L’Editoriale

Cari lavoratori,

si è concluso un periodo di iniziative molto importanti, impegnative e per alcuni versi anche suggestive per il nostro movimento sindacale.
Il 25 aprile si sono intrecciate alcune manifestazioni promosse da diversi territori, in modo particolare al Nord, per ricordare la liberazione dell’Italia dal fascismo; il 1° maggio, festa dei lavoratori, è stato senza ombra di dubbio un giorno importante, poiché ha visto la presenza di manifestazioni in decine e decine di città e luoghi simbolo d’Italia.

Per motivi legati alle divisioni sindacali ci sono stati diversi anni durante i quali la manifestazione del 1° maggio è stata ridimensionata rischiando di far perdere questo grande momento di riflessione per tutti. Superato però il periodo delle gravi divisioni interne la manifestazione, anno dopo anno, è riuscita a riprendere il suo vigore ed è cresciuta anche in termini di coinvolgimento su temi di grande rilevanza sociale. Non a caso quest’anno lo slogan è stato “Lavoro, diritti, stato sociale. La nostra Europa”.

La manifestazione nazionale si è tenuta a Bologna e ha visto, oltre alla presenza dei tre Segretari generali di Cgil Cisl Uil, una grandissima partecipazione di lavoratori, lavoratrici e cittadini. La nostra Confederazione si è particolarmente caratterizzata per l’alto numero di partecipanti e ha primeggiato con striscioni, palloni, bandiere. Oltre a quella nazionale ci sono state centinaia di manifestazioni locali che hanno visto, dopo tanti anni, la partecipazione di intere famiglie, di tantissimi cittadini coinvolti in questa ricorrenza così importante.

Anche quest’anno, in concomitanza con il primo maggio, si è svolta la cerimonia al Quirinale, dove il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha premiato diversi “Cavalieri del lavoro” e nel suo discorso augurale si è concentrato sulla questione della disoccupazione e sulla necessità di creare lavoro. Ma il messaggio è stato quello sugli infortuni mortali sul lavoro, che nell’ultimo periodo sono aumentati considerevolmente. Solo nei primi mesi del 2019, infatti, si sono verificati oltre il 10% di infortuni mortali. 

Il mio giudizio generale sulle iniziative non può che essere di grande soddisfazione. Nonostante il periodo di crisi, in un momento di mancanze di certezze e riferimenti istituzionali, l’essere riusciti a creare un clima di valori intorno a questa giornata non può che farmi piacere. Dobbiamo continuare in questa direzione, per rendere queste occasioni momenti di meditazione e di confronto su grandi temi.

Non abbiamo avuto in realtà neanche il tempo di valutare questo sforzo, poiché il 2 maggio abbiamo riunito gli Esecutivi unitari con Fim e Fiom per discutere il documento approvato da tutte e tre le sigle, “Metalmeccanici per il lavoro e lo sviluppo”, in preparazione della grande mobilitazione che sfocerà nello sciopero generale della categoria il 14 giugno e tre manifestazioni contemporaneamente a Milano, Firenze e Napoli.

Non accadeva da 14 anni di programmare uno sciopero generale Fim Fiom e Uilm a livello nazionale. È stata una decisione presa dopo diversi mesi di discussione sui temi che riguardano il sistema industriale in questo Paese, sulla mancata crescita del settore metalmeccanico, sulla mancanza di prospettive di ripresa e in assenza anche di ammortizzatori sociali per poter gestire gli effetti di una crisi che si presenta ancora con tutta la sua gravità e appare ben lontana da una soluzione.

La vasta mobilitazione risentirà anche dell’elaborazione della piattaforma del contratto con Federmeccanica che sarà presentata entro l’estate. Sarà un appuntamento anche questo importante considerando le varie difficoltà che si sono verificate all’interno delle tre organizzazioni durante i rinnovi contrattuali precedenti. L’auspicio sarà quello di riuscire a elaborare una piattaforma comune. 

E visto che se ne fa un gran parlare, ritengo le dichiarazioni del Segretario della Cgil, Maurizio Landini, sull’ipotesi di un sindacato unico siano avventate e non rispondenti allo stato dei rapporti esistenti con Fim e Fiom. Questi voli pindarici rischiano di frenare quel processo tanto faticoso di ricostruzione di rapporti con le altre due organizzazioni sindacali. L’unità va raggiunta sui temi concreti, man mano che si affrontano. Dire di essere d’accordo astrattamente è solo un’esercitazione inutile che non produce alcun effetto.

Ora non mi resta che augurarvi buona lettura! 

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