Leonardo divisione Aerostrutture: senza certezze sul futuro è inevitabile la mobilitazione

Si è tenuta oggi a Roma la riunione fra il Coordinamento nazionale delle RSU della Divisione Aerostrutture, alla presenza delle strutture territoriali e delle segreterie nazionali, e la Direzione aziendale della Divisione Aerostrutture di Leonardo che ha fornito i dati di riepilogo emersi dagli incontri di sito effettuati negli stabilimenti di Foggia, Grottaglie, Nola e Pomigliano.

Il quadro della Divisione tracciato oggi dall’Azienda per il 2022 non aggiunge elementi rispetto ai precedenti incontri e ha reso evidente ancora una volta come sia di vitale importanza affrontare il vero tema, quello industriale, che genera criticità più o meno importanti in tutti i siti.

Le preoccupazioni riguardanti il futuro industriale della Divisione Aerostrutture sono oggi le stesse che erano in essere già ben prima della pandemia ma, nonostante si sia sempre rivendicato quel riequilibrio industriale tra le Divisioni, purtroppo si è preferito contestualizzare il problema in un’area geografica già fortemente penalizzata da gravi carenze industriali.

Solo a partire dall’ultimo biennio si è invertito il trend e sono stati avviati programmi di investimento e di innovazione che hanno riacceso le speranze ma non sono stati in grado di colmare la vera lacuna che attanaglia la Divisione Aerostrutture, il modello produttivo fondato sul binomio monocliente-monoprogramma è chiaramente letale poiché nei momenti di crisi come quello generato dalla pandemia si resta stritolati dalla flessione produttiva.

E poiché invece, come dimostrato nei siti dove insistono diversificazioni la difficoltà è minore, questa è la giusta occasione per ripensare gli equilibri produttivi fra civile e militare stabilendo senza indugio alcuno che le attività relative all’EuroMale siano sviluppate interamente all’interno della Divisione Aerostrutture e questa è ormai una scelta politica obbligata su cui non si può tergiversare che deve essere affiancata dal rafforzamento delle attività di ricerca, sviluppo e produzione.

A questo punto la questione deve essere posta all’amministratore delegato di Leonardo che dovrà assumersi la responsabilità di individuare una soluzione condivisa, unica via per proseguire il rilancio della Divisione che le cui attività sono state definite “core” per Leonardo.

Lo abbiamo ribadito con tutti i toni possibili, a volte anche con accenti sopra le righe quando lo abbiamo ritenuto necessario, non possiamo più limitarci a discutere del solo vuoto lavoro. Serve dare una “scossa” a questa situazione di staticità, ma siamo anche fermamente convinti che ragionare sia una via sicuramente più accorta se ce ne saranno le condizioni.

Vi sarebbero di certo altre importantissime questioni correlate al problema del vuoto lavoro che riteniamo vadano affrontate in fretta facilitando la costruzione di una soluzione, come il tema dei lavoratori aderenti all’accordo di isopensione, per i quali l’Azienda dovrebbe fare uno sforzo in più per incentivarli all’uscita anticipata, o come i lavoratori in rientro da Pomigliano che dovrebbero essere indirizzati verso altre divisioni che attualmente vantano volumi di produzione nettamente al di sopra della propria capacità produttiva. Ci sono poi da discutere anche delle ricadute sui lavoratori della Leonardo Logistic in forza alla Divisione Aerostrutture, ma Leonardo deve iniziare a guardare le possibili soluzioni con opportuno ottimismo e una maggior fiducia.  

Per la UILM è importante rimarcare il concetto che, in assenza di prospettive industriali in grado di garantire un futuro certo alla Divisione Aerostrutture, non è possibile proseguire alcuna discussione. Il prossimo 16 novembre nell’ambito dell’incontro con l’AD di Leonardo, tenteremo un approccio costruttivo che possa produrre quelle soluzioni da tempo rivendicate dalla Uilm e che possa dare quelle garanzie necessarie al superamento di questa grave crisi.

Se non dovessimo uscire dall’incontro del 16 con queste rassicurazioni circa il futuro della Divisione, non avremo altra via che la mobilitazione.

Uilm nazionale