Il futuro dell’Europa

di Chiara Romanazzi

Il 21 e 22 novembre insieme con il nostro Segretario generale, Rocco Palombella, siamo stati a Bruxelles per il Comitato esecutivo di IndustriAll Europe, il sindacato industriale europeo al quale siamo affiliati. I due giorni sono stati ricchi di dibattito, con focus sulle elezioni parlamentari europee di maggio 2019, la conferenza europea di contrattazione collettiva che si terrà a Bratislava a dicembre (a cui parteciperemo) e la preparazione del congresso di IndustriAll Europe che si terrà a Salonicco nel 2020.

LE ELEZIONI EUROPEE
Abbiamo discusso del futuro dell’Europa insieme ad alcuni ospiti come Rudy De Leeuw, presidente della Ces, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, Gabrielle Bischoff, presidente del Gruppo dei lavoratori al Comitato economico e sociale europeo, e Josef Stredula, presidente del sindacato ceco Cmkos.
Gli oratori sono stati tutti concordi nell’affermare che le prossime elezioni sono le più importanti dagli anni Settanta: da quando, quindi, sono iniziate. Dal dibattito è emersa la consapevolezza delle numerose incognite e delle sfide che ci aspettano; stiamo vivendo un periodo di forti incertezze politiche ed economiche, il cambiamento climatico che ci impone di dover fronteggiare una trasformazione dell’industria che deve essere forte e sostenibile, con una pesante incognita su quale tipo di conseguenze ci saranno sull’occupazione.

IL RUOLO (ATTIVO) DEL SINDACATO
I lavoratori di tutta Europa hanno perso la fiducia nell’Unione Europea, poiché si rendono conto di avere posti di lavoro precari e che il loro futuro e quello dei loro figli è incerto. Secondo il nostro segretario generale, Rocco Palombella, che è intervenuto più volte nel corso degli interessanti dibattiti sviluppatisi nel corso del comitato esecutivo europeo: “Prima di reagire con la presentazione del manifesto delle elezioni di IndustriAll, occorre effettuare un’analisi dei dati reali per capire che tipo di azione deve svolgere il sindacato. In Europa ci sono troppe differenze: se un lavoratore norvegese guadagna 48mila euro all’anno e un lavoratore bulgaro 3.800, c’è un problema vero e se continueranno a esserci queste differenze, è ovvio che l’Europa non avrà un futuro”.

MANIFESTO PER LE ELEZIONI EUROPEE
Per quanto riguarda invece il manifesto per le elezioni europee che IndustriAll Europe ha presentato, in cui si parla di dover passare tutti i lavoratori a contratto a tempo indeterminato, di sostenere l’integrazione degli immigrati sul mercato del lavoro, di pensioni dignitose, di commercio equo, Palombella ha fatto notare che “nel documento mancano riferimenti alle delocalizzazioni delle multinazionali, che spostano la propria produzione nei paesi dove il lavoro costa meno, creando quindi disoccupazione laddove chiudono e dumping salariale”.
A partire quindi dalla tabella di marcia verso le elezioni europee, IndustriAll Europe ha anche lanciato una campagna di comunicazione che dovrà convincere innanzitutto i lavoratori ad andare a votare; lo farà attraverso blog, messaggi sul sito web e sui social e infine un evento europeo che si terrà a maggio 2019 dal titolo “E’ giunta l’ora di mettere i lavoratori al primo posto”.

GLI ALTRI PAESI 
A livello nazionale, i sindacalisti britannici e austriaci hanno espresso grandi preoccupazioni per il futuro dei rispettivi Paesi. Per i primi l’accordo Brexit (che ricordiamo prevede l’uscita del Regno Unito dall’UE a marzo dell’anno prossimo), presentato in questi giorni proprio a Bruxelles dalla premier britannica Theresa May al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, desta non poca preoccupazione poiché nell’accordo stesso non si parla di diritti sociali e di occupazione; in Austria, invece, da circa un anno esiste un governo di estrema destra che non è favorevole alle politiche del lavoro, tant’è che è stata approvata la clausola dell’opt-out della settimana lavorativa di ben 60 ore, con l’opzione di una giornata di 12 ore lavorative.
A proposito di contrattazione, il sindacato austriaco metalmeccanico Proge, ha illustrato il contratto collettivo nazionale (firmato domenica scorsa, dopo una trattativa di 72 ore e uno sciopero). In breve, il nuovo Ccnl firmato da Proge prevede un aumento salariale di 80 euro per le parti salariali più basse (l’apprendistato), permettendo quindi di valorizzare le forme di professionali e migliori compensazioni economiche per i turni notturni; il tutto, però, a fronte dell’allungamento dell’orario di lavoro previsto dalla legge di flessibilità austriaca di cui vi accennavo prima.

