il sindacato europeo ha il dovere di insistere per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. In proposito, posso testimoniare la coerenza tra quanto si propone a livello europeo, quanto le Confederazioni italiane stanno chiedendo al nuovo governo e anche con lo spirito della piattaforma per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici: tematiche differenti per portata e livello di discussione ma comunque interconnesse.

Il secondo argomento è stata una discussione sul lavoro precario che è un problema comune e diffuso soprattutto tra i giovani in tutti i Paesi europei, ma che – siccome si articola e si espande negli spazi che le differenti legislazioni nazionali prevedono – non trova e non troverà, almeno a mio avviso, una soluzione a livello europeo: si tratta di un tema che dobbiamo affrontare necessariamente a livello nazionale con interventi legislativi e contrattuali.

Il terzo tema di discussione è stata la campagna sindacale europea “together at work” per promuovere la contrattazione, rafforzando le Organizzazioni sia in termini di iscritti che in termini di ruolo.
Per me, è stato l’aspetto più interessante: l’idea di svolgere una campagna di comunicazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei rappresentanti politici e delle istituzione sul fatto che una libera e concreta contrattazione rappresenti il modo migliore per realizzare l’equità e la solidarietà che sono le caratteristiche del “modello sociale europeo”, modello un po’ appannato dopo questi dieci anni di austerità, ma ancora oggi – se guardiamo all’intero pianeta – la migliore soluzione trovata. Della campagna “Together at work” ha già scritto su questa rivista nel numero del 19 luglio Chiara Romanazzi, a me non resta che confermare come questa campagna debba essere considerata un momento importante per tutti noi della Uilm.

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