Consiglio regionale Uilm Sicilia; Palombella (Uilm): “Il rinnovo del contratto può dare nuovo slancio all’industria del Sud, contro la desertificazione”

“La Sicilia, con i suoi 15mila lavoratori metalmeccanici, sta vivendo come gran parte del Sud Italia una profonda crisi industriale e una desertificazione che dura da anni. Mancano investimenti e progetti per rilanciare l’industria del territorio. L’unica realtà più positiva è quella di Catania con ST che sta vivendo un buon momento. Il prossimo rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal dovrà servire a dare un nuovo slancio al nostro settore, a partire proprio dalle regioni più in difficoltà”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.

“Nello stabilimento ST di Catania – aggiunge – sono occupati circa 4mila lavoratori e come dicevo sta vivendo un momento positivo, con numerosi investimenti e costruzione di un nuovo stabilimento. In queste settimane sono in corso anche le trattative per il rinnovo dell’integrativo, che procede con qualche difficoltà. Sempre a Catania, Acciaierie di Sicilia sta vivendo una situazione non facile, anche a causa del caro energia”.

“A Palermo – spiega ancora Palombella – con la chiusura nel 2011 del sito Fiat di Termini Imerese, ci sono oltre 700 persone in cassa integrazione da anni senza alcuna prospettiva occupazionale. I progetti sono tutti naufragati, tra cui Blutec con indagini per frode. Da tempo chiediamo risposte al Governo senza ottenere nulla. Anche per questo a luglio abbiamo scioperato ottenendo anche una grande adesione dei lavoratori. In Fincantieri siamo in attesa del completamento del bacino da 150mila tonnellate che dovrebbe essere in fase di arrivo”.

“Per aiutare il settore a uscire dalla crisi e ad affrontare le sfide future, come transizione ecologica e digitale e intelligenza artificiale – conclude il leader Uilm – nel prossimo rinnovo del CCNL chiederemo soprattutto più salario e meno orario. L’incremento salariale deve essere una delle nostre priorità per restituire ai lavoratori quello che è stato eroso dall’inflazione, e la riduzione dell’orario di lavoro deve servire a rendere le fabbriche più attrattive per i giovani, oltre che più produttive”.

Ufficio Stampa UILM