Il vertice che si è tenuto a Taranto il 2 maggio scorso tra la segreteria territoriale della Uilm, rappresentanti di fabbrica e degli appalti, e Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, segna un punto di svolta cruciale nelle sorti del polo siderurgico di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). Sono ormai 13 anni di vertenza difficile, e il tempo stringe: il futuro di oltre 20mila lavoratori, tra occupati diretti, indiretti e nell’indotto, dipende da decisioni che devono essere prese con responsabilità e trasparenza.
IL PIANO DI BAKU
Nel corso dell’incontro, Palombella ha ribadito l’”assoluta necessità di conoscere nel dettaglio il piano di Baku”, cioè il progetto di rilancio industriale e ambientale che si prevede di adottare. La Uilm chiede di partecipare attivamente a tutte le fasi del confronto, respingendo accordi preconfezionati e pretendendo di essere coinvolta come parte integrante delle decisioni che influenzeranno il destino dell’area e dei suoi lavoratori.
Il segretario della Uilm ha sottolineato con fermezza come questa vertenza rappresenti un momento decisivo per il futuro industriale e ambientale di Taranto e dell’intero Paese. La responsabilità delle scelte future deve ricadere su chi ha il dovere di tutelare le persone e il tessuto industriale locale, senza lascare la partita nelle mani di soluzioni calate dall’alto.
I LAVORATORI AL CENTRO
L’intervento di Sperti, segretario territoriale della Uilm di Taranto, è chiarissimo: “Dopo 13 anni di quotidiana lotta, i lavoratori devono essere al centro di ogni discussione. È grazie alla loro resistenza e determinazione se lo stabilimento di Taranto è ancora in piedi”. La loro dignità, i loro diritti e i risarcimenti per i danni subiti restano all’attenzione della Uilm, che non arretrerà di un passo.
Secondo le tute blu della Uil, qualsiasi percorso di rilancio industriale deve ripartire dall’accordo del 6 settembre 2018, un modello di tutela di tutti i lavoratori, dei circa 7.500 in amministrazione straordinaria e dell’intero indotto. Soluzioni improvvisate e calate dall’alto sono inaccettabili: il futuro di Taranto non si deve decidere senza il pieno coinvolgimento dei lavoratori e della comunità.
La battaglia per la salvaguardia della salute, dell’ambiente e del lavoro è ancora lunga, ma la UILM pende dalla parte di chi crede nella responsabilità, nel rispetto e nella verità.
L’ULTIMO INCIDENTE
L’incidente avvenuto il 7 nello stabilimento ex Ilva di Taranto ripropone in modo drammatico la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro. Solo per un caso fortuito non ci sono stati lavoratori coinvolti, ma l’entità dello scoppio e dell’incendio poteva avere gravissime conseguenze. “In attesa di conoscere i risultati dei rilievi ambientali prontamente avviati dagli organi competenti, riteniamo necessario che si eviti di far pagare le conseguenze dell’incidente ai lavoratori e alla comunità”, ha dichiarato Rocco Palombella.
“Ci aspettiamo – aggiunge – l’immediata azione dei commissari per il ripristino degli impianti e garantire la totale sicurezza. Alla luce di quello che si è verificato chiediamo tempi certi e garanzie sul processo di vendita in corso, che dura ormai da diversi mesi, e sulla realizzazione dei forni elettrici per la decarbonizzazione.” “Riteniamo fondamentale – conclude Palombella – un incontro urgente con il Ministro Urso e i commissari per individuare immediatamente dei provvedimenti straordinari per salvaguardare tutti i lavoratori, le comunità interessate, l’ambiente e un’economia distrutta negli anni”.