Infortuni e malattie professionali, online gli open data Inail dei primi nove mesi del 2022

di Andrea Farinazzo

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di settembre sono state 536.002, in aumento del 35,2% rispetto alle 396.372 dei primi nove mesi del 2021 (+46,2% rispetto alle 366.598 del periodo gennaio-settembre 2020 e +14,4% rispetto alle 468.698 del periodo gennaio-settembre 2019).
I dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale per i primi nove mesi del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 342.863 del 2021 ai 471.543 del 2022 (+37,5%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 20,5%, da 53.509 a 64.459.
Nello scorso mese di settembre il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +33,3% nella gestione Industria e servizi (dai 339.466 casi del 2021 ai 452.566 del 2022), un -3,2% in Agricoltura (da 20.297 a 19.651) e un +74,2% nel Conto Stato (da 36.609 a 63.785). Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori, in particolare nella Sanità e assistenza sociale (+132,3%), nel Trasporto e magazzinaggio (+112,8%), nell’Amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (+67,6%), e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+65,4%).
L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+48,9%), seguito da Isole (+45,2%), Nord-Ovest (+42,2%), Centro (+38,2%) e Nord-Est (+20,1%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+89,7%), la Liguria (+61,2%) e il Lazio (+58,2%).
L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2021 e il 2022 è legato sia alla componente femminile, che registra un +57,9% (da 140.999 a 222.638 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +22,7% (da 255.373 a 313.364). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+37,5%), sia quelli extracomunitari (+26,3%) e comunitari (+21,8%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni.

CASI MORTALI
Gli infortuni sul lavoro con esito mortale denunciati all’Istituto entro lo scorso mese di settembre sono stati 790, 120 in meno rispetto ai 910 registrati nei primi nove mesi del 2021 (-13,2%), sintesi di un calo delle denunce osservato nel quadrimestre gennaio-aprile (-30,9%) e di un incremento nel periodo maggio-settembre (+8,6%), nel confronto tra i due anni. Si registrano 137 casi in meno rispetto al periodo gennaio-settembre 2020 (927 decessi) e 10 in più rispetto al periodo gennaio-settembre 2019 (780 decessi).
A livello nazionale i dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento per i primi tre trimestri del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, solo dei decessi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 731 a 574 per il notevole minor peso delle morti da Covid-19, mentre quelli in itinere sono passati da 179 a 216. Il calo ha riguardato soprattutto l’Industria e servizi (da 767 a 668 denunce), seguita da Conto Stato (da 45 a 25) e Agricoltura (da 98 a 97).
Dall’analisi territoriale emerge un incremento di sette casi mortali nelle Isole (da 58 a 65) e un decremento di 85 casi al Sud (da 254 a 169), di 23 nel Nord-Est (da 196 a 173), di 12 al Centro (da 176 a 164) e di sette nel Nord-Ovest (da 226 a 219). Tra le regioni con i maggiori decrementi, la Campania (-36 casi mortali), l’Abruzzo e la Puglia (-21 ciascuna) e l’Emilia-Romagna (-17). Tra le regioni che registrano aumenti, invece, si segnalano la Calabria (+10 casi), la Lombardia (+8) e la Toscana (+6).
Il calo rilevato tra i primi nove mesi del 2021 e del 2022 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 824 a 709, sia a quella femminile che passa da 86 a 81 casi. In diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (da 775 a 638 decessi), in aumento quelle dei comunitari (da 30 a 41) e degli extracomunitari (da 105 a 111). Dall’analisi per classi di età, da segnalare l’incremento di casi mortali tra i 25-39enni (da 116 a 152 casi) e il calo tra gli over 40 (da 756 a 596).
Al 30 settembre di quest’anno risultano 15 denunce di incidenti plurimi avvenuti nei primi nove mesi, per un totale di 35 decessi, tutti stradali. Anche nel periodo gennaio-settembre 2021 gli incidenti plurimi erano stati 15, sempre per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali.

