SKF, 170 uscite volontarie in Italia Turnover per il 60% degli operai

Skf, multinazionale leader mondiale nella produzione di cuscinetti a sfera, ha annunciato l’intenzione di avviare un percorso di uscita per circa mille addetti di staff nel mondo nell’arco di due anni, di cui 90 uscite volontarie incentivate per impiegati occupati in Italia, oltre a 80 operai. Lo ha reso noto oggi l’azienda durante un incontro con le organizzazioni sindacali che si è svolto all’Unione industriale di Torino.

L’accordo tra le parti prevedrà un turnover minimo del 60 per cento per gli operai in uscita a livello regionale e delle assunzioni sulle nuove tecnologie incentrate sulla transizione ecologica per quanto riguarda lo staff. Nell’ambito della riorganizzazione che il gruppo sta completando in Italia, i sindacati hanno chiesto la ricollocazione di tutti i lavoratori coinvolti. L’operazione, incentrata sulla riduzione dei costi aziendali, è partita a marzo 2021 con l’annuncio di un nuovo stabilimento dei Super precisi ad Airasca e prevede l’accorpamento del sito di Pianezza e Villar Perosa. È previsto trasferimento della produzione dei giunti omocinetici di Poggio Rusco (Mantova), sempre ad Airasca nel sito automotive, e il trasferimento del sito di Moncalieri all’interno del perimetro aziendale.

Dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Vito Benevento, coordinatore nazionale Skf per la Uilm: “Abbiamo chiesto all’azienda nuove assunzioni per affrontare la trasformazione tecnologica in corso e in considerazione degli accorpamenti che il gruppo sta definendo in alcune realtà. Come in altri gruppi, la Uilm ha rivendicato che, a fronte di fuoriuscite volontarie, vi siano nuovi ingressi di lavoratori. Oltre al mantenimento dei posti di lavoro, è nostra responsabilità garantire un futuro ai giovani. È altrettanto doveroso da parte dell’azienda manifestare lo stesso senso di responsabilità nella gestione della transizione ecologica. Abbiamo ottenuto come minimo il 60 per cento di nuovi ingressi a fronte delle uscite tra gli operai, e nuove figure professionali destinate alla transizione ecologica sugli staff”.

Ufficio Stampa Uilm