La vertenza Whirlpool entra in una fase di riflessione

di Gianluca Ficco

Il 24 luglio all’incontro tenutosi presso il ministero dello Sviluppo economico, Whirlpool ha illustrato cinque ipotetici scenari per la fabbrica di Napoli: la prima opzione sarebbe continuare a investire nell’alto di gamma, ma secondo l’azienda non saturerebbe gli attuali 412 occupati e continuerebbe a produrre perdite; la seconda opzione consisterebbe nello spostare produzioni da altri stabilimenti italiani, ma per definizione creerebbe problemi altrove; la terza nello spostare la produzione dall’Est Europa, ma sarebbe estremamente onerosa per l’azienda; la quarta consisterebbe nel cercare collaborazioni con altri produttori, ma non ci sono stati fino a ora contatti significativi e soprattutto affidabili; infine c’è l’opzione di un nuovo prodotto e di una nuova missione, con un nuovo investitore che l’azienda sarebbe già pronta a presentare.
Nonostante la formale apertura al dialogo, è stata però subito chiara l’intenzione aziendale di concentrasi su quest’ultima ipotesi, vale a dire su un progetto di vendita e di reindustrializzazione, come poi hanno confermato le successive dichiarazioni rese alla stampa. Ipotesi che trova la esplicita contrarietà di tutto il sindacato, concentrato piuttosto sulla volontà di tenere a Napoli la attuale produzione.

PRODUZIONE SOSTENIBILE
Per rendere sostenibile la produzione di lavatrici a Napoli pensiamo che occorra innanzitutto concentrarvi tutta la produzione dell’alto di gamma, così come previsto dall’accordo sottoscritto a ottobre 2018, magari aggiungendovi anche alcuni segmenti intermedi provenienti dall’estero, specie se tale operazione potesse essere favorita da un intervento a sostegno degli investimenti da parte del Governo.
In effetti, in quello stesso incontro il ministro Di Maio si è detto favorevole ad accogliere la nostra proposta di incentivare un eventuale cambio di intenzioni di Whirlpool con la decontribuzione dei contratti di solidarietà e la diminuzione degli oneri che gravano sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, dichiarando di avere pronta una proposta di legge che produrrebbe benefici potenziali per  circa 15-20 milioni di euro nei prossimi quindici mesi.

UNO SFORZO MAGGIORE
Al successivo tavolo tecnico del 1 agosto, Whirlpool ha dichiarato che le misure di incentivazione prospettate dal governo non sono sufficienti a rendere sostenibile la produzione di lavatrici di Napoli. Secondo noi della Uilm ciò può significare solo che occorre fare tutti uno sforzo maggiore per un rilancio della fabbrica.
Sulla risoluzione di questa vertenza il problema è politico prima che tecnico: l’obiettivo deve essere il rilancio di Napoli e la salvaguardia della presenza di Whirlpool in Italia, secondo quanto sottoscritto nell’accordo di ottobre 2018. Solo in tal caso anche eventuali benefici fiscali saranno pienamente giustificati, poiché non solo tutelerebbero i lavoratori ma avrebbero una ricaduta positiva sistemica sul territorio. Peraltro la norma immaginata dal governo raccoglie solo in parte la richiesta sindacale avanzata al tavolo e infatti avrebbe una portata in concreto assai inferiore ai 17 milioni di euro inizialmente prospettati.
Speriamo che la disponibilità istituzionale possa quindi andare ben oltre, magari anche con il coinvolgimento della Regione Campania.
A settembre la trattativa riprenderà e rivendicheremo il rispetto dell’accordo dell’ottobre 2018 non solo per Napoli, ma anche per gli altri stabilimenti e uffici italiani, dove pure abbiamo gravissimi problemi da scongiurare.

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