L’Editoriale

Cari lavoratori,

siamo a pochi giorni dalla festività più importante dell’anno, per lo meno per i credenti: la Santa Pasqua. Senza voler entrare nello specifico sul valore religioso, per noi italiani ha rappresentato e rappresenta una ricorrenza fondamentale. Quest’anno, purtroppo, non lo sarà per tutti.

Il periodo pasquale è stato caratterizzato e preceduto da un disastro mai verificatosi a memoria d’uomo. Da circa due mesi ogni giornata si conclude con un bilancio che noi tutti vorremmo che fosse positivo, invece quotidianamente si registrano centinaia di morti e contagi.

Le persone che spesso osiamo rapportare a numeri rappresentano un vero dramma. Solo in Italia ci sono stati dall’inizio dell’epidemia a oggi oltre 139mila casi, circa 18mila morti e 95mila attualmente positivi al Covid-19. Tutto questo secondo i dati certificati dalla Protezione Civile, poiché non siamo in grado di definire in maniera completa la reale situazione della diffusione virale nel nostro Paese. In Europa e nel Mondo la situazione risulta tragica con 1,5 milioni di casi e oltre 84mila morti e il contagio sembra ancora non aver raggiunto il famoso picco. Sono numeri da guerra.

Mentre scriviamo, il nostro primo pensiero va a tutte le vittime che in questo periodo hanno lasciato i propri affetti, i familiari, gli amici, senza neanche un ultimo saluto. Questo sentimento atroce resterà impresso nella mente di tutti coloro che trovano una risposta a quanto sta accadendo.

Continueremo a dare il nostro contributo e tutto l’incoraggiamento alle tantissime persone che in questo momento stanno soffrendo e stanno vivendo l’incubo del contagio. Allo stesso tempo siamo vicini agli scienziati e ai ricercatori che stanno studiando il vaccino per cercare di combattere questo mostro invisibile agli occhi umani.

Nel nostro piccolo abbiamo capito, fin dall’inizio, che la situazione era veramente grave e abbiamo invitato tutti i lavoratori a mettersi in sicurezza. Abbiamo invitato le aziende a fermare le attività produttive e, qualora non fossero convinti del nostro appello, con la richiesta della salvaguardia prioritaria della salute e sicurezza dei lavoratori, abbiamo anche dichiarato scioperi.

Con quell’azione riteniamo di aver difeso la salute dei lavoratori e dei loro familiari e preservato le aziende. Subito dopo le fermate, sono stati attivati incontri con i nostri Rsu, Rls e segretari territoriali per individuare tutte le soluzioni in grado di poter preparare il riavvio degli impianti.

Sono stati sottoscritti Protocolli e previste soluzioni sanitarie, modifiche dei turni di lavoro e sul piano organizzativo che migliorano in modo significativo i provvedimenti governativi e il Protocollo firmato da Cgil Cisl Uil e parti datoriali.

Abbiamo registrato un grande attivismo da parte delle nostre strutture sindacali e una collaborazione da parte aziendale nella ricerca delle migliori soluzioni. Senza ombra di dubbio le mascherine, minimo due per ogni turno di lavoro per ogni lavoratore, rappresentano l’elemento determinante per poter avviare qualsiasi tipo di attività lavorativa.

Noi non vogliamo inserirci in un dibattito stucchevole che si è avviato all’interno del nostro sistema politico e di Confindustria. Riteniamo utile rivendicare il nostro ruolo di rappresentanza a tutela dei lavoratori e del sistema produttivo. Seguiremo con grande attenzione le indicazioni che darà il Governo sulla base dei dati scientifici le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Riteniamo indispensabile, in questo momento, fare tutte quelle operazioni preliminari per poter prepararci alla ripartenza, anche se graduale, per settore e attività merceologica.

Consigliamo alle nostre Rsu di continuare il confronto con le aziende per migliorare ulteriormente gli interventi che sono stati già oggetto di discussione. Qualora ci fossero le condizioni, dobbiamo fare in modo di cominciare ad avviare diverse attività produttive. Siamo convinti, purtroppo, che dobbiamo cominciare ad abituarci a utilizzare uno stile di vita diverso da quello a cui eravamo abituati, sia all’interno delle nostre abitazioni che nella vita quotidiana. Dobbiamo adottare tutte quelle misure che evitano il contatto diretto e il possibile contagio, in modo maggiore all’interno dei luoghi di lavoro.

Il virus continua a diffondersi e a contagiare, e questa è la più forte dimostrazione del fatto che ci sono molte persone asintomatiche. Quindi dobbiamo sollecitare il Governo a fare quanti più tamponi possibili, generalizzati a tutta la popolazione e attendere con ansia il famoso vaccino.

La vita lavorativa dovrà gradualmente cominciare un nuovo corso.

Il sentimento predominante, in questo momento, è la paura. Noi dobbiamo provare a superare, a stare vicino alle persone impaurite o che hanno problemi di salute. Queste persone vanno salvaguardate. Come sempre la nostra organizzazione si assumerà le sue responsabilità, svolgeremo il nostro ruolo all’insegna dell’equilibrio, dell’onestà mentale e con l’obiettivo di preservare la salute, la famiglia e il lavoro.

Siamo convinti che anche questa fase micidiale passerà e rimarrà solo un brutto ricordo, ma dipenderà da noi quale tipo di società, di diritti e valori riusciremo a portare avanti.

L’augurio che vi faccio è quello di continuare con forza e con determinazione.
Vi rivolgo un abbraccio affettuoso, anche se virtuale, per tutto quello che state facendo e che continueremo insieme a fare.

In questi giorni ho avuto il piacere di vedervi, utilizzando strumenti innovativi come quello della conference call. L’evento mi ha fatto molto piacere. Continueremo subito dopo Pasqua a completare le riunioni dei settori per poi arrivare agli incontri con tutti i segretari provinciali e coordinatori regionali, con un programma che andrà avanti fino al 23 aprile.

Il mio obiettivo sarà quello di incontrare tutti voi, guardarci e, come dico io, contaminarci.
Se l’esperimento andrà bene, il mio obiettivo sarà quello di organizzare incontri provinciali con tutte le nostre Rsu sapendo, purtroppo, che queste limitazioni continueranno ancora nel tempo.

Una cosa non possiamo fare: evitare di socializzare le nostre idee e, soprattutto, di non poterci guardare in faccia.

Tanti auguri di Buona Pasqua a tutti voi!

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