Comitato esecutivo di IndustriAll Global per la prima volta in videoconferenza

di Chiara Romanazzi

Il 17 giugno si è svolta, per la prima volta nella storia del sindacato industriale mondiale (IndustriAll Global Union), la riunione del Comitato esecutivo in modalità videoconferenza. E’ stato un evento unico dettato, come possiamo ben immaginare, dalla pandemia da Covid-19.
La Uilm, nella persona del Segretario generale Rocco Palombella, ha preso parte in qualità di componente titolare per l’Italia. E’ stato un esecutivo del tutto inedito non solo per la modalità di videoconferenza in cui si è svolto, ma anche per la totale assenza di componenti sostituti e osservatori (cosa mai avvenuta prima durante un esecutivo mondiale), voluta dagli organizzatori e dalla Segreteria di IndustriAll Global.
La motivazione, a loro dire, è stata determinata dal fatto che numerose postazioni aperte, avrebbero causato un cattiva qualità della conferenza.

I TEMI ALL’ORDINE DEL GIORNO
L’ordine del giorno era apparentemente tranquillo: si trattava principalmente di discutere delle implicazioni della pandemia sul terzo congresso IGU (che si sarebbe dovuto svolgere a Città Del Capo dal 12 al 16 ottobre 2020), sul report dei Gruppi di lavoro sullo Statuto e sul piano d’azione, sulle implicazioni della pandemia sull’industria e sull’approvazione della risoluzione politica sul covid 19.
In realtà già da diverso tempo c’erano tentativi, da parte del sindacato giapponese e in parte dai sindacati nordici, di far svolgere il congresso in due fasi, uno virtuale e uno fisico: quest’ultimo sarebbe stato solo di facciata e non politico. La sessione virtuale congressuale, invece, si sarebbe svolta, secondo i desideri del sindacato giapponese e dei nordici, nel 2020 dove si sarebbe dovuta eleggere la nuova leadership (Segretario generale, Segretari generali aggiunti, presidente e vice presidenti), il nuovo Comitato esecutivo, far votare le modifiche allo Statuto.

NO AL CONGRESSO IN DUE TEMPI
Per contrastare questo tentativo, in qualità di sindacati industriali italiani abbiamo innanzitutto aderito alla lettera scritta e promossa dal sindacato siderurgico americano USW. In questa lettera, che abbiamo fatto circolare nei giorni precedenti al comitato esecutivo, abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà alla possibilità di far svolgere un congresso virtuale e il nostro sostegno allo svolgimento di un congresso fisico che si terrà appunto, sempre a Città Del Capo, a settembre del prossimo anno.
Abbiamo quindi proposto l’estensione del mandato non solo dei gruppi di lavoro che hanno lavorato sullo statuto e sul piano d’azione, ma anche del mandato della Segreteria IGU (come già avvenuto prima, per quanto riguarda la votazione per l’estensione al mandato della Segreteria di IndustriAll Europe), dando pieno appoggio al sostegno all’attuale Segretario generale, Valter Sanches.
Insieme a noi, anche i sindacati argentini, australiani, brasiliani, cileni, colombiani, francesi, indiani, koreani, messicani, sud africani, spagnoli, turchi, inglesi, canadesi e dell’Uruguay.

COVID ED ECONOMIA MONDIALE
Valter Sanches, nella sua presentazione del documento sull’impatto del Covid-19 sull’economia, ha delineato come i settori chimico e dell’ingegneria meccanica stiano andando bene a livello globale; il settore del vestiario e dell’automotive, invece, dipendono dai consumi, mentre per quanto riguarda l’aerospaziale è probabile che si torni ai livelli pre crisi.
IndustriAll Global Union sta attualmente lavorando con altre federazioni globali per trovare un approccio comune e passare al vaglio tutti gli schemi nazionali che tutelino cittadini e lavoratori, cercando anche di ottenere l’appoggio dell’ILO (l’organizzazione mondiale del lavoro).
Inoltre, occorre capire quali programmi siano stati lanciati dai vari Governi e quali fondi stanziati dall’Ue per il rilancio dell’economia. Inoltre, Sanches ha anche comunicato che si prevede una certa deglobalizzazione, poiché molte aziende cercheranno di delocalizzare in Paesi più vicini.

