di Chiara Romanazzi
Dal 2 al 5 giugno, Budapest è stata il centro nevralgico del mondo sindacale industriale europeo, ospitando il IV Congresso di IndustriAll Europe dallo slogan: Unire i lavoratori per un futuro industriale. Questo importante consesso ha riunito rappresentanti di oltre 7 milioni di lavoratori dei settori manifatturiero, minerario ed energetico di tutto il continente. È stato il primo congresso che si è svolto di persona, dopo la pandemia, difatti il congresso non si riuniva fisicamente dal lontano 2016 a Madrid, mentre, a causa della pandemia, il terzo congresso si svolse online nel 2021.
Una nuova caratteristica di questo IV congresso di IndustriAll Europe, è stato il voto elettronico che si è svolto per la prima volta a livello sindacale, tramite la votazione su piattaforma Quizzbox, per l’elezione della squadra dirigente. Sono stati confermati alla guida del sindacato industriale europeo: Judith Kirton Darling come Segretaria generale, Isabelle Barthès come Segretaria generale aggiunta e Michael Vassiliadis come presidente, eletti con il 98% di voti a favore e nessun astenuto.
TRANSIZIONE GIUSTA
La Segretaria gnerale, dopo la sua elezione, ha dichiarato che il sindacalismo è un profondo impegno nei confronti dei lavoratori e delle comunità che presentiamo. La Transizione Giusta non è uno slogan o un concetto tecnocratico: è una visione radicale del potenziamento dei lavoratori e di una forte contrattazione collettiva. Ha dichiarato che “Nei prossimi 4 anni, dobbiamo lottare e garantire che la politica industriale non sia un assegno in bianco per i datori di lavoro, ma che porti dividendi reali per i lavoratori e le loro comunità. Ecco perché chiediamo condizionalità sociali: un nuovo contratto sociale tra industria, governo e lavoratori. E solo un movimento sindacale forte e unito può lottare e vincere quel contratto. Costruire il potere sindacale deve quindi rimanere il principio guida di industriAll Europe e delle sue 180 organizzazioni che ne fanno parte e che rappresentano 7 milioni di lavoratori”.
Isabelle Barthèse, ha dichiarato che: “Nei prossimi quattro anni, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, rimanere uniti e rafforzare la nostra mobilitazione. Difenderemo ciò che abbiamo raggiunto, costruiremo il potere sindacale e rafforzeremo il dialogo sociale e la contrattazione collettiva, il lavoro centrale dei sindacati e la chiave per una trasformazione industriale equa. Con l’intensificarsi degli attacchi ai diritti dei lavoratori e dei sindacati, la nostra lotta è chiara: è una lotta per la democrazia, la solidarietà e l’uguaglianza. La democrazia è minacciata in tutta Europa. E la democrazia inizia dal lavoro, dando voce a tutti i lavoratori. La nostra lotta è una lotta per la democrazia, e sarà al centro di tutto ciò che faremo nei prossimi 4 anni”.
Infine, il Presidente Michael Vassiliadis, presente nel gruppo dirigente di IndustriAll Europe dalla sua fondazione e cioè dal 2012, ha dichiarato che: “Nell’attuale crisi, è fondamentale che il movimento sindacale europeo si unisca, costruisca reti e prenda una posizione chiara. Insieme, abbiamo la responsabilità di milioni di lavoratori nel nostro continente. Siamo la forza trainante di un futuro europeo basato sulla democrazia, la prosperità e un buon lavoro industriale. L’importanza del nostro lavoro è evidente qui a Budapest, un luogo dove la libertà e la democrazia sono sotto pressione. Si tratta di uno sviluppo che stiamo osservando anche in altre parti d’Europa e che dobbiamo combattere con determinazione. La nostra risposta è chiara: rimaniamo uniti, coraggiosi e forti. Insieme, siamo la forza protettiva dei nostri iscritti e delle nostre democrazie”.
