L’Editoriale

di Rocco Palombella

Cari lavoratori,

il 7 gennaio, ultima data utile prevista dai Giudici del Riesame del Tribunale di Taranto, è arrivata la decisione sullo spegnimento dell’altoforno 2 dello stabilimento dell’ex Ilva di Taranto. Come era prevedibile, il collegio composto da tre giudici ha accolto il ricorso presentato dai commissari dell’Amministrazione straordinaria dell’ex Ilva e ha rigettato l’ordinanza del giudice monocratico che prevedeva lo spegnimento dell’Afo 2.

Questa decisione tanto attesa ha evitato la fermata dell’altoforno 2 e di conseguenza ha scongiurato anche lo stop degli altri due altoforni. L’ordinanza prevede un crono programma di investimenti e molteplici interventi che dovranno essere realizzati al massimo entro 14 mesi.

Abbiamo espresso un cauto giudizio positivo, pur considerando l’estrema delicatezza del problema.
Dobbiamo sempre ricordarci che il 12 giugno 2015 si è verificato l’infortunio mortale di Alessandro Morricella. Continueremo a sviluppare il nostro impegno rigoroso affinché l’azienda rispetti il crono programma previsto dalla sentenza facendo in modo, se possibile, che la messa in opera di tali migliorie sia fatta in tempi più celeri. Inoltre costringeremo l’azienda, nelle more di questo processo, a porre in essere in essere tutti quegli interventi atti a salvaguardare la salute e sicurezza lavoratori evitando qualsiasi forma di rischio per la loro integrità fisica.

Scongiurata la fermata dell’altoforno 2 si ripresenta con tutta la sua problematicità la situazione drammatica dell’ex Ilva. Tra meno di un mese, il 7 febbraio, il Tribunale di Milano, salvo motivate esigenze delle parti, si dovrà esprimere sul ricorso presentato da ArcelorMittal a sostegno della retrocessione contrattuale di inizio ottobre e sulla successiva impugnativa dei commissari dell’Amministrazione straordinaria.

Ormai da diversi giorni si è avviata una trattativa “segreta” tra l’azienda, i commissari dell’Amministrazione straordinaria e il Governo sulla quale al momento non siamo in grado di dare un giudizio e della quale non possiamo continuare a commentare ipotesi apparse sulla stampa.

Continueremo a denunciare questo inusuale metodo che vede le organizzazioni sindacali spettatrici, mentre invece dovrebbero essere in prima linea. Continueremo a chiedere un incontro per verificare lo stato della trattativa e avviare un confronto tra le parti. Nel frattempo abbiamo disinnescato una bomba che poteva avere conseguenze inimmaginabili. ArcelorMittal aveva fatto circolare ad arte la decisione di eliminare quanto contenuto nella contrattazione di secondo livello del 20 maggio 1989 a partire dal 1 gennaio 2020. In particolare l’azienda fa riferimento alle maggiorazione dei turni, adeguandole a quanto previsto dal solo contratto nazionale di lavoro. Siamo prontamente intervenuti e abbiamo fatto ritirare questa insensata decisione, facendo ritornare sui suoi passi la multinazionale. A fronte di una nostra annunciata dichiarazione di sciopero e di una presa di posizione del Ministro Patuanelli e dei commissari contro la decisione di ArcelorMittal, abbiamo preteso una comunicazione formale di ritiro della decisione fino a quando non si concluderà un confronto sul futuro dell’ex Ilva.

Siamo riusciti in questi giorni a costringere il Governo a ripristinare l’integrazione salariale del 10% della cassa integrazione per i lavoratori dell’Ilva in Amministrazione straordinaria, con l’inserimento di una norma nel Decreto Milleproroghe che prevede una copertura di circa 19 milioni di euro.
Vigileremo, ma abbiamo avuto rassicurazione che il provvedimento verrà approvato al più presto.

