“Quello firmato con Beko è un accordo importante, che scongiura i licenziamenti, preserva la presenza del gruppo in Italia e offre una speranza concreta di reindustrializzazione ai lavoratori di Siena. L’intesa è stata resa possibile dalla convinta partecipazione e dalle mobilitazioni dei lavoratori unitamente ad una proficua collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Ora per supportare l’industria degli elettrodomestici sul lungo termine occorrerà insediare il tavolo di settore preannunciato dal Ministro Urso e varare misure idonee a recuperare competitività sui mercati internazionali”. Così Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, a valle della firma dell’intesa al Mimit avvenuta il 14 di aprile.
I VINCOLI DELL’ACCORDO
L’accordo vincola Beko fino a fine 2027 a gestire le potenziali eccedenze esclusivamente con ammortizzatori sociali conservativi e con uscite volontarie incentivate, in particolare con scivoli pensionistici di 48 mesi e buonuscite fino a un massimo di venti mensilità o di una cifra di 90mila euro per gli ultracinquantenni che non possono agganciare i requisiti pensionistici. Beko si impegna a ricollocare gli impiegati in esubero nelle postazioni che progressivamente si renderanno libere in tutto il periodo di vigenza dell’accordo. Inoltre, si preservano le missioni industriali delle fabbriche italiane, ad eccezione di Siena, che inizierà, da oggi, un percorso di tre anni finalizzato alla reindustrializzazione, attraverso l’acquisizione del sito da parte di Invitalia in sinergia con il Comune. “È un risultato importante – ribadisce ancora Ficco – considerata la volontà iniziale della multinazionale di tagliare la metà circa della forza lavoro, delle attività produttive, dei centri ricerca e di staff. Vigileremo a livello nazionale e di unità produttiva sulla puntuale applicazione dell’accordo, confidando nel supporto del Governo e delle Regioni interessate nella fase di realizzazione del piano industriale, che presenta ancora importanti rischi e sfide”.
L’APPROVAZIONE DEI LAVORATORI
Ricordiamo che l’intesa è stata approvata dai lavoratori che hanno espresso con il voto un parere favorevole. La partecipazione è stata del 74% degli aventi diritto: sono stati 2.569 i SÌ, pari allo 88% dei voti validi, e 354 i NO, pari al 12% dei voti validi. Si tratta di un accordo certamente sofferto, ma necessario, per scongiurare i licenziamenti e dare tutela ai lavoratori colpiti dalla decisione della multinazionale. Il sindacato ha chiesto la garanzia istituzionale per la piena realizzazione del processo di reindustrializzazione e più in generale per il rispetto delle tutele pattuite. Tutti si auspicano, inoltre, che continui il sostegno avuto dai Sindaci e Presidenti di Regione avuto in questi ultimi mesi. “Per superare la fase di oggettiva difficoltà – conclude Ficco – e vincere la sfida di lungo periodo, è però necessaria la convocazione del tavolo di settore per supportare l’industria degli elettrodomestici. Dobbiamo riacquistare la consapevolezza che l’industria esportatrice è fondamentale per un Paese trasformatore come l’Italia, così come è necessario subordinare qualsiasi incentivo o aiuto alla condizionalità ambientale e sociale”.