Softlab continua il gioco delle tre carte. Necessarie soluzioni concrete!

Si è tenuto oggi l’incontro, da remoto, con referenti del Gruppo Softlab in merito alla cessione di ramo che la Softlab Tech e la Softlab DIGI hanno operato verso Softlab Next, nuova creatura della galassia del gruppo Softlab della quale ci è ignota missione industriale se non la peculiarità di poter drenare ennesime risorse mentre le cedenti hanno il solo dono di farle sparire. All’incontro, concesso in barba alle procedure, due giorni prima del passaggio delle lavoratrici e dei lavoratori, mancano l’AD della nuova società Softlab Next che aveva dichiarato di voler illustrare il piano industriale e i firmatari con procura speciale di Softlab Next e Softlab Digi. Senza la conoscenza del piano industriale, quindi delle prospettive occupazionali e industrial, abbiamo chiesto di posporre i termini della procedura per dar modo alle organizzazioni sindacali e alle RSU di valutare nel suo complesso l’obiettivo di tale operazione. L’ azienda non accolto la richiesta  Il tavolo si è concluso con l’ennesimo strappo di un’azienda che non avendo risposte da dare sfugge al dialogo e alle domande. Queste però rimangono tutte inevase:  quando percepiranno gli stipendi i lavoratori in attesa dal mese di giugno? Perché l’azienda dopo aver incassato 12 milioni non è nuovamente in grado di pagare gli stipendi? Quale il destino delle lavoratrici e dei lavoratori di tutto il gruppo? Quali le conseguenze dell’ennesima scatola societaria nella quale sembrano confluire le attività meno malandate del gruppo?  Per quanto riguarda Fim, Fiom e Uilm nazionali è necessario che il 6 settembre al tavolo ministeriale l’azienda si presenti con risposte concrete e soprattutto che le Istituzioni vigilino attivamente non solo sulle risorse pubbliche, che l’azienda ha incassato, ma anche e soprattutto sul futuro delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono di cassa integrazione e di esasperazione da anni.  E’ necessario evitare che le promesse e i mille piani industriali avanzati fino adesso si trasformino in un castello di carta e in un possibile crack finanziario.  In attesa delle necessarie risposte al tavolo del Mimit le OO.SS. si riservano di valutare anche la condotta antisindacale nella gestione dell’ennesimo spostamento di risorse nella incomprensibile galassia del gruppo Softlab.

 Fim, Fiom, Uilm nazionali