L’Editoriale

Cari lavoratori,

mercoledì 3 novembre era prevista la presentazione della Legge di Bilancio per l’anno 2022, dopo l’approvazione avvenuta nel Consiglio dei ministri a fine ottobre. Una legge tanto attesa da noi e da Cgil Cisl e Uil, che si è caricata di grande significato dopo un periodo di pandemia che ha fatto registrare nuovi picchi di contagio.

Ma come purtroppo succede, ed è successo in questi anni, una volta raggiunto un equilibrio all’interno della maggioranza, diventa difficile accogliere le proposte delle organizzazioni sindacali. In questo caso si è andato oltre, una volta raggiunta l’intesa ci sono volute due settimane con ulteriori aggiustamenti senza tenere in considerazione quelli che sono i contenuti della piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil. È pur vero che adesso inizia l’iter di approvazione, ma i tempi e le condizioni sono strette per poter far cambiare i contenuti.

Prima la Uil e poi unitariamente tutte le organizzazioni hanno deciso di condizionare la discussione già in corso organizzando iniziative di mobilitazione e di scioperi a livello regionale e lasciando libere le categorie di programmare assemblee e azioni di lotta.

Come voi sapete noi ci siamo opposti a dichiarazioni preventive di scioperi, così come aveva fatto la Fiom, ma abbiamo ribadito la nostra totale disponibilità a partecipare attivamente alle iniziative di Cgil Cisl e Uil programmate. Inoltre, abbiamo messo in campo altre azioni sulle singole vertenze in atto, tant’è che abbiamo programmato una giornata di lotta di 24 ore di sciopero per quanto riguarda l’ex Ilva e lo stabilimento di Piombino il 10 novembre scorso. Manifestazione ben riuscita che non ha trovato alcun riscontro positivo per il momento, a causa della sottovalutazione da parte del governo.

All’interno della nostra categoria ci sono diverse vertenze aperte, compresa quella di Leonardo aerostrutture. Da diversi anni poniamo l’annosa questione degli investimenti non realizzati per questa divisione, e purtroppo la pandemia ha ulteriormente peggiorato le prospettive e le condizioni di lavoro.

Quindi abbiamo messo al centro dell’iniziativa categoriale principalmente il tema del lavoro, oltre alle questioni confederali sulla riforma delle pensioni ormai non più derogabile, l’abbassamento delle tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati, la riforma degli ammortizzatori sociali.

Alcune vertenze che sembravano essere risolte purtroppo vedono avvicinarsi lo spettro dei licenziamenti. Ancora una volta ribadiamo il nostro totale impegno, e quello della nostra confederazione, nel continuare a sollecitare il governo e Whirlpool per trovare una soluzione occupazionale seria per i lavoratori di Napoli. Non possiamo ritenere conclusa questa vertenza, ma bisogna dare seguito agli impegni che il governo ha assunto. Proprio mentre andiamo online è previsto l’incontro al Mise con un sit-in di lavoratori.

Anche i lavoratori di Acc vivono ore drammatiche, il 20 novembre scade il termine della seconda asta e se non verrà presentata un’offerta di acquisto si procederà per fallimento.

È indispensabile riprendere le iniziative per il comparto dell’automotive, sollecitare il governo a interessarsi per far diventare questo tema prioritario per il futuro del settore e la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. Purtroppo, la mancanza di semiconduttori ha fatto registrare un nuovo crollo di mercato italiano considerevole (-36% a ottobre 2021 rispetto al 2019, si chiuderà l’anno con 400mila autovetture prodotte in meno). E questo dato purtroppo è destinato a rimanere tale per oltre la metà del 2022. Riteniamo indispensabile reagire e intervenire sia sull’approvvigionamento di materie prime che sulla mancanza di microchip e semiconduttori.

Dalle previsioni di crescita sembra che il Pil sfiorerà il 6% rispetto agli anni precedenti. Dobbiamo però scongiurare il rischio inflattivo e la ripresa preoccupante delle infezioni, sono due elementi che destano preoccupazione e tutti gli sforzi fatti sarebbero inesorabilmente vanificati.

Noi continueremo le nostre azioni insieme alla Uil, non solo per cambiare questa legge finanziaria, ma anche per salvaguardare i posti di lavoro.

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