Dopo dodici anni di nuovo una piattaforma unitaria

Il primo agosto 2019 Fim, Fiom e Uilm hanno sottoscritto l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo contrattuale del Ccnl Federmeccanica-Assistal. Una notizia positiva che arriva dopo dodici anni dall’ultima piattaforma unitaria tra le organizzazioni sindacali metalmeccaniche.
Il rilancio industriale di uno dei settori più importanti del nostro Paese può rappresentare un punto di svolta per l’intera economia italiana che ormai da tanti anni sta vivendo una condizione di crisi. Occorrono serie politiche economiche a sostegno della crescita e degli investimenti, dell’innovazione e della ricerca del comparto manifatturiero così come servono risorse per sostenere il reddito dei lavoratori e delle loro famiglie, attraverso la riduzione del prelievo fiscale che oggi, di fatto, condiziona i risultati contrattuali e frena i consumi.

UN RISULTATO IMPORTANTE
Come Uilm dobbiamo essere fieri di questo risultato e soprattutto di come abbiamo impostato questa ipotesi di rinnovo. Senza indugi all’inizio di quest’anno abbiamo coinvolto tutte le nostre strutture per verificare l’andamento del contratto firmato nel 2016 e soprattutto per recepire i suggerimenti durante la bellissima e partecipata assemblea a Roma del 27 giugno scorso, dove oltre trecento delegati, hanno approvato all’unanimità l’ipotesi di piattaforma di rinnovo contrattuale che è stata poi sottoposta a Fim e Fiom. Le proposte della Uilm, oltre a essere state prese in considerazione, rappresentano la parte determinante del documento. Un esempio su tutti: la proposta di incremento dell’8% è diventata la richiesta salariale inserita all’interno dell’ipotesi di piattaforma unitaria. Di seguito vi evidenziano due punti importanti degli otto che compongono il corposo documento proposto: salario e welfare integrativo.

SALARIO
Un elemento importante dell’ipotesi di piattaforma è il salario. Fim, Fiom e Uilm richiedono la riconferma del modello del Ccnl del 2016 che ha prodotto la tutela dei due livelli di contrattazione e numerose innovazioni contrattuali per i lavoratori. L’ultimo contratto però ha avuto un’efficacia molto al di sotto delle aspettative nella diffusione della contrattazione decentrata e della capacità di distribuire profitti e produttività.
La richiesta principale relativa al periodo 2020-2022 è l’aumento dell’8% sul trattamento economico minimo per incrementare i minimi salariali dei metalmeccanici che si attestano sui livelli più bassi d’Europa. Inoltre, si chiede di incrementare a 700 euro annui gli importi e di modificare i meccanismi di erogazione dell’elemento perequativo che dovrà essere erogato al personale in forza nei primi 5 mesi dell’anno anche se in modo discontinuo, in proporzione all’attività prestata nell’anno precedente in tutti i casi non sia presente un Premio di risultato contrattato.

WELFARE INTEGRATIVO
L’altro elemento è il welfare integrativo e la richiesta dei flexible benefits, aumentandone l’importo a 250 euro annui. Questo punto si può inserire all’interno di una definizione nazionale di un’unica piattaforma metalmeccanica a gestione delle parti per poter integrare ai servizi di welfare anche quelli territoriali in base ai bisogni sociali delle persone, come quelli che riguardano la salute e la previdenza.
A questo proposito si propone di confermare nel nuovo contratto il Fondo di assistenza sanitaria mètaSalute rendendolo più efficace e semplice il suo utilizzo nel rapporto fra lavoratori e fondo e di mantenere su base volontaria l’adesione anche dopo il pensionamento.
Per quanto riguarda il piano previdenziale complementare, al fine di incrementare le adesioni, si richiede un concreto impegno delle imprese nel promuoverne in modo adeguato e più capillare la conoscenza in termini di contribuzione aziendale, vantaggi fiscali e accesso alle prestazioni durante e al termine della vita lavorativa.  Infine si propongono misure che riguardano le patologie gravi e la necessità di integrarne l’elenco, un intervento sulla terza casistica di allungamento del periodo di comporto prevedendo per un ulteriore anno a partire dal termine della malattia che ha determinato l’allungamento e un ampliamento delle casistiche per il frazionamento dell’aspettativa.

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