IN ITALIA
A proposito di rinnovi contrattuali, Palombella ha sinteticamente illustrato (portando gli esempi concreti del rinnovo del Ccnl del 2016, del Ccsl Fca che ci apprestiamo a rinnovare l’anno prossimo), come in Italia, nonostante la situazione economica e politica incerta, stiamo continuando a salvaguardare il sistema contrattuale, senza aumentare l’orario di lavoro, evitando quindi una deregolamentazione contrattuale e il dumping salariale.

CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
In questo comitato esecutivo abbiamo discusso anche di contrattazione collettiva europea, in vista della conferenza europea che si terrà a Bratislava il 6 e 7 dicembre. E’ un evento molto importante che si svolge ogni quattro anni ed è prevista la partecipazione di ben 200 sindacalisti provenienti da tutta Europa.
Come vi accennavo, la Uilm parteciperà attivamente e vi terrò aggiornati su questo interessante appuntamento nel prossimo numero di Fabbrica società.
Oltre alla campagna di comunicazione per le elezioni europee che vi ho illustrato prima, in questi due giorni abbiamo approvato un’altra campagna: quella per una maggiore contrattazione collettiva in Europa. L’obiettivo è quello di coordinare e dare visibilità ai risultati contrattuali dei sindacati nazionali, illustrando i numerosi vantaggi sia per i lavoratori che per i datori di lavoro che porta la contrattazione collettiva: un lavoratore che ha un contratto collettivo, ad esempio, lavora in condizioni migliori in un mercato del lavoro più inclusivo. Inoltre, a maggio dell’anno prossimo, dopo le elezioni europee, ma prima della pausa estiva, ci sarà una giornata di azione europea dedicata alla contrattazione collettiva.

LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Tra le sfide che ci prepariamo ad affrontare non possiamo dimenticare la lotta al cambiamento climatico, tema che abbiamo approfondito nel corso della seconda giornata di lavori del Comitato esecutivo.
Il 3 dicembre a Katowice, in Polonia, si riunirà la 24esima conferenza nella cornice delle convenzioni delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, la cosiddetta COP24. Il compito di questa conferenza sarà tracciare il percorso verso un futuro sostenibile, come fu concordato a Parigi nel 2015. Il cambiamento climatico, purtroppo, implica un aumento della temperatura del pianeta di 1,5°C, con conseguenze sulle risorse idriche, industria, occupazione e standard di vita. Il 20 dicembre la Commissione Europea presenterà una nuova strategia per discutere gli impegni climatici entro il 2050 e ha previsto un calo del prezzo delle energie pulite per cercare di avere un’industria a emissione zero in Europa entro quell’anno.
Siamo stati tutti concordi nel dibattito nell’affermare che c’è bisogno del coinvolgimento dei lavoratori e dei sindacati per questa transizione, affinché “nessun lavoratore venga lasciato indietro”, come recita lo slogan di IndustriAll Europe. A fronte di questi obiettivi, però, il nostro Segretario generale ha espresso le sue perplessità sul come poter lavorare per trasformare lo slogan in azioni concrete visto che, come tutte le rivoluzioni, anche la transizione verso un’industria sostenibile ha bisogno di una programmazione. Gli annunci, insomma, non bastano. “Come già sappiamo – ha detto Palombella – entro il 2022 le case automobilistiche non produrranno più motori a diesel e ArcelorMittal, nel suo piano industriale di acquisizione dell’Ilva, non prevede nessuna decarbonizzazione: il piano sarà terminato nel 2025, mentre, come abbiamo visto, l’obiettivo europeo dell’industria a zero emissioni è previsto per il 2050. Dobbiamo quindi trovare delle azioni comuni per evitare di dover lasciare alla politica le soluzioni”.

IL PROSSIMO CONGRESSO
Infine, con questo Comitato esecutivo, abbiamo dato ufficialmente inizio ai lavori di preparazione del prossimo congresso di IndustriAll Europe che si terrà a Salonicco nel 2020. Come da consuetudine, è prevista la creazione di due gruppi: Il Think Thank e il Comitato Risoluzioni e Mozioni. Il primo gruppo definirà i documenti per il prossimo congresso (definizione delle sfide industriali, del piano di azione, cambiamenti statutari, valutazioni del sistema di quote di affiliazione), mentre il secondo discuterà e valuterà gli emendamenti sottoposti dalle affiliate dopo aver ricevuto la bozza finale dei documenti congressuali. Come potete quindi vedere, ci aspetta un interessante calendario ricco di impegni europei a cui noi parteciperemo attivamente e daremo il nostro importante contributo. 

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