La grande manifestazione 

di Giuseppe Danza

9 febbraio 2019. Un giorno da ricordare. Circa 1.300 pullman, 12 treni, 2 navi dalla Sardegna, più di mille voli, oltre a tutta la partecipazione auto-organizzata: arrivano a Roma da tutta Italia. Alle 10 parte il corteo che da piazza della Repubblica e percorre via Cavour, Piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per arrivare in piazza San Giovanni in Laterano, luogo storico di manifestazioni sindacali e politiche. L’hashtag è eloquente: #FuturoalLavoro. Uno striscione di 15 metri sorretto da giovani, pensionati, lavoratori e disoccupati sfila per le vie del centro seguito da bandiere e palloncini di ogni colore, sotto l’entusiasmo dei partecipanti.

LA PIATTAFORMA
La manifestazione è stata una grande prova di democrazia con l’obiettivo ben preciso di far arrivare al governo i temi presenti nella piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil. Temi concreti che guardano al futuro del Paese, soprattutto in termini di sviluppo. “Per Cgil Cisl e Uil – recita la piattaforma unitaria (di ben 16 pagine) presentata dai sindacati all’Esecutivo –  la legge di bilancio e i provvedimenti a essa collegati, hanno lasciato irrisolte le questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese. […] Cgil Cisl e Uil hanno presentato le proprie richieste al governo e le hanno discusse con migliaia di lavoratori e pensionati. La legge di bilancio, invece, non dà risposte adeguate alla situazione del Paese. E’ insufficiente e recessiva perché taglia gli investimenti produttivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Non diminuisce la pressione fiscale sul reddito da lavoro dipendente e da pensione, rinunciando così ad agire sulla domanda interna. Non favorisce la creazione di lavoro stabile, né la coesione del Paese, non rafforzando le infrastrutture sociali e le risorse per il Mezzogiorno”. Secondo le confederazioni, infatti, lavoratori dipendenti e pensionati non avranno alcun vantaggio dalla manovra, mentre subiranno, nel triennio, gli effetti diretti e indiretti della pressione fiscale che è destinata ad aumentare (dall’iva alle addizionali locali), negando così all’intero Paese il rilancio economico e sociale di cui si avrebbe bisogno. “Per Cgil Cisl e Uil – si continua a leggere nella piattaforma unitaria – il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese, ma la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le reti sociali, a partire dal potenziamento dei servizi pubblici e degli enti locali. […] Il Mezzogiorno viene ancora una volta penalizzato. Nella manovra si tagliano le risorse e si introducono misure ‘spot’ a somma zero. Servono, invece, interventi che rilancino il lavoro e nuove produzioni per rispondere ai bisogni sociali”.

NON “CONTRO”, MA “PER”
Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, alla vigilia del 9 febbraio aveva detto: “Domani sarà una grande manifestazione di proposta. Chiederemo al Governo di ascoltare le ragioni del mondo del lavoro. Quota 100 e reddito di cittadinanza vanno bene, ma non bastano. Molti lavoratori avrebbero diritto di andare in pensione e non potranno andarci comunque; molti giovani chiedono lavoro, che ancora non c’è e che bisogna creare. Abbiamo, tutti, ognuno per la propria parte, il dovere di indicare soluzioni. Noi non vogliamo sottrarci a questo impegno e, in attesa che il Governo ci convochi per un confronto costruttivo, le nostre proposte – già consegnate all’Esecutivo – le ribadiremo dalla piazza, con il sostegno dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani, che domani riempiranno Piazza San Giovanni”.

IL GRANDE GIORNO
E così è stato. Sul palco, prima che prendessero parola i segretari generali per le conclusioni, sono saliti sei lavoratori per dare voce a vari settori del mondo del lavoro: un’infermiera, una pensionata, un rider, un metalmeccanico dell’Ilva, una lavoratrice scolastica e un carpentiere. A mezzogiorno circa sono iniziate le conclusioni dei segretari generali: il segretario neoeletto della Cgil, Maurizio Landini, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. “Una folla così immensa non la si vedeva da molti anni. Il Governo ne tenga conto”, ha esordito il leader della Uil, che non ha nascosto la sua enorme soddisfazione. “Il Governo non sia autoreferenziale, ascolti questa gente e cerchi di trovare le soluzioni insieme alle parti sociali. Non siamo contro il governo, ma gli chiediamo di convocarci, altrimenti la mobilitazione proseguirà”.

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