L’Editoriale

Cari lavoratori, 

prosegue incessante il tentativo di Cgil Cisl e Uil nello stabilire un calendario di incontri che portino a risolvere nel concreto le problematiche che in questi anni si sono accumulate e che hanno visto i governi che si sono avvicendati adottare misure anche di grande rilevanza sociale senza il confronto con le parti sindacali. 

Si è aperto uno spiraglio molto sottile prima della grande manifestazione del 9 febbraio e, successivamente, ci sono stati due incontri che hanno, da un lato, sancito la volontà delle parti di stabilire un metodo nuovo di confronto, dall’altro anche i temi da discutere.

Archiviati, almeno per il momento, i due temi oggetto di una forte caratterizzazione politica da parte del governo, quali Reddito di cittadinanza e Quota cento, nel primo incontro si è discusso di salario minimo. Abbiamo preso atto della proposta del governo di stabilire la cifra di nove euro orarie lorde per quei lavoratori non coperti da una contrattazione nazionale. Cgil Cisl e Uil hanno riconfermato una posizione che per la verità non è inedita, cioè quella di far valere erga omnes i contratti nazionali e considerare quindi le retribuzioni base di questi ultimi. Sarebbe sbagliato, infatti, adottare per tutti una soluzione che riguarda il 20% dei lavoratori mettendo in discussione ciò che riguarda la stragrande maggioranza di chi è coperto dalla contrattazione (80%). Basti considerare che il salario minimo mensile fissato nei paesi europei oscilla da 2.071 euro del Lussemburgo a 286 euro della Bulgaria. 

Fissare per legge il salario minimo in Italia a un livello più basso dei minimi contrattuali costituirebbe una ghiotta occasione per le imprese di derogare al contratto nazionale. Il salario, l’orario di lavoro e gli inquadramenti professionali rappresentano alcuni tra i più importanti elementi negoziali a cui il sindacato non può rinunciare, perché rappresentano i diritti fondamentali alla base del rapporto di lavoro.
Seguiranno probabilmente altri incontri col governo, sperando che questo tema non diventi un elemento di disputa o di caratterizzazione elettorale da ora alla fine di maggio, momento in cui si svolgeranno le elezioni europee. Noi certamente dobbiamo essere vigili e fare in modo che la politica non si appropri di un tema prettamente di natura sindacale. 

Il 15 marzo si è svolta a Roma una partecipata manifestazione dei lavoratori edili e delle costruzioni per sollecitare il governo a porre quei rimedi a un settore che in questi anni ha pagato più degli altri il peso della crisi. Si sono persi milioni di posti di lavoro e si sono bruciate opportunità di crescita per il nostro Paese. Uno degli elementi che ha caratterizzato la manifestazione è stato quello dello sblocco dei cantieri e delle opere pubbliche sospese da diversi anni. La nostra categoria ha partecipato, insieme a tutte le categorie della Uil, non solo per solidarietà, ma soprattutto per condividere e sostenere temi essenziali per la ripresa del nostro Paese.
Subito dopo la manifestazione i segretari generali di Cgil Cisl e Uil e i segretari di categoria sono stati ricevuti dal premier Conte e dai ministri competenti. Anche in questo caso sono stati assunti degli impegni. Il rischio del famoso “sblocca cantieri” è che, tuttavia, le modifiche apportate al codice degli appalti possano riaprire la strada alla illegalità e alla corruzione. 

Possiamo tracciare un primo bilancio degli incontri, considerando il metodo utilizzato da parte di questo esecutivo. Un metodo sicuramente positivo, basato sull’ascolto delle parti sociali. Adesso riteniamo che sia giunto il momento di fare il passo successivo: che non restino solo incontri di circostanza e di ascolto, ma che diventino incontri negoziali, dove le posizioni espresse dalle parti sociali vengano prese seriamente in considerazione. 

E’ un periodo anche di grande attività della nostra categoria, dopo l’approvazione del coordinamento di Leonardo, il 12 di marzo, abbiamo avviato le assemblee in tutti i siti d’Italia per illustrare i contenuti della piattaforma di secondo livello prossimo alla scadenza. Le assemblee già programmate stanno riscuotendo un grande interesse e soprattutto la voglia di discutere oltre al sistema premiale anche la possibilità di conoscere il piano industriale, gli investimenti e i programmi per ogni singola divisione. 

Appena concluso questo programma di assemblee ci sarà la presentazione ufficiale ai vertici di Leonardo della piattaforma definitiva. Sarà una fase inedita perché per la prima volta presentiamo il rinnovo contrattuale di secondo livello senza aver conosciuto preventivamente i dati di bilancio, il consuntivo del 2018, e i dati di bilancio preventivi relativi al 2019.

Il 19 aprile si è tenuto il primo incontro per quanto riguarda la divisione Aerostrutture. Leonardo ha già annunciato la presentazione di progetti di sviluppo e adeguamento tecnologico per l’ammodernamento delle linee di produzione: investimenti da realizzare nel prossimo biennio che potranno raggiungere un valore superiore ai 200 milioni di euro per i quattro stabilimenti. L’azienda prevede per il 2019 una crescita dei carichi di lavoro con un bilanciamento delle attività fra i diversi siti fino a raggiungere una sostanziale saturazione degli stessi. Come Uilm siamo soddisfatti del cambio di strategia. Certo, occorrerà concretizzare la prospettiva con le azioni, abbiamo quindi chiesto di presentare quanto prima i progetti di sviluppo e innovazione.

Questo numero si concentra anche su altre vertenze, da Electrolux alla situazione che sta vivendo ancora oggi Blutec passando per Sirti, solo per citarne alcune. A me non resta che augurarvi una buona lettura… 

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