CCNL 2024-2027: “più salario meno orario” al centro delle richieste a Federmeccanica e Assistal 

Ci sono due dati che riassumono tutta l’ambizione che i metalmeccanici hanno messo nella piattaforma contrattuale del prossimo rinnovo 2024-2027: una richiesta di aumento salariale di 280 euro sui minimi, al livello medio, nel triennio e la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario. Due punti che da una parte ancorano il CCNL al passato più glorioso e che dall’altra lo elevano verso il futuro.
Come ha sottolinea il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, infatti: “L’aumento salariale di 280 euro rappresenta una risposta importante ai lavoratori che stanno soffrendo per l’alta inflazione. Questo, tra l’altro, va aggiunto ai quasi 300 euro che i lavoratori percepiranno grazie alla clausola di salvaguardia stabilita nel rinnovo precedente. Inoltre, abbiamo messo al centro delle nostre richieste l’avvio della sperimentazione della riduzione di orario di lavoro a parità salariale a 35 ore per poi estenderla a tutti i lavoratori del settore. Questo sarà uno strumento fondamentale per affrontare gli effetti occupazionali della transizione ecologica, digitale e dell’intelligenza artificiale e le crisi industriali. Chiederemo al Governo di prevedere misure che agevolino la riduzione dell’orario di lavoro, a partire dai circa 20 miliardi di euro spesi ogni anno per ammortizzatori sociali che impoveriscono i lavoratori e non danno risposte per il futuro occupazionali”.


IL PERCORSO DEMOCRATICO
L’ipotesi di piattaforma, composta da 11 capitoli e preceduta da una parte politica introduttiva, è stata dapprima votata nei Consigli di Fim Fiom Uilm, che si sono svolti in contemporanea il 19 febbraio e poi sottoposta all’Assemblea dei 500 (unitaria) il giorno seguente. Si è aperta così, quindi, la lunga stagione dei rinnovi dei contratti nazionali. “Non siamo preoccupati dalla trattativa che si aprirà con Federmeccanica e Assistal nei primi giorni di aprile – spiega Palombella – perché la nostra piattaforma risponde ai bisogni e alle necessità dei lavoratori. La piattaforma comprende anche altri punti importanti come misure specifiche per implementare e migliorare la formazione, anche in periodi in cui si utilizzano ammortizzatori sociali, aumento e rafforzamento della sicurezza e dei diritti, a partire dalla parità di genere e alla forte limitazione dei contratti precari”. “Questo contratto – continua il leader Uilm – dovrà rappresentare una svolta per il nostro settore, dovrà dare le basi e gli strumenti per affrontare le sfide epocali che già abbiamo di fronte, per salvaguardare l’occupazione, le filiere industriali e l’economia italiana”.

ALCUNI DATI SUL SETTORE
La piattaforma intende, quindi, rappresentare le esigenze del lavoro metalmeccanico e fornire risposte adeguate per rimettere al centro il lavoro industriale e investire nelle nuove generazioni.
Il rinnovo contrattuale riguarda – secondo i più recenti dati dell’Inps – più di 1,5 milioni di lavoratori e di lavoratrici in 30 mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano, rappresentano il 6,2% dell’occupazione e il 45% delle esportazioni del nostro Paese, mentre se si fa riferimento al solo settore manifatturiero, la metalmeccanica rappresenta quasi il 50% del valore aggiunto e il 44% dell’occupazione industriale.
La situazione economica, occupazionale e produttiva di un settore così ampio e diffuso è difficile da portare a sintesi: al suo interno vi sono comparti che sono in una fase di sviluppo (ad esempio la microelettronica, l’informatica, il ferroviario, l’aerospazio e la cantieristica) e altri che stanno attraversando fasi di difficoltà (ad esempio l’automotive, l’elettrodomestico, la siderurgia, installazioni TLC).
Il rinnovo infatti, si colloca in una fase storica caratterizzata dalla transizione ecologica, digitale e dell’Intelligenza artificiale, che richiedono soluzioni socialmente eque riducendo le disparità e tutelando sempre meglio il mondo del lavoro industriale: l’incremento delle retribuzioni, la riduzione dell’orario di lavoro, la crescita dell’occupazione stabile, la formazione e l’aggiornamento professionale, le forme di conciliazione tra le esigenze di vita e di lavoro, welfare e salute e sicurezza.
Il contesto in cui si collocherà il negoziato, (le guerre, le tensioni geopolitiche, quelle inflazionistiche e del sistema economico), è certamente difficile e complesso ma, a maggior ragione, le richieste presentate
rappresentano un elemento di coesione, di equità e di innovazione che un rinnovo contrattuale come quello dei metalmeccanici ha da sempre come obiettivo.
Dalla pandemia Covid19 in poi è evidente che non si può rinunciare alla capacità di fare industria e di produrre
semilavorati, componentistica e servizi innovativi anche nel nostro Paese, riducendo la dipendenza da altri, serve quindi una politica industriale ambiziosa e concreta, una riforma fiscale che combatta l’evasione e riduca il prelievo verso coloro che pagano fino all’ultimo centesimo, l’adeguamento dei servizi sociali e del sistema sanitario. Per questo, le strutture sindacali territoriali e le Rsu saranno impegnate a svolgere un’ampia campagna informativa con assemblee in tutti i luoghi di lavoro: per realizzare i nostri obiettivi giusti e ambiziosi servirà il sostegno convinto di tutte le metalmeccaniche e di tutti i metalmeccanici!

PROSSIMI PASSI
La piattaforma sarà illustrata nelle assemblee in tutti i luoghi di lavoro entro inizio aprile e sarà sottoposta a consultazione certificata delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici e dell’installazione di impianti nelle giornate dell’8, 9 e 10 aprile. “Siamo pronti alla trattativa – conclude Palombella – sappiamo che ci troveremo di fronte aziende che non accetteranno le nostre proposte ma noi ci batteremo con ogni mezzo per arrivare a un contratto che segni la storia del nostro Paese e indichi la strada agli altri contratti nazionali scaduti”.

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