Alstom-Siemens verso il “No” di Bruxelles

Le notizie che arrivano da Bruxelles sulla fusione Alstom-Siemens non sono affatto rassicuranti. La creazione del colosso ferroviario franco-tedesco, in grado di competere con la cinese Crrc, molto probabilmente riceverà parere negativo dall’Antitrust europeo, nonostante venerdì 25 gennaio le aziende abbiano proposto alcune modifiche al dossier.

FUORI TEMPO MASSIMO
“Si tratta dell’ultimo tentativo – ha commentato la commissaria, Margrethe Vestager – presentato al 110° giorno della procedura, al di là delle scadenze previste. Una cosa mai vista”. In un comunicato stampa, Alstom da parte sua ha ammesso che “il contenuto delle nostre proposte potrebbe non essere sufficiente a convincere la Commissione. La decisione è attesa entro il 18 febbraio”. In realtà secondo molti arriverà prima della ultima data utile, addirittura il 6 febbraio, e sarà negativa.

PARTITA CRUCIALE
La partita è delicata, sotto molti aspetti. Come scriveva Luca Maria Colonna nel numero #09 di Fabbrica società: “La vicenda potrebbe diventare un pericoloso precedente, magari da applicarsi ad altre vicende presenti e future, limitando così la capacità dell’Europa di creare e sostenere aziende che possano competere sul piano mondiale con le aziende cinesi, giapponesi e statunitensi. Una politica per la concorrenza eccessiva e miope potrebbe bloccare le fusioni in Europa e rendere in prospettiva le imprese così deboli da essere facili prede di aziende extraeuropee”.
ll 28 gennaio, su richiesta delle organizzazioni sindacali, si è svolto al ministero dello Sviluppo Economico un incontro per fare il punto. L’azienda ha illustrato le proposte fatte per rimuovere i rilievi dell’Antitrust Ue. Le organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità che, in qualunque scenario che preveda o escluda la fusione tra Alstom e Siemens, è necessario preservare l’occupazione e mantenere le prospettive di sviluppo.

MODIFICHE AL DOSSIER
Le modifiche consegnate in extremis prevedono che la tecnologia Siemens dei treni ad alta velocità venga condivisa in Europa per dieci anni invece che per i cinque previsti all’inizio, e che Alstom e Siemens cedano alcune importanti attività nel campo della segnalazione ferroviaria. Il nuovo gruppo godrebbe di un giro di affari pari a 15 miliardi di euro, la metà rispetto all’agguerrito competitor cinese Crrc, che sta vincendo molte commesse negli Stati Uniti, ma muove anche i primi passi in Europa.

RIVEDERE LA NORMATIVA
“L’Unione europea deve rivedere e aggiornare la normativa antitrust per difendere i posti di lavoro in Europa a fronte della competizione globale”. È il richiamo del ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, in un intervento a Parigi, riferendosi indirettamente al dossier sulla fusione Alstom-Siemens. “Non c’è bisogno che io dica a quale fusione sto pensando quando parlo della necessità di riscrivere le norme Ue sulla concorrenza”, ha puntualizzato Le Maire spiegando che “il focus pro-industria significa che c’è bisogno di una trasformazione della legge europea sulla concorrenza. Per decenni, l’attenzione della legge antitrust è stata sul mercato europeo e i diritti dei consumatori. Ora deve concentrarsi su un mercato globale e la difesa del lavoro”. Peccato che non la pensino allo stesso modo le autorità della concorrenza di Germania, Gran Bretagna, Spagna, Belgio e Paesi Bassi, perché in realtà – a loro avviso –  la cinese Crrc non è ancora una minaccia per il mercato europeo.

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