Si è riunito l’11 dicembre a Roma, presso la sede della Uil in via Lucullo, il Consiglio Nazionale della Uilm. E’ stata un’occasione importante per fare un consuntivo sull’azione sindacale sviluppata dalla nostra Organizzazione nell’anno che si sta per concludere.
Il 2018 è stato, infatti, l’anno del nostro Congresso ma anche quello della Uil: momenti importanti che ci hanno permesso di consolidare i nostri valori e la nostra forza; è stato anche l’anno dell’accordo che ha messo in sicurezza l’Ilva salvaguardando i livelli occupazionali e il settore della siderurgia in Italia; l’anno nel quale è stato avviato il negoziato per il rinnovo del Contratto Specifico di Lavoro per FCA e CNHI; durante il quale sono state concluse importanti vertenze, alcune con successo, altre che invece rischiano di produrre perdite occupazionali e sulle quali la Uilm deve continuare a impegnarsi.
Il 2018 è stato anche l’anno del nuovo governo “giallo-verde”, formatosi dal voto del 4 marzo, che ha certamente segnato un passaggio cruciale per il nostro Paese. Tuttavia non è nostro compito giudicare la politica, questo spetta ai cittadini; è nostro compito, invece, portare all’attenzione della politica, qualunque essa sia, le istanze dei lavoratori che noi rappresentiamo, con il solo scopo di risolvere i problemi e trovare delle soluzioni.
Certamente come Uilm rivendichiamo il diritto e il dovere di esprimere giudizi di merito sui singoli provvedimenti e sugli atti adottati dal governo. Per questo abbiamo riconosciuto il ruolo positivo svolto dal ministero dello Sviluppo economico sulle conclusioni delle vertenze Ilva, Whirlpool, Electrolux, solo per citarne alcune.
Su altre trattative ancora aperte, come quella di Industria Italiana Autobus (ma non solo), il giudizio non può che essere negativo, alla luce di come stanno le cose in questo preciso momento. Così come manca ancora il ripristino della CIGS per le procedure concorsuali.
Analogamente, non possiamo che essere critici sulle scelte di politiche industriali che si stanno delineando senza una visione strategica di lungo periodo, con il sostanziale blocco delle nuove infrastrutture e con la messa in discussione di programmi pluriennali per l’industria della difesa e della sicurezza.
A questo proposito si deve ricordare come queste incertezze sui finanziamenti dei programmi di sviluppo dei progetti per la difesa abbiano condotto alle procedure concorsuali anche per la Piaggio Aerospace, azienda tecnologicamente avanzata che rischia la chiusura.
La Uilm ha espresso delle gravi perplessità anche sul provvedimento cosiddetto “Bonus/Malus” che penalizza le auto diesel e benzina, con la pretesa di incentivare le auto elettriche.
Non si tratta di schierarsi pro o contro l’ambiente – tutti noi abbiamo a cuore la sua tutela – tuttavia, il provvedimento in questione finisce per disincentivare le utilitarie a motore termico (prodotte in Italia e soprattutto a Pomigliano), portando i consumatori a più basso reddito a rinviare la sostituzione di vecchie auto euro 2 o 3, mentre l’acquisto di un’auto ibrida o elettrica resterebbe ancora elitaria. Inoltre, siamo convinti che per orientare la mobilità verso l’elettrico ci sia bisogno di un serio piano di investimenti infrastrutturali. A tal proposito, dobbiamo segnalare come il “polo dell’auto elettrica” prevista a Termini Imerese sia bloccato da mesi.
Infine, la Uilm non può restare indifferente verso le richieste dei giovani lavoratori precari ai quali per effetto del Decreto “Dignità” – emanato con motivazioni condivisibili, ma con effetti non coerenti con questo spirito – viene a non essere rinnovato il contratto a termine rischiando di restare disoccupati. Occorre quindi che il governo ascolti le Organizzazioni sindacali per rendere la norma coerente con gli obiettivi che intendeva perseguire.
Il metodo del confronto con le Parti sociali, già abbandonato dai governi precedenti, deve quindi essere ripristinato per evitare che le pur buone intenzioni non siano sufficienti a portare il cambiamento atteso e che le norme producano effetti non previsti e controproducenti.
Approvato all’unanimità