Whirlpool, Ficco (Uilm): “Usare il tempo guadagnato per convincere la multinazionale a non lasciare Napoli e a non disimpegnarsi dall’Italia”

“Benché a inizio novembre abbia evitato di cedere lo stabilimento di Napoli o di avviare altre procedure di cessazione, oggi Whirlpool non ha purtroppo dimostrato di aver davvero mutato il suo proposito di fondo, limitandosi a dichiarare una generica disponibilità al confronto. Ma noi non ci arrendiamo, cogliamo questa disponibilità al dialogo per rivendicare ancora una volta il rispetto degli accordi sottoscritti a salvaguardia di Napoli e degli altri stabilimenti italiani e per chiedere al Governo di varare finalmente provvedimenti in grado di influire sulla vertenza. Auspichiamo che il Governo possa agire in sinergia con le disponibilità espresse dalla Regione Campania”. Lo dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero dello Sviluppo economico presieduto dal Ministro Patuanelli.
“La Direzione di Whirlpool – spiega Ficco – continua a ripetere che la produzione di lavatrici non è sostenibile e che quindi al momento è garantita solo fino a marzo; inoltre registriamo livelli produttivi bassissimi anche negli altri stabilimenti e si parla perfino di tagli molto pesanti delle funzioni di staff in Lombardia e nelle Marche. Noi siamo invece convinti che l’Italia possa vincere la sfida della competizione nonostante la concorrenza per molto versi sleale di altre nazioni, ma deve essere messa in condizione di esprimere le proprie eccellenze, deve fare sistema e l’intervento pubblico non deve più essere demonizzato, come purtroppo accade da troppi anni”.
“Il Ministro Patuanelli – conclude Ficco – ha tracciato un percorso di confronto con tavoli tecnici in preparazione di una plenaria da tenersi il 20 gennaio 2020, che a questo punto sarà decisiva, e si è detto pronto a assumere tutte le decisioni utili a sostenere il piano industriale originario e a garantire la continuità produttiva di Napoli. Ma è sempre più evidente che occorrono anche nuovi leggi, poiché quelle attuali sono armi del tutto spuntate contro le delocalizzazioni”.

Ufficio stampa Uilm