Istat: dicembre rosso per l’industria italiana 

di Giuseppe Danza

Torniamo a parlare sul tema della produzione industriale e sul crollo congiunturale dei relativi dati ai quali già accennammo nel numero otto di Fabbrica società uscito il 18 gennaio scorso. Avevamo già preannunciato un dicembre bollente per l’industria italiana, ma i dati registrati dall’Istat sono anche peggiori delle aspettative. L’industria italiana segna un drastico calo su produzione, export e fatturato. Sui ricavi si è registrato un calo congiunturale del 3,5% per il quarto mese consecutivo. Su base annua, invece, i ricavi crollano a dicembre del 7,3%, peggiore dato da novembre 2009. Altresì, analizzando i dati di produzione si osserva un calo del 5,5% annuo, peggior dato dal 2012.

I macchinari, settore in controtendenza
Un calo congiunturale avvertito in tutta Europa, complici le contrazioni industriali cinesi ma anche quelle americane. In Italia, la buona performance dell’industria nei primi mesi del 2018 si riduce così a un progresso del 2,3%, vale a dire meno della metà dei risultati registrati nel 2017. L’unico dato in controtendenza è quello dei macchinari, dove gli ordini, in calo quasi ovunque, crescono del 5,4%. Altrove ci sono solo segni meno, con cali a doppia cifra per farmaceutica, elettronica, apparati elettrici e, in particolar modo, i mezzi di trasporto.

Il “pasticcio” tedesco sul settore auto
Secondo Luca Orlando, giornalista esperto dell’industria per il Sole24Ore, ad abbassare le medie in particolare è il comparto auto, dove i ricavi a dicembre calano del 7,5% mentre le commesse crollano a -18%. Reo di questo grave inabissamento dei dati è il settore auto tedesco, dove colossi come Audi e Volkswagen si sono fatti trovare impreparati alle nuove normative di omologazione europee, lasciando in sospeso circa 300mila auto al superamento dei test sulle emissioni. Questo fenomeno ha generato una reazione a catena che ha investito anche le aziende fornitrici italiane: alcune di esse hanno avuto lunghe contrazioni alla produzione e, costrette a fermare le fabbriche per diverse settimane, hanno chiuso dicembre con i conti in rosso.

Ordini in calo, fattore tempo fondamentale
Come se non bastasse, oltre al crollo dei ricavi, arrivano brutte notizie anche dal lato degli ordini, in calo del 5,3% sulla media totale ma che raddoppiano le percentuali sulle perdite dell’export nei confronti del mercato interno. “Sono dati che fanno riflettere – commenta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – e che impongono un dovere e una responsabilità di tutto il Paese a reagire a un contesto economico che sta rallentando. Una delle proposte che abbiamo fatto è quella di aprire immediatamente i cantieri che sono elementi cosiddetti anti ciclici che comporterebbero occupazione e più crescita. La questione temporale diventa importante: in quanto tempo lo facciamo diventa dirimente”.

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