IL DIBATTITO
Gli argomenti su cui abbiamo discusso sono numerosi e tutti di grande attualità: dalle guerre in Medio Oriente, a quella in Ucraina, la necessità di effettuare investimenti pubblici e privati per rafforzare la base industriale europea, sostenuta da posti di lavoro di qualità, da un solido dialogo sociale europeo e dalla contrattazione collettiva. Il piano di azione per i prossimi quattro anni su cui tutti i delegati provenienti da tutta Europa hanno dibattuto, si basa sulla costruzione del potere sindacale per posti industriali forti e sostenibili in Europa, la lotta per una retribuzione equa sia intesa come stessa mansione e stesso salario che come eliminazione del divario di genere. Si è parlato inoltre, molto della necessità che i sindacati contribuiscano alla solidarietà e alla pace. Su questo argomento ci sono state numerose mozioni, alcune incentrate sul tema della pace in senso più ampio, altre focalizzate sulla necessità di un cessate il fuoco di tutte le guerre, in particolare per la due accennate prima.
Un esempio di solidarietà concreta è stato fornito dalla Presidente dello storico sindacato ungherese Vasas, fondato nel lontano 1878, Livia Balogh. La stessa ha fatto presente dopo l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, i 3 sindacati ungheresi hanno raccolto viveri e donazioni e accolto fisicamente i vicini della martoriata Ucraina.
Tra gli interventi degli ospiti di questo congresso, è stato molto interessante quello del Sindaco di Budapest che ha voluto partecipare e dare il proprio contributo nonostante in Ungheria sia vigente una legge restrittiva sugli spazi. Budapest è sull’orlo di una bancarotta – ha dichiarato Gergely Karacsony, e nel pomeriggio del 3 giugno, quindi subito dopo il suo saluto al congresso, il sindaco avrebbe dovuto partecipare ad una riunione comunale su questo argomento. Ha ricordato nel suo intervento che Orban ha vinto le elezioni 15 anni fa e di come il Governo nazionale ungherese abbia rimosso alcuni diritti dei lavoratori, come la rimozione del diritto allo sciopero dei dipendenti pubblici, o l’introduzione di una legge che permette di lavorare 400 ore all’anno. Infine, ha fatto presente che l’ultima bozza di legge prevede che qualsiasi voce contraria venga soppressa.
Anche i giovani sono stati presenti in questo congresso. Oltre 40 giovani sindacalisti provenienti da tutta Europa si sono riuniti all’evento giovanile organizzato in vista del Congresso di industriAll Europe a Budapest, in Ungheria. I giovani sindacalisti hanno fatto il punto sui risultati conseguiti dal Gruppo di lavoro giovanile negli ultimi quattro anni e hanno discusso la strategia per il prossimo mandato.
Tra i protagonisti dell’incontro, il Segretario generale Uilm Rocco Palombella ha fornito due interventi chiave nei dibattiti riguardanti i primi due capitoli del Piano di Azione dell’organizzazione.
SFIDE EPOCALI
L’incontro di Budapest si è svolto in un momento storico caratterizzato da sfide crescenti, tra cui la volatilità geopolitica, l’aumento esponenziale dei prezzi energetici e un mercato del lavoro sempre più precario. Questi fattori hanno esacerbato l’insicurezza economica e sociale, richiedendo risposte rapide e coordinate da parte dei sindacati e delle istituzioni europee. Palombella, nel suo intervento, ha sottolineato come “l’assenza di una strategia industriale coesa in Europa stia aggravando la situazione”, evidenziando anche “l’importanza di un coordinamento sull’uso dell’intelligenza artificiale per garantire diritti e sicurezza sul lavoro”.
GREEN DEAL
Nel suo discorso, Palombella ha messo in evidenza diverse criticità, tra cui la messa in crisi del Green Deal, l’alto costo energetico che genera concorrenza sleale e la dislocazione delle industrie, tutte dinamiche che stanno sottraendo posti di lavoro di qualità ai lavoratori europei. Ha richiamato l’attenzione sulla necessità di investimenti significativi per contrastare tali tendenze, con un approccio che miri a rafforzare la sovranità industriale e a promuovere la sostenibilità.
