L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

continua il nostro impegno per quanto riguarda le crisi aziendali e la discussione per il rinnovo del CCNL, che come sapete scadrà a giugno prossimo e stiamo già lavorando da mesi per la nuova piattaforma.

La notizia che in questi giorni, in queste ore, occupa gran pare di quotidiani e giornali riguarda ancora una volta la vertenza dell’ex Ilva. Come è accaduto nel 2015, siamo di nuovo a una svolta per gli stabilimenti del Gruppo e quello che si deciderà d’ora in avanti sarà fondamentale per garantire la continuità produttiva della più grande acciaieria d’Europa.

Purtroppo, stiamo assistendo a uno scambio epistolare tra Governo e ArcelorMittal che mette sempre più in allarme i lavoratori sul loro futuro. E mentre circolano queste lettere, che noi leggiamo a mezzo stampa, la situazione sugli impianti – in particolare a Taranto – è gravissima: si marcia con un solo altoforno, il numero 4, tra l’altro in maniera molto ridotta, è stato spento l’altoforno numero 2, mentre il numero 1 è fermo da agosto e non è mai ripartito, nonostante la fermata prevista fosse di un solo mese. Di questo passo c’è il rischio che il piano elaborato da ADI nel 2019 per la chiusura dello stabilimento venga portato a compimento nel silenzio più totale, senza alcuna comunicazione ufficiale.

Noi stiamo facendo il possibile per difendere gli impianti, i lavoratori, l’ambiente e i territori. Abbiamo chiesto anche ai commissari di Ilva in AS di intervenire per bloccare questa situazione disastrosa. Stiamo partecipando a tutti gli incontri, nell’attesa che la situazione si sblocchi definitivamente e si avvii un percorso chiaro e definito che possa rimettere l’ex Ilva nelle condizioni di tornare a produrre. Solo così sarà possibile procedere con il piano di conversione al green.

Ci sono altre vertenze che ovviamente stanno richiedendo la nostra attenzione, come quella di Wartsila, SiderAlloys, Electrolux che denotano come il nostro Paese sia alle prese con una transizione già in atto che sta mettendo a dura prova la tenuta del nostro sistema industriale. C’è bisogno di interventi urgenti da parte del Governo per programmare i passi da compiere e per gestire questa fase di passaggio epocale.

Uno degli strumenti fondamentali resta il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Proprio per questo motivo già da tempo come Uilm abbiamo deciso di puntare su due elementi principali nel prossimo rinnovo: il salario e l’orario.

Chiederemo più salario, vogliamo adeguare gli stipendi al costo della vita. Oltre a mantenere la clausola di salvaguardia sull’inflazione, infatti, c’è bisogno di allineare i salari dei nostri lavoratori a quelli dei lavoratori europei; chiederemo la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, per gestire le crisi industriali e le transizioni in atto, compresa quella digitale dell’intelligenza artificiale, per migliorare l’equilibrio vita-lavoro e per rendere le fabbriche più attrattive per le giovani generazioni.

Di tutto questo stiamo parlando ai nostri Consigli territoriali e continueremo a discuterne, noi ci faremo intimorire da nessuno. Abbiamo il coraggio necessario per portare a casa, anche questa volta, risultati importanti che ci vedranno protagonisti del cambiamento.

Buona lettura!

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