L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

come avevamo già preannunciato, siamo tornati dalle ferie natalizie più carichi che mai di impegni e appuntamenti, a cominciare dalle vertenze ancora in essere come quelle che riguardano Stellantis e il suo indotto, l’ex Ilva e i “pretendenti” stranieri, per passare poi al rinnovo del CCNL e al bilancio sullo sciopero che si è concluso il 15 gennaio.

Non mancano gli appuntamenti anche a livello europeo. Il prossimo 5 febbraio, infatti, si svolgerà una manifestazione a Bruxelles.

Le normative europee per migliorare la qualità dell’aria con l’obiettivo di riduzione del 100% delle emissioni di gas serra entro il 2035 per le autovetture e del 90% entro il 2040 per i veicoli commerciali pesanti, insieme alla massiccia importazione dei veicoli cinesi sul mercato europeo e alle tensioni commerciali, stanno causando forti perdite sia per le quote di mercato, ma soprattutto per i lavoratori.

Per tutti questi motivi, inizialmente era stato deciso di fare una manifestazione che coinvolgesse il solo settore automotive, al fine di avanzare quattro richieste alla neo Commissione europea: una strategia industriale europea per un settore a zero emissioni e la sua catena di approvvigionamento, una politica commerciale volta a ripristinare una concorrenza internazionale leale, un quadro di transizione equo e un piano di azione europeo per rendere la mobilità accessibile a tutti.

Tuttavia, alla luce della crisi che sta investendo tutta l’industria senza esclusione di colpi, su nostra insistenza è stato deciso di allargare la manifestazione a tutto il settore industriale.

Tra il 2008 e il 2023 nell’Ue sono andati persi 2,3 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero, tra cui quasi un milione nel solo settore manifatturiero dal 2019. Quest’autunno, altre migliaia di aziende hanno minacciato la chiusura di stabilimenti, ridotto la produzione e chiuso i siti.

La piena portata della crisi è mascherata da contratti a breve termine e orari ridotti, che mettono a rischio ulteriori 4,3 milioni di posti di lavoro.

A fine febbraio la Commissione sarà chiamata ad approvare il cosiddetto Clean Industrial Deal, un piano che promette di riscrivere le regole dell’industria europea. Come lavoratori dell’industria vogliamo esporre le nostre richieste. La deindustrializzazione non è più una minaccia, piuttosto una realtà in gran parte dell’Europa.

Siamo a un bivio: deindustrializzazione o potenziamento degli investimenti e della politica industriale. Quel che è certo è che nessun Paese da solo può farcela. Ecco perché riteniamo che siano necessarie soluzioni europee condivise.

Questo è il motivo per cui IndustriAll Europe ha invitato i sindacati industriali di tutta Europa a riunirsi a Bruxelles il 5 febbraio per chiedere una politica industriale europea proattiva basata su investimenti, solidarietà, posti di lavoro di qualità e innovazione, in linea con i nostri impegni per il clima.

La manifestazione sarà sotto forma di presidio, il cui slogan è “Act Now! Invest in Good Industrial Jobs!” (Agiamo adesso! Investiamo in buoni posti di lavoro industriali). L’indirizzo dove si svolgerà il concentramento è Place Jean Rey, 1040 Brussels. Inizierà alle 10.30 e durerà circa 2 ore e mezza.

La Uilm nazionale sarà presente con una folta delegazione e sono certo che anche voi riterrete utile partecipare considerando la situazione che viviamo in tutti i settori che rappresentiamo.

Il nostro impegno resta sempre massimo in ogni iniziativa che svolgiamo.

In questo momento dobbiamo concentrarci anche sul rinnovo del CCNL Federmeccanica e Assistal, a conclusione dello sciopero non possiamo rimanere con le mani in mano.

La parte datoriale è disposta a mettere da parte la sua contropiattaforma e a ripartire dalle nostre proposte? Lo scopriremo nelle prossime ore e decideremo quali ulteriori e più efficaci iniziative mettere in campo.

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