L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

dopo una giornata convulsa di incontri e scontri, il Movimento 5 stelle ha deciso di non votare la fiducia al dl Aiuti ieri in Senato. Il leader Conte ha chiamato gli altri “irresponsabili” e la palla è passata al Premier Draghi che ieri sera è salito al Colle e subito dopo ha rassegnato le dimissioni. Tuttavia il Presidente della Repubblica, Mattarella, le ha subito respinte.

Adesso il Premier dovrà verificare in Parlamento se il Governo dispone ancora della maggioranza, nel frattempo però la Borsa ha perso il 3,4%. Dopo un anno e cinque mesi, siamo per l’ennesima volta di fronte a una crisi di Governo che parte da lontano: prima la rottura con i 5 stelle sull’invio della armi all’Ucraina, poi la scissione di Di Maio, De Masi che racconta come Draghi avrebbe chiesto a Grillo di rimuovere Conte, la smentita e le nove richieste di Conte, dal superbonus al no all’inceneritore.

Le strade percorribili sono diverse, dalle urne subito dopo l’estate a un Draghi bis o addirittura un altro Premier. Inutile dirvi cosa significa tutto questo proprio quando il nostro Paese ha tante, troppe, cose da gestire. Il tema dell’energia e del gas, dell’approvvigionamento di materie prime, i fermi continui delle aziende che non riescono a produrre per mancanza di materiali. L’inflazione galoppante. Negli stessi Stati Uniti l’inflazione è arrivata al 9,1%, mai così alta dal 1981 tanto che lo stesso Biden è dovuto rientrare prima dalla visita in Arabia Saudita.

Per quanto riguarda il nostro settore, ultima in ordine di tempo la notizia su Wartsila che ha deciso di avviare la procedura di licenziamento per 451 lavoratori del sito di Trieste e di delocalizzare la produzione di motori per navi nel suo stabilimento in Finlandia. Stiamo parlando di uno stabilimento centrale per il Gruppo in Italia, dove ha quattro siti in cui occupa in totale 1.150 persone, di cui 973 a Trieste, con rilevanti opportunità e prospettive produttive, anche grazie alla vicinanza al porto commerciale. Rimandiamo al mittente questa azione che contrasteremo in ogni sede per salvaguardare l’occupazione e il futuro di tutti i siti italiani.

E poi c’è la questione della transizione ecologica e dei risvolti che avrà sul settore dell’automotive, di cui stiamo ampiamente parlando da tempo chiedendo al Governo interventi precisi e una programmazione seria che accompagni il nostro Paese in questo passaggio con misure adeguate; l’ex Ilva che continua a fermare gli impianti: fino al 31 di agosto toccherà all’Altoforno 2 per non meglio specificate operazioni di ripristino. Tutto questo comporterà un calo della produzione con fermate di altri impianti come Acciaieria 1, Laminatoio a freddo, Decatreno, Decapaggio, Zincatura 1 e 2, Tubificio Erw.

Per non parlare poi della ripresa della pandemia che sta facendo registrare contagi elevatissimi nonostante immaginavamo che con il caldo la situazione sarebbe piuttosto migliorata. Il piano dell’autunno prevede un doppio vaccino per Covid e influenza. Non è ancora chiaro a chi sarà rivolto il richiamo con i nuovi vaccini ambivalenti ma le categorie dovrebbero essere le stesse per le quali si consiglia l’influenzale: over 60 e fragili.

L’anno scorso l’influenza non ha praticamente circolato, dicono gli esperti, anche perché erano in vigore le norme anti-contagio come il distanziamento, le mascherine e il green pass. Quest’anno si teme che, invece, le cose possano essere diverse viste le aperture e che, quindi, in ottobre la situazione possa nuovamente degenerare se non si corre ai ripari per tempo.

Il nostro Paese ha bisogno di stabilità per poter gestire le sfide epocali che ci troviamo di fronte. È urgente lavorare insieme e uniti per far fronte alle difficoltà, lo stesso sindacato deve continuare a fare la sua parte, indicare la strada e portare avanti le istanze dei lavoratori.

Questa settimana ho concluso la fase congressuale sui territori, sono stati mesi molto intensi che mi hanno portato a girare in lungo e in largo la nostra penisola, incontrare i nostri dirigenti e i delegati, ascoltare quello che avevano di dirmi, raccogliere idee, proposte, preoccupazioni. Un bagaglio importante che diventerà parte della discussione al nostro Congresso nazionale, che si terrà a Roma i primi di ottobre.

Il Congresso è sempre una bella occasione per chi come noi vive per le persone e in mezzo alle persone; saper ascoltare, mettere a fattor comune le esperienze fa parte del nostro dna. In un contesto così complicato che mette insieme una pandemia, una guerra e passaggi epocali come quelli della transizione ecologica e digitale, il nostro ruolo diventa ancora più centrale e attivo. Oggi più che mai siamo chiamati a fare la differenza.

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