Metalmeccanici; Palombella (Uilm): “Oggi nelle Marche per dire mai più delocalizzazioni come Elica e per rilanciare l’industria metalmeccanica”

“L’ultima volta che sono stato qui, prima della pandemia, parlavamo di come il settore degli elettrodomestici che in questa realtà è molto presente stesse soffrendo la crisi più degli altri. Oggi paradossalmente dobbiamo invece registrare l’esatto contrario: il Covid ha costretto le persone a vivere molto di più dentro casa e questo ha dato una forte spinta proprio al mercato degli elettrodomestici.
Eppure neanche questo ha fermato Elica, importante realtà del territorio, a desistere dalla scelta di delocalizzare. Nell’incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico, per la prima volta l’azienda ha accettato di iniziare un percorso di riesame del piano industriale e nel frattempo ha assicurato che non procederà ad atti unilaterali, ma ha parlato di una discussione volta a salvaguardare lavoratori e territorio. Noi faremo come sempre il possibile per scongiurare i licenziamenti”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, al Consiglio territoriale Uilm Pesaro-Urbino.

“Merloni, Whirlpool ed Electrolux fanno parte del grande patrimonio di questo territorio – continua Palombella –  ma in tutte le Marche ci sono anche altre importanti aziende come Arvedi, CnhI, Fincantieri, J.P. Industries, Olicar, SCM Group”.

“Il 5 luglio sono partiti i contratti di solidarietà alla Biesse di Urbino, nonostante il fatturato in crescita, perché la struttura produttiva della Biesse è stata tarata con budget molto elevati che non si sono potuti mantenere a causa del rallentamento del mercato dovuto alla pandemia. Comunque non sono previsti licenziamenti e noi non li permetteremo”, ribadisce il leader dei metalmeccanici della Uil.

“Come categoria abbiamo lanciato due ore di sciopero con assemblee per dire basta all’ondata di licenziamenti che è partita su tutto il territorio nazionale – spiega  – al momento sono interessate soprattutto aziende del settore auto, ma non possiamo escludere che la situazione potrebbe peggiorare alla fine delle 13 settimane di cassa integrazione non onerosa ottenute con l’Avviso comune da Cgil Cisl e Uil. Richiamiamo quindi alla responsabilità Governo e Confindustria: è arrivato il momento – conclude Palombella – di rilanciare l’economia italiana salvaguardando il grande patrimonio del settore manifatturiero”.