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi nove mesi del 2022 sono state 43.933, in aumento di 3.463 casi (+8,6%) rispetto allo stesso periodo del 2021 (12.232 casi in più, per un incremento percentuale del 38,6%, rispetto al pari periodo del 2020, e 1.225 casi in meno, con una riduzione del 2,7%, rispetto al periodo gennaio-settembre 2019).
I dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno mostrano un aumento per i primi nove mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021 nelle gestioni Industria e servizi (+8,6%, da 33.336 a 36.191 casi) e Agricoltura (+9,0%, da 6.748 a 7.358) e una diminuzione nel Conto Stato (-0,5%, da 386 a 384). L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce nel Nord-Ovest (+12,7%), nel Sud e nelle Isole (+10,9% ciascuna), nel Centro (+8,7%) e nel Nord-Est (+2,8%).
In ottica di genere si rilevano 2.930 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 29.477 a 32.407 (+9,9%), e 533 in più per le lavoratrici, da 10.993 a 11.526 (+4,8%). Nel complesso, l’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 37.451 a 40.602 (+8,4%), sia quelle degli extracomunitari, da 2.086 a 2.236 (+7,2%), e dei comunitari, da 933 a 1.095 (+17,4%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi nove mesi del 2022, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio.

DATI PREOCCUPANTI
Le statistiche ufficiali registrano un -13% del numero di infortuni mortali complessivo nel periodo gennaio-settembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 ma, per un percorso di analisi, il dato del 2021 è falsato dalle numerose morti per Covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro lo scorso anno.
L’INAIL riporta che dal 1° gennaio al 30 settembre 2022 si sono registrati in Italia complessivamente 790 infortuni mortali sul lavoro. Nello stesso periodo del 2021 erano 910. Ad una prima analisi, quindi, il dato sembrerebbe positivo in quanto riflette una flessione del fenomeno morti sul lavoro del -13%. Ma, come vedremo, ad un’analisi più approfondita appare chiaro che la flessione è dovuta ai numerosi infortuni mortali per covid registrati nel 2021 e, per contro, quasi del tutto assenti nel 2022.
Le statistiche ufficiali per il periodo gennaio-settembre 2022 rilevano 120 vittime in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, ma la flessione continua ad essere contaminata dalle numerose morti per Covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro del 2021. Lo scorso anno, infatti, i decessi totali erano 910, quindi, apparentemente stiamo osservando un decremento della mortalità (-13%). Ma, ancora una volta, non possiamo fare a meno di sottolineare e ricordare come quest’anno siano quasi sparite le vittime Covid (14 su 677 secondo gli ultimi dati disponibili di fine agosto 2022) che, invece, lo scorso anno costituivano tragicamente più di un terzo dei decessi sul lavoro (271 su 772). E questo significa solo una cosa: passata l’emergenza pandemica, rimane quella dell’insicurezza sul lavoro.

INFORTUNI MORTALI: L’INDICE DI INCIDENZA
Come spesso accade, anche nel periodo gennaio – settembre 2022, a guidare la classifica della regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia, che è anche la regione con la più alta popolazione lavorativa. Vale la pena precisare, però, il numero assoluto di infortuni mortali sul lavoro è scarsamente indicativo del fenomeno infortunistico nelle diverse regioni e province, in quanto non tiene conto della popolazione lavorativa presente nell’area di analisi.
Se invece “pesiamo” il numero di infortuni mortali rapportandolo con la popolazione lavorativa presente in ogni regione otteniamo l’indice di incidenza della mortalità, un dato che consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra zone (ad esempio regioni) differenti. L’incidenza della mortalità indica il numero di infortuni mortali ogni milione di lavoratori occupati. In sostanza, questo indice è veramente rappresentativo del fenomeno infortunistico di ogni regione perché è calcolato dal rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale.
Sulla base del calcolo dell’indice di incidenza della mortalità si ottiene una classifica del fenomeno infortunistico nelle regioni molto diversa da quelle a cui siamo abituati, nella quale il rischio infortunistico è correttamente rappresentato. Scopriamo così che regioni con una popolazione lavorativa minore presentano un’incidenza di infortuni mortali superiore rispetto a quelle più popolose. Così, la Valle d’Aosta balza al primo posto, in quanto il peso del fenomeno infortunistico in questa regione (6 infortuni su 52.741 occupati) è molto maggiore rispetto alla Lombardia (93 infortuni su 4.332.516 occupati) che, dalla prima posizione della classifica basata sui numeri assoluti, finisce quasi in coda al 16° posto nella classifica calcolata in base all’indice di incidenza.

 

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