Sempre in questi giorni si è svolto il referendum tra i lavoratori della Ferriera di Servola sui contenuti dell’accordo sullo stabilimento triestino che prevede la chiusura dell’area a caldo con la relativa riconversione del sito produttivo. A fronte del clima ostile che si era creato durante la trattativa e, in modo particolare, durante la consultazione (assemblea e referendum), esprimo un giudizio positivo e soprattutto un riconoscimento leale da parte della nostra struttura di Trieste nei confronti dei lavoratori. Questo risultato ci farà impegnare ulteriormente e agire affinché il ministro Patuanelli e tutte le parti coinvolte mantengano gli impegni assunti: nessun lavoratore dovrà rimanere senza un posto di lavoro dignitoso e dovrà esserci il mantenimento dei diritti acquisiti.

Durante questa settimana si è svolta la riunione delle Segreterie generali di Cgil, Cisl e Uil in preparazione degli incontri che si realizzeranno il 17 e 27 gennaio con il Governo per quanto riguarda la riforma fiscale e quella previdenziale. Anche questi appuntamenti saranno importanti, considerando la grande mobilitazione avvenuta nel 2019 per chiedere maggiori risorse per il taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, oltre allo sblocco degli investimenti pubblici e privati.

Ci auguriamo che siano incontri basati sul merito delle questioni. Ovviamente daremo tutto il nostro contributo per arrivare a una vera riforma fiscale, previdenziale e avviare una discussione partendo dalla piattaforma di Cgil Cisl Uil.

Il 15 gennaio è iniziata la discussione nella trattativa del rinnovo Ccnl Federmeccanica-Assistal, riguardo le tematiche della sicurezza e politiche attive sul lavoro. Si proseguirà il 21 gennaio con il confronto su due importantissimi temi: inquadramento professionale e formazione. Il 23 è previsto un incontro con i presidenti e i direttori di Federmeccanica e Assistal con i Segretari generali di Fim Fiom e Uilm. Confidiamo che da questo incontro esca un calendario di incontri per affrontare compiutamente tutti i temi che abbiamo proposto e soprattutto per ottenere un chiarimento sui punti della nostra piattaforma.

Siamo consapevoli delle difficoltà che incontreremo durante la discussione di questo rinnovo contrattuale, ma siamo anche convinti di aver avviato un confronto positivo e costruttivo con Federmeccanica e Assistal.

Appuntamenti di importante valore per la nostra organizzazione sono le inaugurazioni di due grandi sedi sindacali: una ad Atessa (Chieti) della Uilm Chieti-Pescara e l’altra di Piombino. Due realtà importanti che con grande impegno e lavoro quotidiano sono riuscite a raggiungere ambiziosi risultati. Saranno sedi al servizio dei lavoratori e dei cittadini di quei territori. Auspico che questo possa servire da stimolo per tutti gli altri.

Venerdì 17 gennaio parteciperò a un importante convegno a Genova, presso la sala del Teatro della Corte, dal titolo “Cinquant’anni dopo: riflessioni sullo spettacolo, la città e il suo porto”. L’evento ricorda il primo sciopero del 1900 e quello del luglio 1960. Modererà la tavola rotonda il giornalista Mario Paternostro. I cinque giorni di sciopero e la compatta rivolta da parte di 20 mila lavoratori e cittadini di Genova, servirono a far ripristinare la presenza di una Camera del Lavoro sciolta per decreto da parte del Prefetto di Genova in accordo con il governo Saracco. Quella determinante risposta, insieme ad altre iniziative simboliche come quelle delle cinque giornate di Milano del 1948, le quattro giornate di Napoli del 1943 e le dieci giornate di Brescia il 23 marzo 1849 ci insegnano che la democrazia e i presidi democratici non si conquistano una sola volta. Il dibattito non potrà che concentrarsi sul presente, e se quella forma di democrazia, dopo 120 anni, viene conservata o ci sono elementi che ci fanno presagire un ritorno al passato.

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