Ilva: Taranto; Palombella (Uilm): “L’azienda rispetti i patti: assunzione per i 150 interinali che sono al lavoro e per i 500 al momento disoccupati” Chiesto un confronto urgente col “management” del gruppo siderurgico

Dichiarazioni di Rocco Palombella, Segretario nazionale della Uilm

“Assumere i 150 lavoratori interinali, attualmente addetti in azienda, ed i 500 che al momento sono fuori dal ciclo produttivo. Lo stabiliva l’intesa tra Ilva Uilm e Fim: un patto firmato nel maggio del 2008 che ora deve essere rispettato”.
E’ Rocco Palombella, “leader” delle tute blu di Taranto e da giugno 2009 anche Segretario nazionale della Uilm, ad inoltrare un severo monito al gruppo siderurgico controllato dalla famiglia Riva mentre si sta registrando una forte ripresa produttiva proprio nel sito della città pugliese, al punto che si sta arrivando a ridurre gradualmente il numero dei cassintegrati dello stabilimento tarantino dai 4.500 previsti a 1.500 attuali.
“La risalita produttiva è del 75 per cento rispetto alle stime dello scorso anno – spiega in termini tecnici il dirigente nazionale della Uilm – e ciò è dovuto alla messa in funzione di impianti aggiuntivi all’interno del sito Ilva come ‘l’altoforno numero 1’, ‘le batterie 3 e 4’, ‘le CCO 1-5’, ‘il convertitore dell’acciaieria numero 1’. Quindi, se la produzione ha ripreso il ritmo dei tempi migliori, è bene che a tutti gli interinali assunti dall’Ilva venga estesa la tutela occupazionale e quella retributiva proprio come prevede l’accordo della primavera del 2008 firmata con l’azienda dai metalmeccanici di Uil e Cisl”. Alla Uilm “non va giù” la demagogia di quel sindacato che non firmò l’intesa suddetta: “Prima hanno chiesto di interrompere i contratti degli interinali- spiega Palombella- per far scendere il livello dei lavoratori in Cigo; ora, vogliono far credere che sono i paladini a difesa di quanti hanno contratti di lavoro somministrato all’Ilva. Una contraddizione bella e buona, dato che l’accordo integrativo aziendale prevedeva una percentuale del 16% di interinali, mentre il nostro porta quel dato percentuale al 9%. Solo che Uilm e Fim con l’accordo di maggio 2008 hanno voluto tutelare quei lavoratori dai contratti instabili, mentre la Fiom ha preferito non firmare. Salvo ripensarci oggi, ma a parole”. La Uilm, quindi, ha chiesto un confronto urgente con il “management” dell’Ilva “perché è necessario- conclude Palombella- richiamare al lavoro tutti i 500 interinali espulsi dalla fabbrica evitando nel frattempo di allargare la platea delle assunzioni a tempo senza un preciso piano di stabilizzazione”.

Ufficio Stampa Uilm

Roma, 1 febbraio 2010