Maticmind: una secchiata d’acqua fredda, a freddo

Nell’ambito del confronto avviato su iniziativa delle Organizzazioni sindacali e delle RSU di Maticmind con la Direzione Maticmind in materia di smart working nella fase “post pandemica”, il giorno 6 aprile la parti si sono incontrate e in quella sede la Direzione ha comunicato che superata la fase emergenziale – ulteriormente prorogata al 30 giugno 2022 – il ricorso allo Smart working sarà ridotto a una giornata a settimana mentre aumenteranno le aree di attività per le quali sarà completamente escluso.

In alternativa, si potrebbe passare da un giorno a due giorni a settimana laddove si rinunciasse all’erogazione del “buono pasto” nelle giornate di smart working.

La Direzione aziendale in sostanza ha posto l’intera popolazione aziendale, per la sola volontà di approfittare della situazione, di fronte a un bivio: “ridurre lo smart working” o “rinunciare al buono pasto”.

E questo, senza che vi siano ragioni tecniche od organizzative, visto che nel recente passato, si sono lodati i lavoratori per la performance aziendale degli ultimi due anni e, senza valutare i risparmi per l’azienda correlati allo smart working e i maggiori oneri che invece ricadono sui lavoratori.

La delegazione sindacale ha ovviamente illustrato dettagliatamente alla Direzione queste ragioni e ha reputato inaccettabile il “bivio” di fronte al quale la Direzione ha inteso porre questo confronto.

Per questo, la delegazione sindacale intende illustrare le ragioni dei lavoratori in una campagna di assemblee – in presenza o da remoto – per contrastare questa posizione aziendale che ha come fine ultimo un maggior lucro di Maticmind ai danni dei propri dipendenti.

Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali

Le RSU Maticmind”