Alcoa: Dichiarazione di Mario Ghini: “Incontro aggiornato all’8 febbraio, alle ore 19.30. L’azienda fino ad allora non attuerà alcun tipo di decisione. Siamo amareggiati per lo stato del confronto: addetti e siti dove lavorano vanno salvaguardati”

Dichiarazione di Mario Ghini, Segretario nazionale della Uilm

“L’incontro tra le parti è ripreso alle ore 1.30 del 3 febbraio, dopo una sospensione durata circa quattro ore e subito riaggiornato.Nella riapertura di confronto il Sottosegretario Gianni Letta ha chiesto all’ingegner Giuseppe Toia, Ad del gruppo siderurgico in Italia di presentare personalmente le novità emerse questa sera al ‘board’ americano ed è stata fissata la data di un nuovo incontro a Palazzo Chigi: 8 febbraio alle ore 19.30.Fino ad allora l’azienda non potrà intraprendere alcuna decisione: se Alcoa dovesse proseguire nell’intento di fermare gli impianti, il governo ha dichiarato che si attiverà di conseguenza nei confronti della multinazionale. Ancora una volta il “management” del gruppo siderurgico in questione ha dimostrato inaffidabilità ed ambiguità non avendo più alibi rispetto alle ulteriori aperture del Governo formalizzate questa sera e dopo la disponibilità dei vertici della Ue manifestata alla Presidenza del Consiglio italiana. Eppure, il gruppo industriale statunitense ha deciso nuovamente di rinviare ogni decisione, per non assumersi la dovuta responsabilità verso i lavoratori che meritano di conoscere quale sarà il loro futuro. Il Sindacato ribadisce che i due stabilimenti di Fusina e Portovesme devono rimanere aperti e continuare a produrre. Se l’azienda prosegue con l’atteggiamento dimostrato anche nel corso di questa sera usando azioni unilaterali è bene che conosca quale può essere la reazione dei lavoratori. Infatti, le Organizzazioni sindacali presenti al tavolo di confronto hanno chiesto al Governo di utilizzare tutti i mezzi a tutela e salvaguardia degli addetti italiani del gruppo Alcoa a partire dal sequestro attivo dei siti dell’azienda sul territorio nazionale”.

Ufficio Stampa Uilm

Roma, 3 febbraio 2010