L’effetto Covid sull’occupazione: un milione di posti in meno

Ben 945mila posti di lavoro persi: una cifra spaventosa diffusa dall’Istat lo scorso 6 aprile, che rappresenta plasticamente gli effetti senza precedenti della pandemia sull’occupazione in Italia. Dietro a questo numero ci sono migliaia di storie personali, di famiglie e di comunità in estrema difficoltà.

NUMERI DA GUERRA
Quasi un milione, dunque, i posti di lavoro persi nell’ultimo anno, da febbraio 2020 a febbraio 2021, dall’inizio dell’emergenza sanitaria a oggi. La diminuzione coinvolge uomini e donne, di ogni classe di età, sia dipendenti con la perdita di 590mila posti che autonomi con 355mila. Un numero impressionate che si somma alla crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni di 717mila unità e dello 0,9% delle persone in cerca di lavoro, pari a +21mila unità.
Su base mensile a febbraio gli occupati sono sostanzialmente stabili rispetto al mese precedente, mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi. L’occupazione è stabile sia tra le donne sia tra gli uomini, cresce tra i dipendenti permanenti e gli under 35, mentre scende tra i dipendenti a termine, gli autonomi e chi ha almeno 35 anni.
In particolare a febbraio si sono registrate 9mila persone in meno in cerca di lavoro, in particolare gli uomini e gli under 50, mentre tra le donne e over 50 anni si osserva un leggero aumento. Il tasso di disoccupazione scende al 10,2% e tra i giovani al 31,6%, -1,2% rispetto a gennaio. Anche il numero di inattivi diminuisce lievemente dello 0,1%, pari a -10mila unità.

OCCUPAZIONE E LAVORO
“La fotografia dell’Italia che esce fuori dai dati dell’Istat è drammatica. In un anno abbiamo perso quasi un milione di posti di lavoro, un crollo senza precedenti con effetti sociali devastanti” ha commentato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.
“Grazie al blocco dei licenziamenti, alla proroga e all’estensione degli ammortizzatori sociali abbiamo limitato danni occupazionali, sociali ed economici che sarebbero stati devastanti” aggiunge il leader Uilm che chiede “l’avvio di una discussione tra Governo e parti sociali per trovare soluzioni condivise che abbiano come obiettivi la salvaguardia occupazionale e il futuro produttivo del nostro Paese”.

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