“La competitività dei nostri cantieri navali si determina con adeguati e tempestivi investimenti pubblici e privati in opere infrastrutturali portuali per incrementare ulteriormente le capacità produttive del nostro sistema manufatturiero. Ovviamente con gli investimenti si garantisce la salvaguardia e lo sviluppo occupazionale. Ma il mercato non aspetta e i competitor esteri avanzano in un mercato estremamente competitivo, rispetto al peso della burocrazia italiana che incide negativamente sui tempi di risposta”. Lo dichiara Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, al termine dell’incontro sulla Cantieristica tenutosi questa mattina presso la Sala Monumentale di Palazzo Chigi.
“Con Fincantieri l’Italia primeggia con la più grande azienda di cantieristica in Europa e fra le prime nel mondo con oltre 10mila addetti diretti e oltre 40mila indiretti, impegnati nei cantieri e nelle sedi italiane, e un volume di affari di poco inferiore a 8 miliardi di euro” prosegue.
“Ma oggi abbiamo due priorità: i cantieri Fincantieri di Castellammare e Muggiano – sottolinea Gambardella – Per quanto riguarda il cantiere stabiese, realtà di grande tradizione, professionalità e competenze di eccellenza, nonostante la disponibilità di investire da parte di Fincantieri, gli iter burocratici ed amministrativi, che da anni si protraggono, hanno impedito finora l’investimento del nuovo bacino che consentirebbe un incremento della produttività e la competitività del sito”.
“Per Muggiano – continua – è altrettanto importante ed ancora più urgente la costruzione del nuovo bacino in ragione della prossima scadenza delle certificazioni di quello esistente. Bisogna sottolineare come il sito spezzino, integrato con quello di Riva Trigoso, sia il cantiere di eccellenza in Italia per la costruzione dei mezzi navali della Difesa italiana e di altre marine estere”.
“Auspichiamo che il Governo assuma la regia dei ministeri competenti, istituzioni locali ed enti ed autorità interessate, per rispondere, in tempi brevissimi, per individuare soluzioni per quelle che possono rischiare di essere nel prossimo futuro emergenze occupazionali e industriali” conclude.
Ufficio stampa Uilm