Le recenti dichiarazioni di Jean-Marc Chery, CEO di STMicroelectronics, alimentano dubbi sul futuro degli stabilimenti italiani, creando forte preoccupazione tra i lavoratori. L’annuncio di riduzioni dei costi, insieme alla necessità di migliorare efficienza e competitività, solleva interrogativi cruciali sul destino delle nostre sedi produttive.
RIDUZIONE DEI COSTI: QUALI CONSEGUENZE?
Chery ha specificato che le riduzioni di costo saranno attuate tramite:
- Esodi volontari incentivati, in accordo con le parti sociali.
- Turnover limitato, con l’assunzione di una sola persona ogni tre uscite.
Nonostante le rassicurazioni sul fatto che non ci saranno chiusure di siti produttivi, rimangono dubbi sull’effettiva sorte delle fabbriche meno competitive. La strategia aziendale mira a:
- Accelerare i processi produttivi, concentrandosi sulla produzione a 300 mm e riducendo gradualmente quella a 200 mm.
- Limitare gli investimenti nei 200 mm, favorendo dove possibile la conversione a 300 mm.
Tuttavia, come Sindacato, ci chiediamo: cosa accadrà ai siti che non possono essere convertiti a 300 mm? Questa domanda cruciale resta senza risposta.
Chery ha ribadito che un sito incapace di soddisfare i nuovi standard di efficienza sarà sottoposto a revisione.
SCENARIO GLOBALE E PERFORMANCE DI ST
Il 2024 si è rivelato un anno difficile per il settore dei semiconduttori, con STMicroelectronics che ha registrato risultati inferiori rispetto alle attese e ai competitor. Le difficoltà derivano da un contesto globale complesso:
- Cina: nonostante segnali positivi nei settori automotive ed energetico, l’embargo USA e le difficoltà del comparto edile pesano sull’economia.
- Europa: l’economia è in crisi, trascinata dalla recessione tedesca, con un forte impatto sul settore automotive.
Queste dinamiche hanno influito su ST in modo significativo:
- Il settore industriale, che genera oltre il 70% del fatturato aziendale, è stato colpito dalla stagnazione economica e dall’accumulo di giacenze post-pandemia.
- Il settore automotive ha subito un calo dovuto alla crisi dell’auto elettrica, legata a:
- Prezzi elevati senza incentivi adeguati.
- Incertezza sul valore futuro delle vetture, aggravata dall’obsolescenza delle batterie.
- Mancanza di infrastrutture di ricarica.
- Aumento dei costi energetici.
PREOCCUPAZIONI PER GLI STABILIMENTI ITALIANI
Tra i siti italiani, Agrate Brianza (AG200) è l’unico attualmente saturo. Restano invece molte incertezze sul futuro del Campus SiC di Catania, progettato per produrre carburo di silicio e soddisfare il 70% della domanda europea di auto elettriche.
Tuttavia, il calo delle vendite di auto elettriche e le difficoltà strutturali del settore sollevano dubbi sulla sostenibilità del progetto. Inoltre, circolano voci di trasferimenti di personale dal vecchio sito di Catania al nuovo, senza chiarimenti ufficiali sul destino del vecchio stabilimento.
LE NOSTRE RICHIESTE
Per affrontare questa situazione di incertezza, chiediamo con forza:
- Un intervento diretto del Governo, in qualità di attore chiave, per ottenere da STMicroelectronics garanzie chiare sul futuro degli stabilimenti italiani e dei lavoratori.
- La sospensione di ogni dismissione dei vecchi reparti di Catania fino a quando non saranno forniti chiarimenti definitivi sul nuovo stabilimento, evitando di replicare situazioni critiche come quelle vissute con il caso M6.
È imperativo proteggere un settore strategico come quello dei semiconduttori e garantire un futuro certo per i lavoratori, che ogni giorno contribuiscono con professionalità e dedizione alla crescita dell’azienda.
L’IMPEGNO DELLA UILM
La UILM continuerà a vigilare e a difendere gli interessi dei lavoratori, sollecitando risposte chiare e garanzie concrete per il futuro degli stabilimenti italiani di STMicroelectronics.
Uilm Nazionale