L’Editoriale

Cari Lavoratori, 

nonostante la massiccia campagna vaccinale, il contagio non accenna a diminuire. Anzi, proprio in questi giorni, a fronte di alcuni decessi sospetti in Italia e in altri Paesi europei, la cancelliera Merkel, il governo francese e quello italiano hanno deciso di sospendere in modo cautelativo la vaccinazione con AstraZeneca. 

Sono stati giorni di grande preoccupazione, paura e stupore tra i cittadini. Fortunatamente, dopo aver fatto tutte le verifiche necessarie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sbloccato nuovamente il piano vaccinale e la campagna è stata ripresa con non poche difficoltà. 

L’interruzione ha infatti lasciato il segno: ai centri vaccinali si è presentata una minima parte rispetto al numero di prenotazioni. C’è voluto più di qualche giorno prima che la situazione venisse ripristinata con una certa normalità.

Al momento purtroppo quasi tutte le regioni italiane sono in “codice rosso”, la stessa Sardegna che sembrava l’unica “mosca bianca” è passata di nuovo in “arancione” per evitare che la situazione degenerasse. 

Sono diminuiti i positivi, ma il numero dei decessi continua ad aumentare e la cosa più preoccupante è che le sale di rianimazione stanno raggiungendo la saturazione. Ci aspetta ancora un periodo di grandi sacrifici, dobbiamo continuare a chiedere quanto più possibile di aumentare la vaccinazione.

Noi abbiamo richiesto da subito che anche le fabbriche diventassero un luogo di vaccinazione e non solo per i dipendenti ma anche per i cittadini. Quello che temiamo è che dall’emergenza del numero di vaccini si passi all’emergenza della mancanza di personale in grado di effettuare i vaccini.

C’è grande attenzione e grande disponibilità da parte nostra per sensibilizzare e mettere a disposizione tutto quello che è in nostro potere per far fronte a questa emergenza. 

Abbiamo provato a non fermarci neanche un istante, pur rispettando tutte le norme di sicurezza anti-Covid. Abbiamo fatto le assemblee per spiegare ai lavoratori i contenuti dell’ipotesi di accordo del rinnovo del Contratto nazionale. Continueremo anche nei prossimi giorni fino alla metà di aprile, quando è previsto il referendum per l’approvazione dei lavoratori.

Nel frattempo, abbiamo svolto anche alcuni consigli territoriali molto importanti da remoto, come quelli della Sicilia e di Taranto, oltre all’importante Coordinamento Uilm di Stellantis a fronte di difficoltà che si sono manifestate subito dopo l’arrivo dei francesi nei nostri stabilimenti. Abbiamo avviato la procedura di raffreddamento e ho personalmente richiesto un immediato incontro all’ad Tavares, mentre le segreterie nazionali di settore hanno chiesto un incontro al gruppo dirigente di Stellantis. Siamo in attesa di ricevere una risposta. 

A fronte di una situazione di stallo che dura da oltre un mese e che coinvolge tutti i settori industriali della metalmeccanica, nonostante le nostre ripetute richieste informali per un incontro con i Ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro, e non ricevendo alcuna comunicazione, abbiamo deciso insieme a Fim e Fiom di autoconvocarci per venerdì 26, presso il Mise.

Il Ministro Giorgetti ci ha infine convocati per lo stesso giorno alla stessa ora, ma solo per quanto riguarda la vertenza più complicata, quella dell’ex Ilva, senza alcun accenno alle altre crisi da noi citate nella lettera. Per questo motivo abbiamo mantenuto il presidio dei dirigenti sindacali delle aziende in difficoltà e chiederemo al Ministro di stabilire un calendario di incontri per quanto riguarda tutte le realtà.

Il nostro rammarico è che nonostante il cambio di Governo continuiamo ad avere grosse difficoltà a interloquire con i Ministri competenti. Ci auguriamo che superata questa fase i Ministri riescano a mettere su una struttura tecnica in grado di avviare una interlocuzione necessaria al fine di gestire e risolvere i problemi che ormai da anni attanagliano il sistema industriale e il nostro settore.  

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