Bosch: diversificare le divisioni nei Paesi europei e attirare investimenti da stabilimenti italiani

di Riccardo Falcetta

L’Unione europea deve assumere una posizione chiara in merito alla transizione ecologica con particolare riferimento alla elettrificazione nel settore automotive. È quanto dichiarato dalla Uilm di Bari lo scorso 8 giugno durante il Coordinamento sindacale europeo di Bosch organizzato da Luc Triangle in qualità di Segretario generale di IndustriAll congiuntamente con il presidente Cae Bosch e i rispettivi delegati sindacali che rappresentano gli stabilimenti Bosch in ogni singola nazione, per un totale di venti nazioni coinvolte.

STRATEGIA E PROSSIMI PASSI
Dopo una visione generale e complessiva sulla situazione in ogni Paese, si sono analizzate le politiche dell’Ue a sostegno all’industria delle forniture automobilistiche per delineare una strategia unitaria e individuare i “prossimi passi”.
Dalla discussione sono emerse criticità per tutti gli stabilimenti legati al settore automobilistico (la stessa Bosch ha annunciato la chiusura di importanti siti in Spagna, Belgio, Francia), colpiti duramente dalla transizione ecologica verso l’elettrificazione che inevitabilmente porta ad una drastica riduzione dei motori endotermici tradizionali.
Le stesse criticità sono state individuate ed enunciate dal Segretario nazionale Uilm Gianluca Ficco, dal Segretario provinciale Bari BAT Riccardo Falcetta e del delegato Uilm del CAE Bosch Italia, Enzo Lopassio, che hanno preso parte alla Conferenza.

TRANSIZIONE ECOLOGICA
L’Unione europea deve assumere una posizione chiara in merito alla transizione ecologica con particolare riferimento alla elettrificazione del settore automotive.
È incomprensibile e alquanto stravagante la spinta della Ue in merito alla elettrificazione che, nonostante i dubbi sulla sostenibilità ambientale a lungo periodo, dubbi che finge di non conoscere e di non vedere, và ad una velocità maggiore rispetto agli altri continenti senza un oggettivo vantaggio per il pianeta ma con un forte deperimento dell’industria europea.
La transizione ecologica, al di là di quale essa sia, va gestita con i giusti tempi al fine di permettere ai vari stabilimenti di riorganizzarsi al meglio.
Nello specifico per lo stabilimento Bosch barese occorre intervenire subito intercettando quanti più investimenti possibili, attirandoli da divisioni Bosch diverse da quelle legate alla componentistica Diesel. Occorre diversificare tra le varie divisioni Bosch presenti nei Paesi europei ma soprattutto attirare investimenti da stabilimenti italiani che continuano ad assumere dove sono previste costruzioni di nuovi stabilimenti in particolare per la Bosch di Udine e di Modena.

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ
Il tanto proclamato principio di solidarietà deve essere messo in pratica in sostanza, si deve passare dalle parole ai fatti altrimenti corriamo il serio rischio di perdere competenze ed occupazione, elementi su cui Bosch ha investito nel sito barese. Va ricordato che a Bari è stato inventato il Common rail, il sistema di alimentazione diesel che ha rivoluzionato le classiche motorizzazioni in circolazione in tutto il mondo. Sistema che, a oggi, con la generazione euro 6 non solo è più performante ma anche meno inquinante rispetto ad un attuale motore elettrico di ultima generazione.
Non permetteremo mai che uno stabilimento modello per tutto il mondo possa smettere di produrre, ci opporremo con tutte le nostre forze!

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