Lunedì 3 febbraio e lunedì 10 febbraio si sono svolti, rispettivamente a Milano e Bologna, gli incontri tra Fim Fiom Uilm e le controparti per il rinnovo dei CCNL. Vediamoli nel merito.
UNIONMECCANICA CONFAPI
Il contratto delle Piccole e Medie Imprese è scaduto lo scorso 31 dicembre 2024 e riguarda poco più di 400mila metalmeccanici in ambito nazionale. Unionmeccanica, dopo aver rappresentato uno scenario rispetto alla situazione generale piuttosto critico, ha dato una risposta puntuale e articolata su tutti i punti ad eccezione della richiesta economica, esprimendo la volontà di far diventare questo contratto un vero riferimento per le PMI del nostro paese.
Non condivisibili per Unionmeccanica risultano le richieste riguardanti il nuovo inquadramento professionale, considerato di scarsa utilità per le imprese, cosi come la richiesta di rendere effettivamente praticabile la formazione continua per tutti i lavoratori; stessa risposta alla richiesta di introdurre i cosiddetti break formativi in materia di prevenzione e sicurezza, per una difficile gestione in ambito aziendale, e la richiesta in materia di appalti dove è stata evidenziata una situazione di generale e diffusa genuinità degli stessi.
Anche rispetto a una regolamentazione del mercato del lavoro, Unionmeccanica ha replicato che nelle aziende c’è una situazione di corretta applicazione delle norme situazione che non necessita di alcun intervento negoziale.
Infine, per la parte economica Unionmeccanica dopo aver ribadito una situazione piuttosto complessa rispetto alle prospettive delle imprese, ha preferito non entrare nel merito della richiesta economica seppur facendo intendere che la stessa risulta sicuramente eccessiva.
Fim, Fiom, Uilm, pur considerando cha la trattativa si trova ancora in una fase iniziale, hanno espresso un giudizio piuttosto critico rispetto alle risposte date da Unionmeccanica, decise nel richiedere che dai prossimi incontri si entri nel merito anche delle richieste economiche.
La trattativa è stata aggiornata definendo due nuovi incontri per il 3 e il 17 marzo prossimi. A partire dai prossimi giorni si terranno le assemblee informative in ogni luogo di lavoro.
IMPRESE DELLA COOPERAZIONE
Nella giornata di lunedì 10 febbraio 2025 è ripresa a Bologna la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle imprese metalmeccaniche della cooperazione. Durante l’incontro sono state date le prime risposte su quasi tutte le richieste che Fim, Fiom, Uilm hanno inserito nella piattaforma di rinnovo compreso alcuni primi aspetti riguardante la parte economica.
In premessa è stata espressa la volontà di effettuare un negoziato svincolato dagli altri negoziati aperti sul piano nazionale tutt’ora in corso per il rinnovo dei contratti collettivi scaduti.
La volontà del sistema della cooperazione metalmeccanica sarebbe quello di ricercare nelle more del negoziato elementi nuovi e possibilmente diversi dagli altri contesti nazionali, valorizzando così il mondo della cooperazione metalmeccanica.
Sulla base di questo, vi è la disponibilità a valutare alcune richieste riguardanti il mercato del lavoro ritenendo i lavoratori una risorsa importante da valorizzare all’interno delle imprese.
Così come il tema degli appalti se pur considerando che alcune attività hanno applicato contratti collettivi diversi da quello metalmeccanico.
Di più delicata applicazione organizzativa risulterebbe la richiesta dei cosiddetti break formativi in caso di quasi/infortunio, mentre la richiesta di riduzione di orario di lavoro così come in piattaforma è stata ritenuta di difficile applicazione non solo per l’impatto di costo che avrebbe sulle imprese.
Per quanto riguarda invece la parte economica, se pur non esperimento riferimenti economici precisi, sono state fatte timide aperture per quanto riguarda la strutturazione degli aumenti contrattuali.
Nello specifico, il sistema della cooperazione metalmeccanica è disponibile a definire un aumento minimo di garanzia evitando che gli aumenti siano lasciati all’andamento annuale dell’IPCA-NEI, e quindi a definire un importo minimo di riferimento all’interno del Ccnl. Nello stesso ragionamento è stato proposto un meccanismo a tutela delle imprese qualora l’andamento dell’IPCA-NEI dovesse aumentare oltre misura rispetto alle previsioni.
Su questo punto, la delegazione trattante pur apprezzando i segnali di apertura si è riservata una più attenta valutazione che naturalmente non può prescindere anche dai valori economici che la trattativa dovrà affrontare.
Sempre sulla parte economica, la proposta aziendale ha dato un certo risalto al tema del welfare e dei suoi concreti vantaggi per i lavoratori. Su questo punto, abbiamo ribadito che pur non disconoscendo l’utilità dello strumento e dei suoi vantaggi fiscali, la centralità della parte economica deve essere indirizzata verso la retribuzione mensile delle lavoratrici e dei lavoratori.
La trattativa è stata aggiornata definire di due nuove date per il giorno 4 e 28 marzo prossimo.