di Guglielmo Gambardella
Con il ritiro dei licenziamenti unilaterali, concordato con l’accordo ministeriale del 10 aprile scorso, e l’impegno a non procedere con ulteriori iniziative nei prossimi quattro anni, potevamo ritenerci soddisfatti: ma non è così. Fino a quando Thyssenkrupp, la multinazionale tedesca che controlla il gruppo Berco con sedi a Copparo (Fe) e Castelfranco Veneto (Tv), non avrà chiarito il destino della storica azienda italiana, specializzata in sottocarri per macchine movimento terra, continueremo a mettere in campo tutte le iniziative che ci consentano di raggiungere l’obiettivo di ottenere una solida prospettiva industriale.
POSSIBILE PIANO INDUSTRIALE
Ad oggi, alle organizzazioni sindacali è stato presentato una “sintesi” di un possibile piano industriale su cui abbiamo espresso grandi perplessità: non sono previsti adeguati investimenti per i prossimi anni, se non quelli derivanti dalla riduzione del costo del lavoro che si otterrà con la riduzione del personale e la rimodulazione del contratto integrativo aziendale, e non è chiara la strategia commerciale che consenta di riconquistare le quote di mercato perse negli ultimi anni. Inoltre, non è chiaro come e se la direzione aziendale vorrà reintegrare le competenze e le professionalità che si perderanno con la procedura di esodi incentivati: chi farà cosa? Cosa succederà se ci determinerà con le fuoriuscite uno sbilanciamento fra diretti alla produzione ed indiretti? È proprio questo l’obiettivo funzionale non dichiarato dall’azienda? Tante domande a cui non c’è stata data risposta.
Lo stesso ministro Adolfo Urso si è rivolto alla multinazionale con sede ad Essen per poter discutere di prospettiva industriale.
NO AL RIDIMENSIONAMENTO
Se la prospettiva futura di Berco individuata da Thyssenkrupp è quella di un profilo di azienda in grado di poter offrire esclusivamente il servizio di aftermarket o di ricambistica è chiaro, a nostro avviso, che non potrà esserci un futuro di lunga prospettiva ma staremmo parlando di un ennesimo ridimensionamento.
Quello che ci lascia oggi ancora perplessi è la dichiarata mancanza di volontà da parte dei tedeschi di poter prendere in considerazione una eventuale cessione dell’azienda o di partnership industriali. Eppure la multinazionale è da anni alle prese con difficoltà finanziarie che non le consentono più di mantenere una diversificazione dei business.
Il dicastero delle Imprese e del Made in Italy ha infatti preteso, nel verbale di accordo del 10 aprile, che venisse inserita la sua dichiarazione che prevederebbe la possibilità di favorire sinergie con imprese operanti in settori coerenti con le produzioni di Berco.
Quest’ultimo riferimento vorrebbe prevedere che l’azienda di Copparo possa rientrare negli accordi commerciali di operazioni industriali che vedranno l’industria della Difesa del nostro Paese, e non solo, impegnata nella costruzione di oltre 1000 veicoli da combattimento di saranno dotati di sottocarro.
PROSPETTIVE INDUSTRIALI
Le prospettive industriali per Berco si potrebbero certamente costruire se ci fosse la volontà da parte di Thyssenkrupp di farlo: sia le operazioni industriali di LRMV (JV Leonardo-Rheinmetall) che quella di KNDS nel settore della Difesa che quella dello sviluppo dell’estrazione delle “terre rare” sono grandi opportunità che si potrebbero cogliere.
In attesa di poter avere le risposte a tanti nostri dubbi ed avere un quadro piu’ chiaro sul futuro di Berco, occorrerà ricostruire una condizione di “normalità” all’interno della fabbrica della provincia ferrarese. I lavoratori sono stati messi a dura prova da oltre due mesi ininterrotti di scioperi che hanno visto le loro buste paga a “zero” euro.
Durante questo periodo non c’è stato però alcun cedimento nella loro determinazione nel difendere la fabbrica più del management stesso che si è mostrato provocatore, poco trasparente ed “insensibile” al dramma sociale determinatosi. Occorre prioritariamente risanare la frattura fra lavoratori e responsabili, che hanno forzato il presidio della fabbrica, e fra direzione aziendale, Rsu e Organizzazioni sindacali.
Per affrontare le sfide del futuro, sarà necessario ripartire dal ripristino di una condizione di equilibrate relazioni industriali e ricostruire un confronto fra management e organizzazioni sindacali che consenta di riorganizzare la fabbrica ed il riavvio della produzione. Siamo certi di una cosa: la storia e la vertenza Berco ci riserverà altri eventi.