Leonardo: verso il contratto integrativo

di Bruno Cantonetti e Guglielmo Gambardella

Saranno circa 30mila, dei complessivi 45mila dislocati in tutto il mondo, i lavoratori di Leonardo interessati al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale di cui Fim Fiom e Uilm si apprestano, nelle prossime settimane, a presentare la piattaforma rivendicativa. Un Contratto integrativo aziendale firmato il 6 febbraio 2016, a valle del processo di fusione delle ex Società di Finmeccanica confluite nella “One Company” , mantenendo i trattamenti economici e normativi preesistenti  con l’impegno fra le parti di procedere, nel tempo, con la loro l’armonizzazione.

ARMONIZZAZIONE
Armonizzazione mai ultimata per l’avvicendamento dei vertici aziendali avvenuto nel maggio 2017 con il subentro, nella posizione di amministratore delegato, di Alessandro Profumo al posto di Mauro Moretti e la sostituzione di Domenico Braccialarghe con Simonetta Iarlori nella responsabilità delle Risorse Umane;  una armonizzazione non implementata anche per l’enorme differenza fra i trattamenti derivanti da storie contrattuali legate alle diverse tipologie di prodotto o servizio delle ex Società ma anche  per la diversità dei contesti sociali in cui sono presenti i lavoratori dei 48 siti italiani del gruppo aerospaziale. Basti pensare che il sito di Venegono festeggia quest’anno i cento anni dal suo insediamento rispetto a quello di Cameri che ha avviato la produzione appena nell’anno 2013.

SCELTE STRATEGICHE
Un rinnovo dell’integrativo che si avvia in una fase in cui Leonardo ha da poco compiuto una serie di scelte strategiche che in parte hanno ridefinito sia l’organizzazione delle attività in Divisioni compiuta con la One Company (come quella della recente reintegrazione delle ex Selex) sia quella dei perimetri delle stesse attività, con l’acquisizione di Vitrociset e l’intesa con Fincantieri attraverso “Orizzonte Sistemi Navali”. Novità importanti che necessariamente richiedono, preliminarmente all’apertura del tavolo negoziale, una verifica del Piano Industriale Leonardo 2018-2022 presentato lo scorso gennaio ai sindacati nella sede di Nerviano dallo stesso Alessandro Profumo. Una verifica da effettuare anche per il mutato scenario geopolitico e di mercato, in continua evoluzione e con riflessi e ripercussioni tutte da accertare nei prossimi mesi a partire dalla imminente Brexit, per la presenza di siti Leonardo nel Regno Unito, ma anche per i rapporti fra il governo italiano e quello francese in virtù delle alleanze industriali esistenti fra i due Paesi come quella per lo Spazio, con Thales , o come quella del consorzio ATR per la produzione dei velivoli regionali, con Airbus.

IL CONTESTO
Un rinnovo, infine, che ricade in un momento storico e in un contesto politico non favorevole alle aziende del settore della Difesa per le annunciate ulteriori riduzioni di risorse da destinare al settore. Dopo aver effettuato una serie di incontri di coordinamento con le RSU delle singole Divisioni e le strutture territoriali sono emersi due temi da affrontare “prioritariamente”: le Relazioni Sindacali” e la valorizzazione delle “Professionalità”. C’è innanzitutto la necessità di aprire una discussione per definire un nuovo sistema di relazioni sindacali che sia veramente in grado di poter individuare soluzioni alle diverse necessità aziendali e al tempo stesso migliorare il sistema di tutele e le condizioni economiche dei lavoratori, in particolare a livello di sito.

DECENTRAMENTO DECISIONALE
Come Uilm abbiamo più volte evidenziato, sia negli incontri a livello centrale (Corporate) sia a livello locale (Divisione/Sito) tutti i limiti dell’attuale sistema: sono ormai numerose le questioni (inerenti gli orari di lavoro o l’organizzazione del lavoro, solo per citare qualche esempio) sollevate nei diversi siti e che attendono una risposta. Occorre, quindi, un vero “decentramento decisionale” per poter superare le necessità che possono sorgere nei luoghi di lavoro in cui avvengono le trasformazioni dei modelli organizzativi della produzione o dei servizi al cliente.
E infine, un adeguato riconoscimento dell’elevato livello professionale e di competenze dei lavoratori di Leonardo deve necessariamente trovare una piena valorizzazione.

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