Care lavoratrici e cari lavoratori,
con immenso dolore abbiamo appreso della scomparsa di Papa Francesco, una figura di straordinaria umanità e leadership morale che ha toccato profondamente i cuori di milioni di persone in tutto il mondo.
Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha rappresentato un faro di speranza difendendo costantemente i valori della giustizia sociale, dell’inclusione e della solidarietà. Ha dimostrato un impegno costante nella difesa dei diritti dei lavoratori offrendo una voce potente a coloro che troppo spesso rimangono inascoltati. Con parole e azioni, ha incoraggiato una riflessione sul valore del lavoro come mezzo per realizzare la dignità umana e il bene comune.
Papa Francesco è intervenuto spesso per ricordare l’importanza del lavoro dignitoso, sottolineando come esso debba sempre mettere al centro la persona e non il profitto. Ha esortato governi, aziende e istituzioni a non trattare i lavoratori come semplici ingranaggi di una macchina economica, ma come esseri umani dotati di diritti e aspirazioni. Le sue encicliche hanno fornito una guida morale, richiamando l’attenzione su pratiche lavorative etiche e sostenibili.
In particolare, durante incontri ed eventi organizzati in diverse parti del mondo, Papa Francesco ha mostrato un’attenzione speciale verso le condizioni dei lavoratori migranti, spesso vittime di sfruttamento e condizioni inumane. La sua chiamata a garantire condizioni di lavoro sicure e giuste ha ispirato numerosi movimenti e iniziative sindacali a livello globale.
La sua enfasi sul dialogo e sulla collaborazione ha contribuito a creare un clima in cui il dialogo tra le parti sociali viene visto come l’unico percorso sostenibile verso un futuro di giustizia e pace nel mondo del lavoro.
In questo momento di lutto, riflettiamo sul suo lascito e ci impegniamo a continuare il nostro lavoro con rinnovata dedizione e ispirazione, portando avanti la sua eredità di compassione e giustizia. Il modo migliore per omaggiare Papa Francesco è certamente quello di non smettere mai di lottare e di credere nei nostri valori.
Il 23 aprile, infatti, su richiesta dei leader di PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra abbiamo svolto un incontro su un tema per noi prioritario, quello del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Federmeccanica-Assistal.
Nei giorni scorsi, infatti, a fronte della mobilitazione che continua in tutte le fabbriche metalmeccaniche italiane da oltre cinque mesi con 32 ore di sciopero, i quattro leader di partito avevano già mostrato interesse e solidarietà nei nostri confronti. Abbiamo avuto, quindi, la possibilità di spiegare la situazione complessa nella quale ci troviamo e che coinvolge oltre 1 milione e 500mila lavoratori in un settore cruciale per la manifattura italiana.
L’interessamento e il sostegno di queste forze politiche sottolineano ancora di più l’importanza del contratto dei metalmeccanici che, in una fase così delicata del nostro Paese, ha bisogno di essere rinnovato per garantire un futuro industriale all’Italia e un degno aumento salariale alle nostre lavoratrici e ai nostri lavoratori.
Ci auguriamo che tutte le forze politiche prendano atto di questa situazione ormai divenuta insopportabile e si unisca alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per rivendicare una ripresa del confronto sulla base della piattaforma presentata da Fim Fiom Uilm.
Una cosa è certa: senza contratto, lo sciopero continua.
Lo stesso giorno, si è tenuta un’audizione alla Camera sulla situazione del settore automotive.
L’industria dell’auto europea e più specificamente italiana è oramai impegnata in una vera e propria lotta per la sopravvivenza, colpita dalle contorte politiche di elettrificazione della Ue, nonché dalle preoccupanti misure protezioniste degli USA.
Il tavolo automotive insediato dal Governo ha focalizzato i nostri principali punti deboli ed ha creato i presupposti per un’azione di salvaguardia e di rilancio, ora però è il momento di intraprendere azioni coraggiose in sede sia europea sia nazionale.
In sede europea occorre eliminare le sanzioni ai produttori di veicoli, che fino ad ora si è pensato semplicemente di rinviare attraverso un macchinoso sistema di medie triennali. Questo percorso è autolesionista non solo per la produzione di autovetture ma ancor di più per quella di veicoli commerciali pesanti. Dobbiamo cambiare approccio, utilizzare le tecnologie effettivamente a portata di mano per ridurre le emissioni come l’ibrido per i veicoli privati e i motori a basso impatto per i camion, introdurre il principio della neutralità tecnologica ed essere maggiormente rispettosi della libertà di scelta dei consumatori. Solo così potremo conseguire effettivi benefici ambientali e guidare la nostra industria verso la transizione.
A livello nazionale, bisogna far pagare di più le imprese che chiudono e licenziano, ma aiutare quelle che cercano di superare la crisi, innanzitutto le innumerevoli imprese dell’indotto che vivono le difficoltà maggiori e i cui lavoratori rischiano l’imminente licenziamento.
Per quanto riguarda specificamente Stellantis, restano punti critici da risolvere, a cominciare dalla necessità di chiarire le prospettive di Termoli, di assegnare i modelli ibridi a Cassino e di rilanciare il marchio Maserati. Come sindacato ci siamo battuti e ci continueremo a battere per difendere ogni posto di lavoro, ma la dimensione e la natura degli eventi impongono al nostro Paese di fare sistema: è a repentaglio il primo settore industriale italiano con i suoi oltre duecentomila occupati.
Chiudo questa mia riflessione ricordandovi che domani sarà una data importate: il 25 aprile celebriamo una giornata che racchiude i valori fondamentali della nostra democrazia e della nostra storia, la Festa della Liberazione. Questa data ci ricorda il coraggio e la determinazione di coloro che hanno lottato per liberarci dall’oppressione e restituirci la libertà, la pace e la speranza in un futuro migliore.
Nel contesto attuale, è essenziale riflettere su come i principi di libertà e giustizia sociale, conquistati a caro prezzo, si riflettano nel nostro lavoro quotidiano. Come sindacato, la Uilm si impegna a tutelare i diritti dei lavoratori, promuovere la dignità del lavoro e garantire condizioni di lavoro eque per tutti. La nostra missione è costruire un futuro in cui nessun lavoratore sia lasciato indietro.
Quest’anno, la celebrazione del 25 aprile assume un significato ancora più profondo tenendo conto delle sfide che stiamo affrontando: dai rapidi cambiamenti nel mondo del lavoro, all’importanza di una transizione ecologica equa, fino alla necessità di nuove politiche industriali che mettano il lavoratore al centro.
È il momento di rinnovare il nostro impegno verso un’Italia più giusta e inclusiva, sostenendo la formazione e la riqualificazione professionale per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro che cambia. È nostro dovere garantire che nessuno venga escluso dai processi di innovazione e che tutti possano beneficiare dei progressi tecnologici.
In questo giorno di memoria e di riflessione, invitiamo tutti a ricordare il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà, ringraziando coloro che, ogni giorno, lavorano per costruire un Paese più equo e solidale.
Buon 25 aprile a tutti e buona lettura!