CONTRATTAZIONE
L’intervento del Leader Uilm ha ribadito quanto sia cruciale potenziare la contrattazione collettiva, vista come il baluardo della tutela dei lavoratori. Ha condiviso i risultati positivi ottenuti negli ultimi anni, come l’estensione della contrattazione nazionale al 96% dei lavoratori e l’introduzione di innovative misure contrattuali, tra cui il welfare contrattuale e i flexible benefits, per mitigare l’impatto di un regime fiscale pesante sui salari.
E sulla trattativa con Federmeccanica e Assistal ha detto: “L’attuale rinnovo contrattuale sta rischiando di mettere in discussione la contrattazione di 10 anni. Da oltre 1 anno e dopo 32 ore di sciopero la trattativa è ferma. La piattaforma contrattuale che abbiamo elaborato oltre ad aver ottenuto il 96% di consensi dei lavoratori, interpreta le necessità del momento: più salario, meno orario, più sicurezza, più formazione, meno precarietà, più parità di genere, più diritti. Stiamo incontrando difficoltà con le controparti non solo sulla parte economica, ma anche sul ruolo che la contrattazione deve avere”.
POLITICA INDUSTRIALE
L’Esecutivo ha inoltre posto l’accento sulla necessità di una politica industriale e commerciale europea coordinata, che tenga conto delle esigenze sociali e ambientali. Quattro priorità strategiche sono state delineate per il periodo 2025-2029: potenziamento del potere sindacale per posti di lavoro sostenibili, equa retribuzione, solidarietà e pace, e una nuova agenda sindacale comune. Questi obiettivi mirano a costruire una base industriale robusta e resiliente, supportata da investimenti pubblici e privati.
Un aspetto significativo della discussione è stato il richiamo alla solidarietà come forza unificatrice contro la crescente retorica divisoria e le spinte nazionalistiche. Palombella ha riaffermato che solo attraverso l’unità dei lavoratori e una forte base democratica si possono affrontare le sfide future.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Infine, è stato evidenziato come l’intelligenza artificiale rappresenti sia una sfida che un’opportunità, sottolineando la necessità di accordi che garantiscano formazione continua per i lavoratori, affinché possano adattarsi e prosperare in un ambiente lavorativo in evoluzione. In questo contesto, l’accordo provvisorio sulla revisione della Direttiva CAE segna un passo avanti importante, un traguardo che Palombella si impegna a portare a compimento con il supporto dei rappresentanti locali e delle istituzioni europee. Il messaggio emerso è chiaro: tempi straordinari richiedono soluzioni straordinarie, e l’impegno collettivo è essenziale per costruire un futuro in cui i buoni posti di lavoro, sostenibili e altamente remunerati, siano la norma e non l’eccezione.
FUTURO INDUSTRIALE
Al 4° Congresso di industriAll Europe a Budapest hanno partecipato oltre oltre 500 delegati provenienti da 35 Paesi che si sono impegnati a resistere alle crescenti forze di divisione e a lottare per una base industriale forte e sostenibile, senza la quale non ci può essere futuro per il progetto europeo. I leader di 126 sindacati industriali hanno ribadito il loro impegno a difendere i diritti dei lavoratori, a ricostruire industrie resilienti e a difendere i valori democratici sotto crescente pressione in tutta Europa.
Il Congresso è servito anche come forum per un dibattito aperto e vigoroso. I delegati hanno espresso preoccupazione per i diffusi timori di perdita di posti di lavoro nella trasformazione industriale in corso, con i lavoratori e i sindacati spesso intrappolati tra urgenti richieste sociali e ambientali. Molti hanno criticato i governi e le imprese per non essere riusciti a realizzare una transizione giusta o a non investire in modo significativo nella transizione verde.
In una forte dimostrazione di solidarietà internazionale, il Congresso ha adottato una mozione di emergenza su Gaza, condannando le violenze in corso e sollecitando l’UE e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi per porre fine alla guerra, garantire il rilascio di ostaggi e lavorare per una pace giusta e una soluzione a due Stati.
Mentre l’Europa e il mondo stanno attraversando un profondo cambiamento, il messaggio di IndustriAll Europe da Budapest è stato chiaro: solo unendo i lavoratori si può garantire un futuro industriale equo, democratico e forte.