I DATI SULL’ ANDAMENTO ECONOMICO
I dati che ci sono stati forniti durante lo svolgimento del Comitato esecutivo, sono i dati OCSE che prevedono un rallentamento economico globale per il 2020 (causato principalmente, ma non solo dal Covid-19) di almeno il 2,4% (2,7% negli Stati del G20). Queste cifre, però, si basano essenzialmente sui dati prima della comparsa del Covid in Europa e negli Usa (a marzo 2020).
Per quanto riguarda l’industria meccanica, le principali interruzioni nelle catene di approvvigionamento globale colpiscono, in particolare, Italia, Germania, Cina, Francia e Stati Uniti: questi paesi sono anche i principali contribuenti al settore globale dell’ingegneria meccanica e il 50% delle aziende è già interessato dal rallentamento della domanda, con una previsione di riduzione della produzione del 50%.
Per quanto riguarda l’acciaio, fino a febbraio la produzione globale era in aumento (a causa del forte aumento di produzione dell’acciaio cinese e del declino in Europa e nel Nord America), a marzo e aprile, invece, c’è stato il grande shock. I produttori di acciaio europei e nord americani temono che Cina, India e Turchia, possano inondare il mercato mondiale di acciaio a basso costo quando la produzione è in calo, il che sarebbe un danno economico ed ecologico; oltre al timore che la chiusura degli altiforni significano chiusure definitive.
L’industria automotive, che rappresenta il 15% del consumo mondiale di acciaio, è in forte sofferenza a causa del crollo della domanda, mentre le costruzioni e le infrastrutture attualmente in corso in molti Paesi rappresentano circa il 50% della domanda mondiale di acciaio.
Per quanto riguarda l’aerospazio e l’automotive, le attività sono state interrotte in tutto il mondo: molti dipendenti sono stati mandati a casa per quattro settimane, estese a sei e a otto, mentre ad altri è stato permesso il telelavoro.
Da un sondaggio svolto tra le affiliate a IGU impegnate nell’automotive (sondaggio che copre 101 fabbriche di 37 aziende in 15 paesi), i sindacati sono stati coinvolti nello sviluppo di nuovi standard di salute e sicurezza e nel 71% dei casi sono stati firmati accordi specifici. Per quanto riguarda invece il settore navale, quando i cantieri navali hanno chiuso da gennaio a marzo in Cina, la riparazione delle navi è stata spostata in altre zone asiatiche e la consegna della nuove navi è stata ritardata tra febbraio e aprile.
Sebbene alcuni cantieri navali non siano ancora pienamente operativi in Europa, la maggior parte funziona  normalmente. Infatti, è stata proprio l’Europa il Paese dove la cantieristica ha sofferto di più.

INTERVENTO DI ROCCO PALOMBELLA
Nel suo intervento, Rocco Palombella ha illustrato come l’Italia sia stato il primo Paese europeo ad aver dovuto affrontare un problema così grave, senza aver avuto la possibilità di conoscere per tempo le caratteristiche e gli effetti del Covid-19.
Dal punto di vista sanitario, come sappiamo, in Italia ci sono stati 235mila contagi e 34mila decessi, mentre dal punto di vista economico solo a marzo e aprile l’Italia ha perso 200mila miliardi di mancata produzione industriale: quasi il 50% della produzione, con un massiccio ricorso alla cassa integrazione. Solo nel mese di aprile sono state raggiunte 772 milioni di ore di cig. C’è l’elevato rischio di perdere 2 milioni di posti di lavoro e solo nel settore metalmeccanico si prevedono circa 300 mila posti di lavoro in meno.
Come si accennava a livello mondiale, anche a livello nazionale, il settore auto è stato uno dei più colpiti in assoluto: nel mese di maggio c’è stato un crollo di vendite del 100%, mentre nel mese di aprile sono stati venduti solo 4mila autoveicoli, a fronte dei 180 mila dell’aprile 2019. Da qui si evince poi come in Italia il settore siderurgico sia totalmente fermo e come le grandi aziende siano in difficoltà.
In Italia la siderurgia occupa 70mila lavoratori e sviluppa un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro. ArcelorMittal ha ridotto ai minimi termini la produzione di acciaio, passando da circa 6 milioni di tonnellate all’anno a 2,7 milioni fermando tutti gli impianti legati al mercato. In Italia la produzione dell’acciaio è crollata del 40%: di gran lunga superiore rispetto a Germania e Francia.

TEMI DIBATTUTI
Si è poi ampiamente dibattuto circa le conseguenze che la pandemia ha avuto sui più deboli: sulle donne (a casa per seguire i figli le cui scuole erano chiuse; o coloro che sono vittime di abusi e che durante la quarantena sono state costrette a stare in casa con i compagni violenti), in quei luoghi poveri già prima del Covid-19 (ad esempio le favelas brasiliane) dove è impossibile mantenere il distanziamento sociale, e gli immigrati.
Abbiamo discusso anche dell’intenzione di aumentare la quota di partecipazione delle donne negli organismi di IndustriAll Global Union (40%); abbiamo preso atto degli emendamenti proposti allo Statuto e del lavoro svolto dal gruppo di lavoro per il piano d’azione del prossimo Congresso.
Abbiamo inoltre approvato la dichiarazione di IndustriAll Global Union sul Covid-19 che riguarda le sfide che dovranno affrontare i sindacati a fronte della crisi scoppiata.
Infine, ci sarà un’altra riunione del comitato esecutivo probabilmente nella settimana che va dal 12 al 16 ottobre (settimana in cui si sarebbe dovuto svolgere il Congresso) a Ginevra, anche se attualmente non è confermato nulla poiché dipende dall’evoluzione pandemica.
Si è ipotizzato un comitato esecutivo in parte in presenza fisica e in parte in video conferenza, in cui verranno discusse la situazione finanziaria e le decisioni da prendere prima del 3° Congresso di IndustriAll Global Union.

 

 

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