Jabil: confermati 350 esuberi, vertenza in salita

Giovedì 17 ottobre 2019 presso il Mise si è svolto l’incontro tra la direzione della multinazionale americana Jabil e il coordinamento sindacale della RSU unitariamente alle OO.SS. FIM, FIOM, UILM e FAILMS nazionali e territoriali, presente la Regione Campania con la Dott. ssa Palmieri.

L’azienda ha esposto il piano industriale triennale 2020/2022, illustrando le strategie, i numeri in termini di fatturato (131 mld$ nel 2018 e 71 mld$ nel 2019), carichi di lavoro, oltre alla situazione produttiva e lavorativa che a regime prevede la piena saturazione dell’occupazione ad aprile 2020 con 357 dipendenti, confermando un esubero strutturale di 350 lavoratrici e lavoratori sui 707 attuali in forza.

La multinazionale ha inoltre comunicato di aver inoltrato la richiesta per la proroga fino a marzo 2020 della CIGS e anche il Mise ha dichiarato che si farà parte attiva affinché vengano previste e stanziate le risorse finanziarie necessarie per la copertura economica della stessa da parte del governo.

Il prolungamento della CIGS è importante soprattutto per trovare le soluzioni alla crisi Jabil e si attende a riguardo la convocazione del Ministero del Lavoro per il prolungamento per ulteriori 4 mesi.

Le Organizzazioni sindacali hanno evidenziato la non soddisfacenza delle soluzioni prospettate dall’azienda chiedendo la previsione di ulteriori incontri di approfondimento per far chiarezza su molti aspetti del piano industriale.

In particolare sulla reindustrializzazione pur apprezzando l’impegno di aver ricercato progetti produttivi, alcuni di loro hanno tempi lunghi di attuazione che non garantiscono la continuità e stabilità produttiva.

Il Governo ha ribadito e chiesto all’azienda di proporre solo iniziative di reindustrializzazione che siano in grado sin da subito di dare continuità lavorativa.

Inoltre i rappresentanti del Governo hanno invitato l’azienda a riprendere e ripristinare il percorso intrapreso tre mesi fa nei confronti sia dei lavoratori che hanno accettato l’uscita incentivata sia di quelli che hanno scelto le proposte lavorative di nuove aziende.
Non sono accettabili sia la proposta di incentivazione all’uscita volontaria di 60.000,00 euro, che risulta essere esattamente la metà di quella riconosciuta in precedenza, che l’incentivo previsto per i lavoratori che accettino le proposte di reindustrializzazione, che passa da 40.000,00 euro a solamente 5.000,00 €.

Il governo ha aggiornato la riunione per la metà di novembre e unitamente al sindacato ha chiesto di fare passi avanti rispetto alle posizioni aziendali.

Oggi registriamo negativamente il piano prospettato dall’ azienda, pertanto saranno previste assemblee informative e verranno programmate iniziative a sostegno della difficile vertenza.

FIM FIOM UILM FAILMS
Nazionali, Territoriali e RSU