Intervista di Antonino Regazzi al Velino
Il testo integrale dell’agenzia di stampa siglata da Saviana Sileo
Come si conviene ai “grandi incontri”, domani ci saranno tutti a Palazzo Chigi per la presentazione del piano industriale della Fiat, prevista alle ore 16. Per il governo la lista dei ministri che parteciperanno è lunga, a partire dal titolare dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Ma fonti sentite dal VELINO annunciano anche la presenza del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, del titolare del Lavoro Maurizio Sacconi, del ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto e della responsabile dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Non solo. La stessa delegazione delle parti sociali è imponente: interverranno al tavolo con il Lingotto e l’esecutivo sia Cgil, Cisl e Uil che le rispettive federazioni dei metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm. Ovviamente ci saranno pure i presidenti delle Regioni in cui la Fiat ha i propri stabilimenti. A cominciare dalla Sicilia e dalla Campania. “Termini Imerese e Pomigliano d’Arco – ha ricordato al VELINO il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi – sono i siti più a rischio”, è ovvio che “tutti vogliamo sapere cosa succederà”. Ma se per lo stabilimento palermitano “fosse confermata la riconversione industriale dal 2012”, ha continuato Regazzi, “ben vengano altri costruttori stranieri”. Perchè “è un doppio errore pensare di trasformare Termini da produttore auto a produttore di componenti”, quindi “se ci fosse qualcuno realmente interessato, siamo aperti a nuove soluzioni”. Più in generale, ha osservato il leader della Uilm, “resto convinto che in Italia si possano e si debbano produrre più autovetture”, “lo fanno già in Germania e in Francia” e il Belpaese ha una capacità produttiva “potenziale tra 1,3 e 1,5 milioni di unità” mentre ora “siamo fermi a 650 mila macchine costruite” all’anno e “il resto lo facciamo fare agli altri”. Eppure “abbiamo una grande cultura dell’auto – ha proseguito Regazzi – soprattutto per quanto riguarda il segmento medio-piccolo e per le utilitarie”. Senza contare che “in un paese industrializzato come il nostro, il comparto automotive ha una funzione imprescindibile e inderogabile” sia “sotto il profilo economico che occupazionale”. Quindi “domani ascolteremo il piano della Fiat e poi diremo la nostra”, ha concluso il segretario delle tute blu della Uil, ma “sappiamo già che il problema sostanziale è solo dove il Lingotto intende produrre” e “noi vogliamo che sia il nostro paese”.
Ufficio Stampa Uilm
Roma, 21 dicembre 2009