#FORUMAutoMotive: le contraddizioni (ormai esplose) della transizione ecologica

“La transizione energetica ed ecologica della mobilità, con le sue diverse ricadute (ambientali, economiche e sociali), le sue contraddizioni e le criticità”: questo il tema principale del #FORUMAutoMotive, il serbatoio di idee e centrale di dibattiti sui temi della mobilità a motore, che si è svolto il 21 marzo in presenza a Milano.
Ad aprire i lavori è stato, come da tradizione, Pierluigi Bonora, giornalista e promotore dell’evento suddiviso in vari talk. A tal proposito, il Segretario generale Uilm Rocco Palombella ha preso parte al dibattito sulla transizione ecologica, soprattutto alla luce del testo approvato dall’Europarlamento lo scorso 14 febbraio: il via libera definitivo alla sola produzione e vendita di auto elettriche dal 2035, con il contestuale stop alla produzione e vendite di veicoli con motori endotermici.

OBIETTIVI INELUDIBILI
“La lotta al cambiamento climatico, la decarbonizzazione e le emissioni zero, attraverso una transizione ecologica governata – ha esordito Palombella – devono essere obiettivi ineludibili. Da oltre un anno denunciamo i rischi occupazionali e industriali senza interventi immediati e ingenti da parte dei Governi nazionali. Per troppo tempo c’è stato il silenzio assordante della politica e ora viviamo nell’incertezza e nell’incapacità degli Stati europei nel prendere una decisione definitiva. Nel frattempo, le case automobilistiche stanno investendo centinaia di miliardi nell’elettrico senza una visione industriale integrata, con possibili effetti occupazionali e produttivi devastanti. Vogliamo chiarezza e iniziare a progettare il futuro del settore auto che deve rimanere centrale per il nostro Paese. Già siamo in ritardo, non possiamo accettare che si continui a posticipare decisioni che vanno prese ora”.

ASSENZA DI POLITICA INDUSTRIALE
Il tema fondamentale per il leader Uilm è l’assenza di politica industriale: “Il rinvio può dare certo una boccata di ossigeno alle aziende, soprattutto quelle della componentistica, ma il problema è che questo slittamento creerà un altro effetto tipico italiano che conosciamo da anni: quello di dire ‘prendiamo tempo’. E invece il tema va affrontato nell’immediato in tutta la sua drammaticità, soprattutto sul fronte occupazionale, con soluzioni che se non saranno messe a terra in tempi brevi si trasformeranno solo in un dramma industriale e occupazionale”.
A preoccupare il Segretario generale dei metalmeccanici della Uil è soprattutto il Mezzogiorno, dove tutto questo può aggravare ed esasperare il problema dell’assenza di lavoro. “Occorre mettere in campo tutti gli strumenti necessari per evitare il dramma occupazionale – ha spiegato – da un lato la formazione, dall’altro occorre puntare anche sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario”.

LE AZIENDE SONO PRONTE
Palombella fa notare che ci sono già investimenti realizzati dalla stessa Stellantis in tutti gli stabilimenti, compresa la Gigafactory di Termoli. “Quando saremo invasi dalle macchine elettriche che succederà, diremo che noi in Italia non l’abbiamo deciso? – si domanda – Rinviare la decisione, in un paese che già mancava di direttrici industriali certe, di un piano per tappe definito, e che ha sempre fatto agio sulla possibilità di rivedere la data del 2035, dunque, è pericolosissimo. Gli altri paesi sono già avanti ed i tanto temuti cinesi non si limiteranno a esportarci la componentistica ma ci porteranno direttamente le auto in Italia”.
Il settore automotive, insomma, è chiamato a dare un segnale forte. Sulle spalle ha la responsabilità del futuro di milioni di famiglie. Adesso i tempi sono strettissimi.

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