STMicroelectronics: i nodi vengono al pettine, ora incontro urgente al Mimit

di Giuseppe Caramanna 

Le notizie giornalistiche emerse in questi giorni, se confermate, avvalorerebbero quanto già denunciato dalla Uilm fin dal 2023. Secondo quanto riportato da importanti testate giornalistiche, il CEO di STMicroelectronics, Jean- Marc Chery, insieme al suo vice, Lorenzo Grandi, erano a conoscenza del calo del mercato dei semiconduttori, ma hanno scelto di non renderlo noto. Questo atteggiamento, se confermato, solleva gravi interrogativi sulla trasparenza e sulla gestione delle informazioni strategiche all’interno dell’azienda.

LA POSIZIONE DELLA UILM
Già nel 2023, come Uilm, durante le assemblee dei lavoratori contestavamo l’accordo sul PDR e sostenevamo che le prospettive industriali presentate non fossero veritiere, schierandoci per il NO a quell’accordo. Tale posizione è stata mantenuta anche alla fine del 2024, quando l’azienda ha contattato le organizzazioni sindacali per modificare la formula di calcolo del PDR, a discapito dei dipendenti. La Uilm ha ribadito la propria perplessità su un accordo che, oltretutto, non prevedesse garanzie per gli anni 2025 e 2026, sottolineando che prima di qualsiasi firma sarebbe stato necessario comprendere appieno la situazione industriale di STM.
Tuttavia, Fiom, Fim, Fismic e Uglm hanno firmato un accordo che ha peggiorato i salari dei lavoratori e non dava nessuna garanzia sul futuro dei siti della STM, e questo nonostante fosse già stata messa in atto una class action e si parlasse di un forte ridimensionamento del fatturato di STM.

SEGNALI D’ALLARME
Mentre la Uilm lanciava segnali di allarme sul futuro dell’azienda, la risposta unanime data dalle altre OO.SS ai lavoratori era sempre la stessa: “sono sempre loro quelli del NO, non preoccupatevi, è tutto ok!”. Ora, invece, tutti sono preoccupati e proclamano stati di agitazione fini a se stessi, nel tentativo di recuperare credibilità tra i lavoratori.
La Uilm chiede un intervento del Governo Nazionale e Regionale, poiché il rischio di una vera e propria crisi di STM potrebbe essere imminente. È chiaro che il Governo, in qualità di spettatore pagante, essendo STM una partecipata dello Stato, deve pretendere chiarezza immediata. Se quanto riportato dalle testate giornalistiche dovesse rivelarsi vero, è necessario ridimensionare tutti coloro che hanno portato a questa situazione di incertezza con scelte sbagliate e investimenti di dubbia efficacia.

CAMPUS SIC
Un esempio preoccupante è rappresentato dallo stabilimento “Campus SIC” a Catania, nato soprattutto per produrre batterie per auto elettriche. Nel sito di Agrate gli investimenti e le strategie legate al plant a 300mm, Ag300, restano vaghe e prive di quello slancio industriale atto a garantire la piena occupazione della linea produttiva, se non a scapito dei 200mm. Destano preoccupazione i siti di produzione a 200mm di Agrate e Catania, poiché appare chiaro che l’azienda intenda puntare su fabbriche a 300mm.
La Uilm non accetterà tagli del personale o piani di riorganizzazione che mettano a rischio l’occupazione. Chiediamo un piano industriale serio, che offra garanzie occupazionali certe.
Chiediamo subito un incontro con il Ministero e chiediamo che si faccia garante degli investimenti della STM e di tutti i lavoratori che oggi lavorano in ST.
Oggi i lavoratori, oltre a subire pressioni giornaliere probabilmente dettate dall’incertezza sul futuro, stanno vivendo giorni di grande preoccupazione.
Nei prossimi giorni la Uilm si dovrà riunire per intraprendere un percorso che tuteli lavoro e lavoratori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *