Care lavoratrici e cari lavoratori,
In un clima di grande attesa e fermento, il Conclave ha segnato un momento cruciale non solo per la Chiesa, ma per l’intera comunità internazionale. Mentre i cardinali si riunivano nel silenzio della Cappella Sistina, milioni di fedeli e cittadini di tutto il mondo hanno atteso con trepidazione l’elezione del nuovo Papa, simbolo di speranza e di rinnovamento.
Originario di Chicago e missionario in Perù, il neo-Papa Robert Francis Prevost rappresenta la sintesi tra il Nord e il Sud del continente, attenzione verso gli emarginati e nessun timore di criticare il potere, come è accaduto appena tre mesi fa con il vicepresidente Usa, JD Vance, sulle politiche anti-migranti. Bergogliano moderato Leone XIV potrà essere il nuovo collante di una Chiesa sempre più in cerca di unità che vuole costruire ponti per la pace, perseguire il dialogo e accogliere tutti.
Prima del conclave Prevost veniva definito dagli Usa come “il cardinale che può fare la storia”. Oggi l’ha fatta affacciandosi dalla loggia del Palazzo Apostolico con gli occhi lucidi e la consapevolezza di avere una grande responsabilità sulle spalle, quella del 267° Papa della storia.
In un momento così delicato, la nostra attenzione si rivolge non solo alla dimensione spirituale, ma anche alle implicazioni sociali, civili e lavorative che un cammino di cambiamento può portare. La Uilm, da sempre in prima linea per la tutela dei diritti dei lavoratori e per il progresso del nostro paese, osserva con attenzione questa svolta, pronti a contribuire con il nostro impegno al dialogo e alla crescita condivisa.
Papa Francesco ha certamente lasciato un segno profondo nel cuore della Chiesa e nel mondo del lavoro. Con il suo impegno costante per i più bisognosi, la difesa dei diritti dei lavoratori e l’attenzione alla giustizia sociale, ha saputo incarnare un esempio di solidarietà e di ascolto reale delle esigenze delle persone.
La sua presa di posizione contro le disuguaglianze, il suo sostegno ai lavoratori più fragili e il suo richiamo alla responsabilità sociale delle imprese sono stati segnali forti di un pontificato orientato al concreto aiuto e alla speranza.
Auguriamo che il futuro Papa possa continuare su questa strada, mantenendo vivo il senso di pastorale sociale e di impegno civile che Papa Francesco ha promosso con tenacia.
Solo così potremo sperare in una società più equa, solidale e rispettosa dei diritti di tutti, in cui il lavoro sia valorizzato come elemento fondamentale di dignità e di sviluppo umano. La Uilm continuerà, anche in questa fase di transizione, a sostenere e promuovere questi valori fondamentali, con la certezza che quella strada è quella giusta.
Attualmente, il panorama industriale del settore metalmeccanico si trova in una fase di grande complessità. La ripresa economica è ancora attraversata da incertezze e sfide quotidiane, che si traducono in una crescente pressione sulle imprese e sui lavoratori. La competitività del comparto richiede investimenti strategici, innovazione tecnologica e un forte quadro di diritti e tutele, che devono essere garantiti attraverso un quotidiano impegno sindacale e istituzionale.
Purtroppo, il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di Federmeccanica e Assistal continua a essere bloccato creando preoccupazione tra i lavoratori. La mancanza di un accordo rappresenta un ostacolo non solo per la stabilità delle condizioni di lavoro, ma anche per il futuro stesso dell’industria metalmeccanica, che ha bisogno di un quadro negoziale chiaro e condiviso per poter investire e crescere con fiducia.
Dopo 32 ore di sciopero, insieme a Fim e Fiom abbiamo proclamato un’Assemblea unitaria di oltre mille delegate e delegati che terremo il 20 maggio a Bologna. In quella occasione annunceremo ulteriori iniziative di mobilitazione. Tutti insieme dobbiamo continuare a lottare affinché si riapra il tavolo del confronto con la controparte e si arrivi al rinnovo del CCNL nel più breve tempo possibile.
In un contesto di sfide globali, è fondamentale che si riscopra l’importanza di investire sui lavoratori, non solo in termini di diritti, ma anche di retribuzione. Incrementare i salari rappresenta non solo una richiesta giusta, ma anche un passo decisivo per rilanciare il potere d’acquisto e sostenere l’economia reale. Una retribuzione più adeguata permette alle famiglie di vivere con maggiore dignità e di contribuire in modo più efficace allo sviluppo del settore.
Allo stesso tempo, la riduzione dell’orario di lavoro può essere una leva strategica per condividere i benefici della crescita economica, migliorare la qualità della vita dei lavoratori e promuovere un equilibrio tra vita professionale e personale. L’esperienza e le evidenze provenienti da altri Paesi dimostrano che, attraverso una distribuzione più equa del tempo di lavoro, si può stimolare l’occupazione, ridurre lo stress e aumentare la produttività complessiva.
La Uilm si batte affinché queste tematiche tornino al centro dell’attenzione negoziale, per costruire un futuro industriale più giusto e sostenibile, in cui il lavoro rappresenti davvero un elemento di dignità e di progresso per tutti.