L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

subito dopo la pausa estiva abbiamo ricominciato la nostra attività sindacale, in particolare abbiamo iniziato a svolgere Consigli regionali per discutere insieme e preparare la piattaforma per il prossimo rinnovo contrattuale.

Come ho avuto modo di dire, nel prossimo rinnovo ci concentreremo soprattutto su due temi: salario e orario. Punteremo infatti a incrementare ancora i salari dei lavoratori metalmeccanici e chiederemo la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

La clausola di salvaguardia, che ha portato in busta paga ai nostri lavoratori 123,40 euro invece dei 27 previsti, è stato sicuramente un passaggio importante che però, non dobbiamo dimenticare, non ha fatto altro che adeguare i salari all’alta inflazione. Questo significa, quindi, che parte di quell’incremento salariale è stato eroso dai costi delle bollette e dei beni di prima necessità che hanno messo a dura prova le famiglie italiane.

Incrementare quindi i salari sarà uno dei nostri obiettivi anche questa volta, alla luce del fatto che il nostro è l’unico Paese europeo che dal 1990 al 2020 ha fatto registrare un calo dei salari pari al 2,9%, un record negativo che ci pone agli ultimi posti in Europa.

Tutto questo anche a causa dell’alta tassazione sul lavoro dipendente. Basti pensare che quasi il 90% dell’Irpef viene pagato da lavoratori dipendenti e pensionati. Non ci stancheremo mai di ripetere che servono misure che aumentino i salari, a partire da una riduzione seria e strutturale delle tasse che pagano i lavoratori dipendenti.

Per quanto riguarda il secondo tema, ovvero la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione ritengo che sia ormai una questione cruciale che impatta non solo sulle condizioni di vita dei lavoratori, ma anche sull’efficienza e la produttività delle imprese.

Potrebbe sembrare qualcosa di lontano da noi, ma non è così. È notizia di pochi giorni fa che la stessa Ig Metall, il sindacato dei metalmeccanici tedesco, ha chiesto una settimana lavorativa di quattro giorni e un aumento salariale dell’8,5% in vista dei negoziati per la contrattazione collettiva nell’industria siderurgica prevista per metà novembre.

È ormai noto che ridurre l’orario di lavoro a parità di salario migliora la qualità della vita dei lavoratori, consentendo loro di trascorrere più tempo con le loro famiglie, e questo porta a una maggiore soddisfazione e a un maggior benessere dei lavoratori stessi, elementi fondamentali per la loro produttività e il loro impegno sul posto di lavoro. Infatti, alcuni studi hanno dimostrato che, in molti casi, una settimana lavorativa più breve può portare a un aumento della produttività.

In conclusione, sono convinto che la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è un passo importante per migliorare la vita dei lavoratori nel settore metalmeccanico e per rendere le nostre aziende più competitive e produttive.

Mentre noi ci diamo da fare, il Governo tra selfie di gruppo e tegole che arrivano dall’Europa, starebbe lavorando alla prossima Legge di Bilancio su cui però incombono anche le elezioni europee. Visti i tempi che corrono, dovrà essere una Manovra parsimoniosa con tagli corposi che ancora una volta riguarderanno probabilmente la sanità, la scuola e la ricerca.

Se a maggio la stima del Pil in Italia era del +1,2%, nei giorni scorsi l’Istat la ha abbassata allo 0,7%. Una situazione che si avvicina alla stagnazione se non alla vera e propria recessione. Questo avrà inevitabilmente delle conseguenze pesantissime per il nostro Paese, che dovrà prepararsi alla Legge di Bilancio con le forbici. Come farà la Meloni a non infrangere le promesse elettorali? Questo è tutto da vedere.

Nel frattempo, noi andiamo avanti per la nostra strada, siamo convinti che con la tenacia, la determinazione e la serietà che ci contraddistinguono riusciremo a portare a casa grandi risultati anche nel prossimo rinnovo. La pandemia ce lo ha insegnato: nulla è impossibile.

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