Ex Ilva; Palombella (Uilm): “Inaccettabili 5mila esuberi, azienda incomprensibile”

“Fino all’ultimo minuto a disposizione abbiamo cercato di far ragionare l’azienda per farle assumere scelte di responsabilità verso i lavoratori. L’azienda ha perso un’occasione importante per cambiare il futuro dell’ex Ilva e dare una speranza a tutti lavoratori. Invece, ancora una volta, sono gli stessi lavoratori a pagare il costo più alto di una situazione che va avanti ormai da troppo tempo e che è figlia di un fallimento aziendale e politico. La situazione di forte crescita del mercato, le parole del Premier Draghi sulla centralità dell’ex Ilva per la siderurgia nazionale e l’obiettivo produttivo di 6 milioni tonnellate sono condizioni che non giustificano tremila esuberi. Al contrario, deve essere previsto il rientro a lavoro di tutti gli 8.200 a Taranto e 10.700 in tutto il Gruppo, così come previsto dall’accordo del 2018, unico valido e votato dai lavoratori. Non potevamo mai accettare tremila esuberi strutturali, vogliamo salvaguardare l’occupazione, l’ambiente e il futuro industriale”. Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.

“L’azienda oltre alla previsione di 3mila esuberi non ci ha dato alcuna indicazione specifica sul futuro assetto societario che potrà avvenire a maggio, se ci sarà o meno la salita al 60% di Invitalia – continua – nè sulle tempistiche di costruzione e messa in marcia del forno elettrico, dell’impianto di pre ridotto e dell’altoforno 5”.

“Con questo piano l’azienda prevede nel tempo il licenziamento di 3mila lavoratori, a cui si aggiungono i 1.700 attualmente in Amministrazione straordinaria – aggiunge – un disastro occupazionale inaccettabile”.

“Dopo questo atto incomprensibile da parte dell’azienda vogliamo capire dal Governo cosa intende fare, se può permettere tutto questo – conclude – noi metteremo in campo ogni iniziativa per difendere i lavoratori e per garantire il risanamento ambientale e il futuro industriale”.