Consiglio Uilm Sicilia; Palombella (Uilm): “Più salario e meno orario per vincere le sfide future e rilanciare il Sud Italia”

“Con i suoi 15mila lavoratori metalmeccanici, la Sicilia vive da anni una profonda crisi industriale, così come tutto il Sud Italia. Purtroppo, mancano investimenti e progetti per rilanciare l’industria del territorio, lo abbiamo sempre denunciato e continuiamo a farlo. L’unica realtà più positiva è quella di Catania con ST che sta vivendo un buon momento. Il prossimo rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal dovrà servire a dare un nuovo slancio al nostro settore, a partire proprio dalle regioni più in difficoltà”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

“La vertenza simbolo è quella di Termini Imerese – aggiunge Palombella – con oltre 700 persone in cassa integrazione da anni senza alcuna prospettiva occupazionale. Nell’ultimo incontro al Ministero del 25 marzo scorso è stato presentato il progetto di riqualificazione del Gruppo Pelligra, che presenta non poche difficoltà ed elementi ancora da chiarire. Diventano indispensabili sia la predisposizione di uno scivolo pensionistico, sia una garanzia occupazionale per tutti gli altri lavoratori. Infine, occorrono strumenti di politiche attive e di sostegno al reddito per i circa 200 lavoratori dell’indotto coinvolti”.

“Nello stabilimento ST di Catania – dice il leader Uilm – sono occupati circa 4mila lavoratori e come dicevo sta vivendo un momento positivo, così come Fincantieri che ha un numero sufficiente di commesse per saturare tutto il 2024, bisogna tuttavia riportare le riparazioni navali a Palermo per garantire l’occupazione nell’indotto. Mentre la situazione è sempre più complessa per Duferco e A2A nonostante le risorse disponibili, non riesce ad avviare i lavori per i nuovi impianti, dal trattamento dei rifiuti organici a una centrale a ciclo combinato, in quanto la Regione Siciliana ha identificato quella zona come ad alto rischio ambientale”.

“Per aiutare il settore e le imprese in difficoltà a uscire dalla crisi e ad affrontare le sfide future, come transizione ecologica e digitale e intelligenza artificiale – conclude – nel prossimo rinnovo del CCNL chiederemo soprattutto più salario e meno orario. L’incremento salariale di 280 euro al livello medio deve essere una delle nostre priorità per restituire ai lavoratori quello che è stato eroso dall’inflazione, e la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali può servire a rendere le fabbriche più attrattive per i giovani, oltre che più produttive”.

Ufficio Stampa Uilm