Wärtsilä Italia. Fim Fiom Uilm: la multinazionale gira le spalle al Paese

Oggi 7 settembre al Ministero dello Sviluppo Economico i Ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando, alla presenza del Presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, hanno riconvocato il tavolo di crisi Wartsila alla luce dell’apertura della procedura dello scorso 14 luglio  per la dismissione di parte dell’attività produttiva  e il conseguente licenziamento 451 dipendenti del sito di Bagnoli (TS).

Nell’incontro Fim Fiom Uilm hanno ribadito la richiesta di ritiro dei licenziamenti  e di interrompere la procedura. È stato sottolineato che ci sono ancora tutte le condizioni industriali per mantenere le produzioni di motori marini e propulsori per le centrali elettriche. Posizione sostenuta anche dal Governo.

L’azienda ha respinto le richieste dei lavoratori, del sindacato e del governo confermando la delocalizzazione e i licenziamenti

Si tratta di una “delocalizzazione a tradimento” con 451 licenziamenti che si configura sempre più come decisione scellerata, politica e non industriale.

Wartsila ancora una volta gira le spalle, non solo al governo Italiano, ma a tutto il paese.

Abbiamo apprezzato la posizione espressa a nome del Governo, dai Ministri Giorgetti e Orlando nel rivendicare la continuità produttiva e occupazionale e riconoscere nel sito triestino una vocazione industriale strategica per l’intera filiera della cantieristica .

Importante ora un intervento urgente del parlamento per modificare la Legge 234/21 introducendo misure più efficaci nel contrastare  le scellerate delocalizzazioni di multinazionali.

Contro queste  scelte di  Wartsila, che pregiudicano il futuro dell’intera Wartsila Italia, Fim Fiom Uilm proclamano un ulteriore pacchetto di almeno 8 ore di sciopero da effettuarsi in tutti i siti secondo le modalità definite dalle Rsu.

Il Coordinamento Sindacale Nazionale

FIM-FIOM-UILM della Wärtsilä Italia

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